Previo lifting allo strumento Mascioni, concerti dal 30 giugno al 16 luglio nella chiesa parrocchiale
Il Festival internazionale di musica organistica di Magadino giunge quest’anno alla sessantaduesima edizione: una cifra impressionante, che fa onore alle e agli infaticabili organizzatrici e organizzatori, e ai direttori artistici, due organisti che conosciamo bene, per la loro fama internazionale e per la dedizione al Festival, Guy Bovet e Paolo Crivellaro. Nel presentare il cartellone 2024 la Commissione artistica promette un lifting all’organo della chiesa parrocchiale, lo strumento Mascioni del 1951 che incorpora elementi dall’organo precedente, il Balbiani 1902, e che fu sostanzialmente ampliato nel 1965. L’organo attuale è dotato di 40 registri distribuiti su tre tastiere e pedaliera, la trasmissione è elettropneumatica: e siamo particolarmente curiosi di conoscere in che cosa consisterà l’annunciato intervento.
Una delle caratteristiche del Festival, che ritroviamo in questa edizione, è la presenza di brani obbligati, che ciascuno dei sette organisti invitati, provenienti da Svizzera, Polonia, Spagna, Italia e Francia, dovrà eseguire: si tratta delle tre versioni del corale dell’Avvento, Nun komm der Heiden Heiland, presenti nella raccolta dei 18 corali di Lipsia di Johann Sebastian Bach, che nell’elenco Schmieder corrispondono ai numeri BWV 659, 660, 661. Questo aspetto permette a noi fruitori un confronto ravvicinato e stimolante tra varie interpretazioni: le letture, concezioni, visioni estetiche che possono risultare non solamente molto diverse da un interprete all’altro, ma, addirittura, diametralmente opposte: è questa una delle particolarità più salienti dell’esecuzione musicale, il confronto interpretativo.
Un’altra peculiarità del nostro Festival è la presenza dell’improvvisazione organistica, un’arte antica e sempre attuale, grazie ad artisti che mantengono viva la tradizione praticando l’arte improvvisativa ad alti standard qualitativi: sarà il caso, nel concerto del 2 luglio, di Szymon Jakubowski, che proporrà ben tre improvvisazioni: la prima sul corale dei pezzi obbligati di Bach, la seconda su temi di Beethoven, e un’ultima sulla Terza Sonata di Mendelssohn, che Jakubowski eseguirà prima della relativa improvvisazione.
Nelle articolate proposte dei cinque concerti, in programma dal 30 giugno al 16 luglio nella chiesa parrocchiale di Magadino (tranne un concerto che si terrà a Gordola), alle 20.30, con entrata libera, troviamo, accanto a Bach, sempre ben rappresentato, e a pagine di varie provenienze geografiche e di epoche differenti, da Girolamo Cavazzoni fino alla nostra contemporaneità, pagine di rara esecuzione: composizioni curiose, veri fiori all’occhiello di questa 62esima edizione: non capita spesso di ascoltare, soprattutto dal vivo, la prima Sonatina di Marco Enrico Bossi, la trascrizione della Danse macabre di Saint-Saëns, la Toccata di Fernando Germani, la Toccata di Gaston Bellier, oppure la simpaticissima Valse des Anges di Julien Bret: ce ne compiacciamo. Ricordiamo inoltre che il Festival si aprirà con un concerto del ticinese Livio Vanoni, il decano degli organisti della Svizzera italiana.