Corre su due binari il 2024/25 dell’orchestra, nata nel 1935: il compleanno e l’ultimo anno di Markus Poschner quale direttore principale
In presenza di tutte le sue cariche, l’Orchestra della Svizzera italiana (Osi), di recente anche un po’ Orchestra di Germania (il tour da poco concluso, un unico lungo applauso da Stoccarda a Monaco di Baviera) ha presentato il programma 2024/25. Lo ha fatto “nel cuore della Cultura del Ticino, il Lac” (Barbara Widmer, direttore artistico) per quella che è “la nostra orchestra, oltre che quella del Ticino” (Roberto Badaracco, membro del Consiglio di amministrazione, o Cda). Il vicesindaco ricorda il nuovo mandato di prestazione con aumento del contributo, “non facile mentre tutti tagliano la Cultura” e visto come “attestazione di stima”. Widmer sposa le parole di Mario Postizzi, presidente Fosi (Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana), secondo le quali “l’ultima trasferta in Germania ci ha convinti che l’Osi non può fare passi da gambero”. Anche per questo motivo il presidente ha “spinto la politica a essere coraggiosa, perché nei momenti bui come questi la Cultura è fonte di vitalità”. Nell’attesa che anche il Gran Consiglio sia coraggioso, pure gli sponsor sono fonte di vitalità, perché – e questo lo ricorda Samuel Flury, direttore amministrativo – l’Osi è l’orchestra meno finanziata di Svizzera, quanto a fondi pubblici. “… ma diamo spazio a ciò per cui siamo qui: la musica” (Flury).
Felix Mendelssohn, Konzertstück No. 2, Op. 114
“La costruzione del Lac, la residenza dal 2015, gli ultimi dieci anni con il direttore principale, le tante sfide finanziarie, il distacco dalla Rsi e il Covid, che ci ha portato a reinventarci, e a ripensare cosa significhi avere un’orchestra in un territorio come quello della Svizzera italiana”. E questo ripensare “è alla base del nostro credo”, spiega Widmer, aprendo ai tre punti cardine del programma 2024/25: il territorio, la mediazione culturale e l’internazionalità, per quel “posizionamento europeo” dato dai sette concerti tedeschi cui non si può più rinunciare.
Il posizionamento europeo ha tra i suoi protagonisti anche Markus Poschner, direttore principale Osi che nel 2025, è noto, lascia per nuove avventure. Il video proiettato nella Hall del Lac, dove la presentazione si tiene, è un primo tributo che va (tra gli altri) dal primo concerto nel 2015 alla vittoria degli International Classic Music Awards nel 2018, da ‘Traviata’ al Vanilla, da ‘Presenza’ alla Germania. Alla fine, con sintesi da Eurovision e parole da frontman (il direttore d’orchestra di solito dà le spalle, ma sempre frontman è) ‘arringa’ la folla: “Questi ultimi dieci anni sono diventati una storia di successo per tutti noi. L’eco internazionale parla da sola. Ma il vero segreto è da cercare altrove. Risiede in una qualità molto rara che non è facile trovare: la dedizione”. E dedizione significa “una vita senza compromessi e alternative”, la vita da musicista, e “il coraggio di affrontare nuovi repertori”. Dedizione è “non essere mai soddisfatti e cercare sempre il momento perfetto”. Dopo la richiesta di fedeltà rivolta al pubblico, una sentenza: “Ci possono essere molte buone orchestre, ma c’è solo un’Osi”.
István Kohán, Konzertstück à la Feidman
La stagione 2024/25 corre su due binari: l’ultimo anno di Poschner e i novant’anni dell’Osi. La ricorrenza porterà un libro commissionato a Lorenzo Sganzini che andrà oltre la musicologia per raccontare la vita d’orchestra. Grazie anche alla nuova convenzione 2024-2029, la Rsi ci metterà del suo con un percorso di valorizzazione dell’archivio audiovisivo che riguarda l’Osi e nuove produzioni: a giugno, per ECM, il cd dedicato a Hindemith e Schnittke; a dicembre il Manfred di Ciaikovski. Rimandando alle immagini, e citando tra i dieci Osi al Lac, due sono affidati al direttore ospite principale Krzysztof Urbański (quello di apertura, il 26 settembre, con il violoncellista Nicolas Altstaedt, e quello del 27 febbraio con Jan Lisiecki al pianoforte); uno è nelle mani di Charles Dutoit con Martha Argerich al pianoforte (21 novembre). Diretti da Stefan Asbury, Osi e l’Ensemble900 del Conservatorio suoneranno Berio (13 marzo).
Tra i nomi nuovi, la direttrice d’orchestra norvegese Tabita Berglund con Ray Chen al violino (13 febbraio), il pianista Alexandre Kantorow (7 novembre), la violoncellista Raphaela Gromes (27 marzo) e la pianista Yulianna Avdeeva, nell’ultimo dei tre Osi al Lac di Poschner, il 10 aprile.
Osi in Auditorio, allo Stelio Molo, aggiunge alla sua formula Play & Conduct la parola ‘Plus’, per una stagione più lunga e che darà spazio anche ai professori Osi in versioni alternative. Come il Primo contrabbasso Enrico Fagone, Play & Conduct il 23 gennaio. Il 14 e 16 novembre il grande oboista Heinz Holliger sarà al Lac per una sorta di residenza. ‘Presenza’ chiude il suo triennio i prossimi venerdì 17 e sabato 18 maggio con la violoncellista Sol Gabetta e la violinista Patricia Kopatchinskaja per dare spazio a Osi a Pentecoste, weekend di musica che per il primo anno coinciderà con la festa dedicata a Poschner: il 6 giugno, jam session con musicisti, band e direttore principale; il 7 giugno il Concerto di Gala con Julia Fischer al flauto (Poschner: “Abbiamo fatto il liceo insieme, ha promesso di insegnarmi come si dirige il Concerto per violino e orchestra di Britten”); l’8 giugno i Carmina Burana di Orff con tutti i cori amatoriali della Svizzera italiana. “Mi godrò ogni singolo secondo di musica”, commenta il maestro.
E poi i concerti straordinari: l’apertura del Locarno Film Festival, l’Osi a Bellinzona per l’Open Air Banca Stato, Officine, Venerdì Santo, San Biagio, le Settimane Musicali di Ascona. E la mediazione culturale, Be connected, Lunch with Osi, Back to School e altro ancora. Nella Hall si parla anche di sostenibilità: viste le fermate dei bus deserte e gli autosilo pieni, in via sperimentale per la nuova stagione, grazie a Ffs, il trasporto è incluso nel biglietto per Osi al Lac, in Auditorio e ‘a Pentecoste’, per abbonati e biglietto singolo.
Prima della domanda di tutte le domande, la tournée 2025: un altro luogo di culto, la Festspielhaus di Salisburgo, poi la Tonhalle di Zurigo, Piacenza, il mini tour Pordenone-Lubiana-Linz, Monaco di Baviera, Zagabria e la KKL di Lucerna, prima dell’ultimo concerto con Poschner. Ed ecco la domanda di tutte le domande: chi gli succederà? “La scelta non è facile e immediata”, risponde Widmer. “Prima di Poschner siamo rimasti anche anni senza un direttore principale. Ci vuole la persona giusta a livello musicale ma che condivida anche la nostra visione. Sono in tanti, bravissimi, che conosciamo o che abbiamo ancora bisogno di conoscere. Sarà un processo lungo, potremmo non avere il sostituto subito, ma la cosa non spaventa né me, né il Cda. Idee ne abbiamo: quando avremo i fatti, sarà nostra premura informarvi”.
Henghel Gualdi, Passeggiando per Brooklyn
I titoli che si alternano in questo articolo sono i brani suonati da tre ‘estratti’ dall’Osi, Corrado Giuffredi (clarinetto), Paolo Beltramini (clarinetto) e Federico Nicoletta (pianoforte), venuti ad alleggerire il tutto. Il brano di Gualdi (1924-2005) si può reintitolare ‘Passeggiando per la Hall’, che è quello che Giuffredi fa, clarinetto in mano. Poschner lo riprende col telefonino, che è cosa che deve fare un sacco piacere.