laR+ Libri

Quella serata a Foroglio con Paolo Cognetti

Era l’agosto del 2017 quando il Premio Strega Paolo Cognetti ritirava la prima Targa Foroglio, premio internazionale annuale promosso da Agenzia Kay e destinato a persone che in diverse forme artistiche (letteratura, cinema, architettura, pittura, scultura) hanno valorizzato il mondo alpino. In Italia, in quel momento, il Cognetti de ‘Le otto montagne’ (per Einaudi, venduto in trenta Paesi ancor prima della sua pubblicazione, riproposto nel 2022 anche nella sua versione cinematografica) era lo scrittore del momento, status che non è mutato di molto vista l’attenzione prodotta dal suo esordio come regista e attore in ‘Fiore mio’, in prima mondiale all’ultimo Locarno Film Festival.

In quella sera d’estate del 2017, a Foroglio, si ricostruì il percorso umano e creativo di Cognetti con foto e filmati, nell’evento complessivo condotto da Niccolò Giovanettina di Agenzia Kay, nel dialogo tra l’autore e Martino Giovanettina, fino alla consegna da parte del compianto Pierre Casè della Targa Foroglio, prima della lectio magistralis del Cognetti, incentrata sul rapporto tra città e montagna.

“Io sono nato in città, ma fin da quando ero bambino avrei voluto essere un montanaro. L’andare in montagna non basta a colmare la differenza tra queste due identità”. Da quell’incontro del 2017 è nato ‘Diventare ciò che siamo – Una serata a Foroglio con Paolo Cognetti’ (Edizioni Kay), a cura (e con prefazione) di Martino Giovanettina, con un testo inedito di Paolo Cognetti – da cui l’incipit poco sopra – e una postfazione di Giuseppe Mendicino. Il testo di Cognetti è la trascrizione, rivista dall’autore, del discorso pronunciato in occasione del conferimento della Targa Foroglio, nel quale lo scrittore ripercorreva il suo percorso di avvicinamento alla montagna, dal ragazzo che dalla sua casa di Milano guardava il Monte Rosa e che poi, in Val d’Aosta, la montagna la viveva per le vacanze estive. Quel luogo magico, da sovrapporre alla letteratura americana ‘per ragazzi’, insieme alla figura del padre, ben presente nelle ‘Otto montagne’ e della guida Renzo. Più cresciuto, dopo dieci anni di assenza, il ritorno in Val D’Aosta alla ricerca dei ‘cantori’ di quel mondo, un viaggio iniziatico dal quale sarebbe nato il suo libro più famoso e i suoi altri libri alpini.

‘Diventare ciò che siamo è in vendita nelle librerie e ordinabile nello shop di www.agenziakay.ch o scrivendo a info@agenziakay.ch.