Mancheranno 6,5 milioni di franchi. Su Palazzo Trevisan ‘si differenzi tra consolato e cultura, ma seguiamo da vicino la situazione’ dice Baume-Schneider
Dopo il Consiglio degli Stati, oggi anche il Nazionale ha approvato il messaggio sulla cultura per il periodo 2025-2028, riducendo però il budget di Pro Helvetia per le sue attività all'estero. Ha invece sostenuto l'istituzione di una Commissione per il patrimonio culturale storicamente problematico in relazione al periodo coloniale e al nazionalsocialismo.
Il dibattito ha riservato poche sorprese, con la sinistra che ha chiesto aumenti, ricordando l'importanza fondamentale della cultura per la coesione del Paese e per il benessere della popolazione. Sull'altro fronte, in particolare Udc, è stato invece formulato l'auspicio di un ritorno alle spese del messaggio precedente, facendo leva sulla difficile situazione delle casse federali.
Da notare che il messaggio definisce l'orientamento strategico della politica culturale della Confederazione e presenta gli obiettivi, le misure più importanti e le modalità di finanziamento di tutti gli ambiti di promozione dell'Ufficio federale della cultura (Ufc), della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e del Museo nazionale svizzero. Il Consiglio federale proponeva di dotarlo di 987 milioni di franchi, in aumento dello 0,9% rispetto a quello del quinquennio 2021-2024, ma in calo dello 0,1% a causa dell'inflazione. Una serie di proposte di aumento o diminuzione sono state bocciate, ma non quella relativa a Pro Helvetia. I suoi fondi sono stati rivisti al ribasso di 6,5 milioni di franchi, in gran parte a causa delle sue attività, giudicate problematiche, in Russia. Il budget complessivo della fondazione ammonterà pertanto a 180,4 milioni.
Con 102 voti a 87 la maggioranza ha preferito mantenere l'importo del quinquennio 2021-2024. Il voto è stato espresso contro il parere della Commissione della scienza dell'educazione e della cultura, che aveva cambiato idea su un possibile ridimensionamento dei finanziamenti dopo che Pro Helvetia aveva fornito spiegazioni, annunciando oltretutto che avrebbe cessato le sue attività in Russia entro la fine dell'anno.
“Il problema non era tanto la presenza di Pro Helvetia in Russia quanto la sua gestione dell'antenna”, ha spiegato Céline Weber (Pvl/Vd), a nome della commissione. “Posso confermare che non ci sarà più un ufficio a Mosca, poiché la situazione in Russia negli ultimi anni ha reso impossibile la permanenza in loco”, ha aggiunto invano la ministra della Cultura Elisabeth Baume-Schneider. Quest'ultima ha evocato anche la situazione delle antenne presenti in Italia, affermando di aver avuto scambi di vedute con la fondazione per quanto riguarda l'Istituto svizzero di Roma, che ha aperto la porta a discussioni future sul suo ruolo. Lo stesso vale per Palazzo Trevisan a Venezia, ha aggiunto Baume-Schneider. L'Udc non ha perso occasione per criticare la presenza di Pro Helvetia in questa struttura, che ospita anche il consolato svizzero, accusandola di organizzarvi delle “vacanze”. La fondazione ha deciso di non proporvi più eventi, ciò che ha provocato uno “tsunami di reazioni” nella Svizzera italiana. “Stiamo attenti, dobbiamo differenziare tra consolato e cultura, ma seguiamo da vicino la situazione”, ha assicurato la ministra.
Seguendo gli Stati, il Nazionale si è invece espresso a favore dell'istituzione di una Commissione per i beni culturali la cui origine o i cui passaggi di proprietà sollevano dubbi, in relazione in particolare al periodo coloniale e al nazionalsocialismo. Essa dovrà consigliare il Governo e l'Amministrazione federale. A differenza della Camera dei cantoni, quella del Popolo non ha però voluto sancire nella legge che questo nuovo organo sarà attivo solo su richiesta e con l'accordo di tutte le parti. Dovrebbe invece poter essere convocato anche unilateralmente.
Approvato anche il sostegno della Confederazione alla promozione del plurilinguismo. In particolare, l'italiano e il romancio andrebbero promossi nelle altre aree linguistiche per tenere conto della maggiore mobilità sociale. Per il romancio s'intendono mettere a disposizione corsi di lingua e per l'italiano maggiori possibilità di conseguire una maturità bilingue.
Il plenum si è pure allineato con gli Stati per la concessione di 2 milioni di franchi supplementari per la promozione della cultura, per complessivi 159 milioni. Nel messaggio figura anche il lancio del progetto "Capitale svizzera della cultura", sul modello di quanto avviene a livello europeo, con l'obiettivo di rafforzare la coesione nazionale.
Nessun sostegno invece, come deciso anche dagli Stati in giugno, a istituire basi giuridiche per una promozione di una cultura della costruzione di qualità. Per una maggioranza borghese del plenum, le norme attuali sono sufficienti. Il progetto – che sarebbe nato in adempimento della Dichiarazione internazionale di Davos, adottata nel 2018 su iniziativa proprio della Svizzera – è stato quindi archiviato.
Infine, il Nazionale non si è occupato di una modifica della Legge sulla Biblioteca nazionale. Con questo emendamento, il Consiglio federale vuole garantire che questa istituzione possa adempiere al suo mandato di raccolta e divulgazione anche in ambito digitale. La commissione competente sta ancora discutendo la questione.
Il dossier torna agli Stati.