Il numero di imprese culturali ha superato nel 2022 quello del 2019, ovvero prima della pandemia di coronavirus. È salito a oltre 67mila, per un numero di impieghi nel settore di circa 241mila, due cifre che segnano nuovi record dal 2011. Le aziende attive nella cultura sono però sempre più piccole.
Ciò si traduce in un calo del numero medio di posti di lavoro e di equivalenti a tempo pieno (Etp): nel 2011, un’impresa culturale contava in media 4,14 posti, ossia 2,88 Etp, contro 3,58 posti (o 2,40 Etp) nel 2022, fa sapere l’Ufficio federale di statistica (Ust). Il numero di impieghi nell’economia culturale è aumentato del 3,1%, e del 1,9% rispetto a prima della pandemia. Il numero di Etp non è però cresciuto allo stesso ritmo (+1,1%, ossia 161’325 Etp). In un raffronto con il 2019, si constata un calo (-0,4%).
I gruppi ‘Arti visive e performative’ nonché ‘Altro: pubblicità, artigianato artistico e formazione culturale’ hanno registrato la più forte crescita fra il 2021 e 2022, con una progressione superiore al 6%. Il settore ‘Libri stampa e multimedia’ è diminuito del 2,1%, con un calo del 6,5% rispetto al 2019.
Il gruppo ‘Patrimonio culturale e architettura’ presenta la quota più alta di valore aggiunto lordo nel settore culturale, ossia il 41% o 6,8 miliardi di franchi e ha inoltre registrato una crescita molto forte rispetto al livello prepandemico (+8,8%). ATS/RED