Lo scrittore ticinese è stato insignito del massimo riconoscimento elvetico per il romanzo ‘Sedici mesi’
C’è anche il ticinese Fabio Andina fra gli scrittori insigniti dei Premi svizzeri di letteratura 2025, per il romanzo ‘Sedici mesi’, pubblicato da Rubettino nel 2024. Un racconto che, attraverso ricordi tramandati, lettere familiari e ricerche storiche, ricostruisce le vite dei nonni materni dell'autore durante la separazione forzata, durata proprio sedici mesi, in seguito all'imprigionamento del nonno Giuseppe, accusato dai nazisti di aiutare partigiani, disertori ed ebrei a mettersi in salvo in Svizzera attraversando il fiume Tresa. «L'ho appreso per telefono dalla Commissione culturale del Premio, mi hanno preavvisato con anticipo per motivi organizzativi» racconta Fabio Andina, che a laRegione affida le sue reazioni all'annuncio. «È una soddisfazione enorme aver raggiunto il premio più importante in Svizzera, un premio da mettere al centro della bacheca fra quelli ricevuti. Un riconoscimento che dà un ulteriore stimolo al mio lavoro, per confermare che la strada che ho intrapreso della scrittura come professione è quella giusta: sto lavorando a un nuovo romanzo, e questo premio dà una grossa spinta all'orgoglio che invoglia ad andare sempre avanti. Inoltre, essendo il più importante riconoscimento svizzero, dà una visibilità totale sia in Svizzera sia all'estero, dato che, essendo la mia casa editrice italiana, la notizia rimbalzerà anche sulle testate italiane. E c’è poi la possibilità di incuriosire le case editrici, ad esempio, della Svizzera francese o di altre nazioni che, vedendo un libro premiato, potrebbero interessarsi e valutare se ci sia il potenziale per una traduzione che potrebbe funzionare sul mercato».
E qualcosa si muove già, ci rivela lo scrittore. «Posso già annunciare che il 15 aprile uscirà la versione in tedesco di ‘Sedici mesi’, pubblicata da Rotpunktverlag, che è la stessa casa editrice che ha pubblicato in tedesco ‘La pozza del Felice’ e ‘Uscirne fuori’, e che sarà tradotta da Karin Diemerling che ha tradotto anche ‘La pozza del Felice’ e altri miei testi, per cui manteniamo una continuità. E poi chiaramente questi premi attirano l'attenzione dei tanti festival ed eventi letterari in Svizzera, e dunque stanno arrivando diversi inviti e ne arriveranno altri per tutta la Svizzera e anche all'estero: l'impatto è notevole».
Ma non finisce qui. Come ci anticipa lo stesso Fabio Andina, c’è dell'altro che bolle in pentola «Si tratta di due progetti cinematografici legati ai miei scritti. Il primo è un documentario basato sul romanzo ‘Sedici mesi’, che sarà prodotto dalla Imago Film di Lugano per la regia e produzione di Villi Hermann: racconta la camminata da Mauthausen a Cremenaga che fece mio nonno per tornare a casa dopo la guerra. E sarò io stesso a interpretarlo: ripercorrerò il percorso di mio nonno camminando per quasi 900 chilometri nell'arco di 45 giorni, un numero simbolico perché il 1945 segna la fine della Seconda guerra mondiale. Il secondo progetto è un lungometraggio, anch'esso diretto da Villi Hermann e prodotto sempre da Imago Film, basato sulla mia raccolta di racconti ‘Sei tu, Ticino?’ e di cui, al pari del documentario, ho scritto io la sceneggiatura: le riprese inizieranno intorno a settembre-ottobre nella valle della Tresa».