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Leo Maillet, e Kafka, tornano a Verscio

Nel centenario della scomparsa di Franz Kafka, le incisioni di Leo Maillet tornano a casa: dal 12 ottobre al 3 novembre, l’atelier dell’artista a Verscio ospiterà la mostra “Leo Maillet: una vita da incisore” che ripercorre l’incontro tra l’artista e lo scrittore dopo essere stata ospitata al Museo d’Arte di Mendrisio.

Nella villa Bauhaus – progettata dall’architetto Dolf Schnebli – che Maillet fece costruire negli anni Cinquanta, saranno esposte una serie di incisioni e illustrazioni – acqueforti, xilografie e bulini – realizzate da Maillet per accompagnare i racconti brevi di Kafka. Non si tratta tuttavia di semplici illustrazioni, ma vere e proprie interpretazioni visive del mondo kafkiano, dove realtà e parabola si fondono in un’unica, inquietante visione.

La mostra di Verscio, e prima di lei quella a Mendrisio, si accompagna al libro ‘Un incrocio’, pubblicato dalle Edizioni Casagrande, che raccoglie tredici micro-racconti di Kafka illustrati da Maillet. L’introduzione di Giorgio Agamben offre una chiave di lettura di questo incontro creativo: “Il mondo di Kafka non è l’allegoria di un altro mondo ma è il nostro stesso mondo come ci apparirebbe se perdessimo ogni memoria della distinzione fra la realtà e la parabola. Il mondo che Maillet evoca non è né allegoria né realtà. È piuttosto uno speciale mondo complementare in cui a ciò che esiste non viene aggiunto, ma tolto qualcosa che, senza alterarlo, lo rende irriconoscibile”.

Le vite di Maillet e Kafka, entrambi di origini ebraiche, si intrecciano in un destino comune di persecuzione e resistenza. Maillet, come Kafka, fu costretto ad abbandonare la sua vocazione artistica per dedicarsi agli affari di famiglia. Etichettato come “artista degenerato” dal regime nazista, riuscì a sfuggire alla deportazione e trovò rifugio in Svizzera, dove scoprì l’opera di Kafka. L’esposizione è aperta sabato e domenica dalle 10.30 alle 19.30; sono possibili visite su appuntamento.