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Monetizzazione cataloghi, è vicina l’ora dei Pink Floyd

Secondo il Financial Times, Sony Music sarebbe prossima a mettere le mani sulla musica dei Pink Floyd in cambio di un’offerta fino a mezzo miliardo di dollari. Le trattative con la leggendaria band britannica per l’acquisto della musica registrata “sono allo stato avanzato”, ha confermato Variety. Giungere a un’intesa è stato difficile soprattutto a causa dei cattivi rapporti tra Roger Waters, uno dei fondatori nel 1965, e David Gilmour, arrivato nel 1967. Il “sogno” di Gilmour, confessato di recente a Rolling Stone, sarebbe quello di vendere il catalogo non tanto per ragioni finanziarie, quanto “per mettere fine a tutte le liti che comportano le decisioni comuni”.

La faida

Waters e Gilmour litigano pubblicamente da decenni. Pesano sul negoziato le parole del primo contro Israele (paragonato alla Germania nazista di Hitler) e a favore della Russia di Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucrania. “Sei un antisemita fino al midollo, difensore di Putin, bugiardo, ladro, ipocrita, misogino, malato di invidia”, lo aveva accusato la moglie di David, Polly Samson: “Ogni parola palesemente vera”, aveva aggiunto il marito che a fine settembre tornerà a suonare in Italia dopo otto anni, con sei date in programma al Circo Massimo di Roma. Dopo lo scioglimento della band Waters e Gilmour hanno intrapreso riuscite carriere da solisti. Nell’accordo sono coinvolti anche il batterista Nick Mason, gli eredi del tastierista Richard Wright e del co-fondatore Syd Barrett.

Sony, che ha già comprato i diritti di Springsteen e Dylan, secondo indiscrezioni si preparerebbe a sborsare un miliardo per la musica dei Queen anche grazie a una recente iniezione di fondi del gruppo di private equity Apollo. ANSA/RED