Addio a Massimo Cotto, che ci ha raccontato il rock

Ricoverato per un malore il 9 luglio scorso, è morto ieri nella sua Asti, dov’era nato il 20 maggio del 1962. Massimo Cotto è stato giornalista, dj, conduttore, autore radiofonico e televisivo, scrittore, e impareggiabile divulgatore di musica. Virgin Radio, la sua ‘casa’, è stata la prima a dare la notizia.

“Caro Massimo, se sei nel vento, che soffi musica per accompagnare il tuo viaggio”. Con queste parole e una foto in bianco e nero, Francesco Guccini lo ha ricordato sulla sua pagina Facebook. Lo scorso 17 giugno, in piazza Maggiore a Bologna, Cotto e il Maestrone avevano celebrato il 40esimo anniversario dello storico concerto ‘Fra la Via Emilia e il West’, che nel 1984, in quella stessa piazza, radunò oltre centomila persone. Guccini si era già raccontato anni fa a Cotto nel libro ‘Un altro giorno è andato/Portavo allora un eskimo innocente’ (Giunti).

Il Cotto scrittore aveva esordito nella narrativa con il romanzo noir (per lettori adulti) ‘Il Re della memoria’ (Gallucci, 2022), che si era aggiudicato il secondo posto al Premio Bancarella 2023 e il Premio Asti d’Appello. Nel 2021, sulle pagine della Regione, aveva raccontato il suo ‘Rock is the answer’, un manuale di sopravvivenza fatto delle parole dei grandi artisti da lui intervistati in vita. Nel dicembre dello scorso anno era tornato per descriverci, in un’altra generosa intervista, ‘Il rock di padre in figli*’, la storia del rock raccontata attraverso un dialogo immaginario con il figlio allora sedicenne. “Il rock mi ha aiutato a sognare, e a sognare meglio”, diceva in quell’occasione. Allo stesso modo, i suoi racconti di musica hanno aiutato noi a sognare quel che non abbiamo potuto vedere o vivere di persona. RED/ATS