Un libro illustrato per parlare ai più giovani di ambiente, di piccoli grandi gesti che ognuno può fare e di speranza
Ha scelto di dare alla speranza il color celeste – che è anche il nome della piccola protagonista –, invece del classico verde, perché è il colore dell’acqua. E di speranza «che cammina con noi» è quello di cui tratta il lavoro più recente di Monica Piffaretti, già nelle librerie: l’ecofiaba ‘La bambina del lago’, Salvioni Edizioni.
«Mi è sempre piaciuto raccontare storie ai più piccoli – ci dice l’autrice – e dopo avere in passato già scritto libri dedicati a bambini e ragazzi, ora sono tornata a un’esperienza del genere». Il tema proposto nel volume illustrato da Azul P. Agostini è quello dell’ambiente, che «è più che mai attuale. Pressoché quotidianamente siamo tutti raggiunti da notizie che parlano di problemi e anche i bambini registrano questa atmosfera che può essere inquietante. Mi piaceva dare la possibilità di avvicinarsi a questo argomento in un modo più dolce, con un bel personaggio. Trovo che la Celeste che ho immaginato porti qualcosa in controcorrente rispetto alla paura o all’aggressività che talvolta caratterizza le discussioni attorno all’ecologia: e trasmette una grande forza interiore e valori, come la tenerezza, che oggi vengono quasi ritenuti secondari. È una bimba che tocca il cuore e così riesce a far partire una catena di solidarietà che aiuterà poi Madre Terra». Perché sebbene ci siano dei problemi, «c’è anche la speranza che cammina con noi. E, in fondo, Celeste la incarna».
Celeste non dice una parola. Come mai ha scelto di non farla parlare?
Perché è come se lei avesse un linguaggio universale: lei trasmette qualcosa attraverso la sua presenza. Non parla, ma ha qualcosa di forte. Io la chiamo una bambina di luce: non dice niente; forse parla tutte le lingue o forse parla la lingua che tutti dovremmo parlare. Che è quella del fatto che tutti dovremmo darci una mano. In tal senso non avevo bisogno di farle dire qualcosa, piuttosto di riuscire a farle modificare ciò che sono le persone. Lo fa in qualche modo togliendo ciò che di cattivo c’è al mondo per dare altre prospettive.
A quale fascia di età si rivolge la storia?
Ho pensato ai bambini delle scuole Elementari, ma la storia va bene anche per i più piccini della scuola dell’Infanzia. È un racconto che affronta in modo tenero il tema ambientale, da cui si possono trarre molti aspetti di cui discutere. È una fiaba che può far parlare.
Senza voler svelare troppo, la bambina riesce a sistemare le cose quasi per magia. Non teme che passi il messaggio che le cose belle avvengono quasi per caso, o comunque per mano di altri?
Ciò che credo oggi spesso manchi è l’attitudine positiva, il credere di potercela fare. La speranza è l’ingrediente principale, il lievito che fa crescere la possibilità di agire, di essere attivi; è l’elemento che mette in gioco. In coda al libro i giovani sono invitati a scrivere cosa vorrebbero che Celeste e le sue amiche facessero per aiutare la Terra, e cosa potrebbero fare loro stessi per dare una mano alla protagonista. Quindi è un libro che, una volta terminato, invita il lettore (o chi ha ascoltato il racconto) ad andare avanti e a scrivere la propria storia. I bambini possono elencare una serie di azioni concrete che già compiono o che, riflettendo, capiscono di poter assumere. Non parlerei dunque di magia, bensì di una purezza. L’intento di questa narrazione è quello di far respirare profondamente per poi dirsi ‘dai, qualcosa posso fare anche io’. E alla fine diventa un’azione corale, di tanti ‘io’ messi assieme.
Per certi tratti Celeste fa pensare a Greta Thunberg, che quando ha iniziato a essere conosciuta in tutto il mondo per la sua protesta davanti al Parlamento svedese era poco più di una bambina. C’è un po’ di Greta in Celeste?
Il libro è proprio dedicato a Greta Thunberg, la ‘ragazza col cartello’. In quella bambina che se ne stava seduta ore, con il suo messaggio ai potenti scritto a mano su un cartone, ho visto questo interrogarsi e il voler fare qualcosa lanciando un allarme. Quell’immagine porta a un concetto che non è nuovo, quello dei bambini che salveranno il mondo; che ho ripreso e riproposto. Nelle nuove generazioni c’è il seme della possibilità di fare meglio di quello che noi adulti stiamo facendo o abbiamo fatto. È questo l’invito implicito alle nuove generazioni (ma evidentemente non solo), di cui è portatrice Celeste: non abbassiamo le braccia, ma rimboccatevi e rimbocchiamoci le maniche.
Monica Piffaretti leggerà l’ecofiaba ‘La bambina del lago’ mercoledì 20 novembre alla libreria Casagrande (dalle 16). Le illustrazioni verranno mostrate con la tecnica del teatrino giapponese Kamishibai. L’autrice verrà presentata da Fosca Garattini, counselor relazionale e direttrice dell’Istituto svizzero Media e Ragazzi.