La Rettrice Lambertini: ‘Non siamo preoccupati’. Nel confronto internazionale, regge il Politecnico federale di Zurigo, cresce quello di Losanna
Le università svizzere hanno perso leggermente terreno nel confronto internazionale: su 10 atenei presenti nella classifica annuale della Società di analisi Quacquarelli Symonds (Qs) pubblicata oggi, tre hanno guadagnato posizioni, sei sono scese in graduatoria e una – il Politecnico federale di Zurigo (Eth) – ha mantenuto il settimo posto risultando ancora la migliore università dell'Europa continentale.
Tra gli atenei che hanno guadagnato posizioni nell'edizione 2025 c'è la seconda migliore università svizzera: il Politecnico federale di Losanna (Epfl) si è piazzato al 26esimo posto, salendo di dieci posizioni rispetto alla classifica di un anno fa. L'Università di Zurigo invece è scesa e si trova alla 109esima posizione: l'anno scorso risultava ancora tra le 100 università migliori occupando il 91esimo. A perdere più posizioni è stata l'Università della Svizzera Italiana (Usi), passata dal 328esimo posto al 405esimo.
Anche le università di Basilea (131esimo posto), Berna (161esimo), Losanna (224esimo) e Ginevra (155esimo) hanno perso posizioni. Hanno invece migliorato la loro posizione, oltre all'Epfl, anche l'Università di Friburgo (539esimo posto) e la Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo con sede a Winterthur (781-790esimo posto).
La classifica internazionale è guidata dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), seguito dall'Imperial College di Londra e dall'Università di Oxford. A eccezione del Politecnico federale di Zurigo e della National University of Singapore (ottavo posto), l'elenco dei primi 10 è dominato da università statunitensi e britanniche. Con l'inclusione di 1'500 università di 105 sistemi di alte scuole, la classifica di quest'anno è la più ampia mai realizzata, secondo Qs.
“Il cambiamento di posizione globale rispetto all’anno precedente non preoccupa l’ateneo”, afferma la Rettrice dell'Usi Luisa Lambertini, “perché i nostri indicatori principali come il numero di studenti, i fondi di ricerca e l’impatto sul territorio sono sempre molto positivi. La posizione dell’Usi resta buona, soprattutto in rapporto alla sua età e dimensione, ponendoci nel top 27% delle università recensite”. Per quanto l'Usi continui a guardare “con interesse” a queste classifiche, si legge nel comunicato che accompagna le parole della Rettrice, “esse non guidano le sue scelte strategiche e di gestione”. L’Ateneo dice di non avere accesso diretto ai calcoli e agli strumenti di interpretazione di Qs, “ma i dati a cui il ranking fa riferimento sono quelli dell'anno accademico 2021/2022” e nel periodo in questione “il profilo dell’Usi è cambiato come conseguenza dell’espansione della sua comunità accademica e in particolare dell’affiliazione della Facoltà di Teologia di Lugano e delle numerose nomine professorali in seno alla Facoltà di scienze biomediche”, scelte strategiche che “hanno modificato la composizione della comunità accademica dell’Usi” grazie anche all'entrata nel conteggio di “numerose nuove persone che hanno portato competenze importanti e volute”. Per “una serie di motivi tecnici e legati al tipo di pubblicazione”, sostiene l'Usi, “il ranking Qs Wur ha tradotto questa espansione in variazioni negative in alcuni ambiti”. La performance è diminuita “nella ratio studenti/docenti (come conseguenza della significativa crescita degli studenti) e nel tasso di internazionalità di studenti e professori, tutti parametri in cui l’Ateneo si situa comunque nei primi posti a livello svizzero, e nel numero di citazioni per ogni accademico”.