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Poemetti di Giampiero Neri

‘Utopie’ e ‘Un difficile viaggio’, due recenti pubblicazioni per ricordare un maestro della poesia

Si è spento il 15 febbraio di quest’anno
9 giugno 2023
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Ci ha lasciato nel febbraio scorso, a quasi 96 anni, Giampiero Neri, un maestro della poesia tra secondo Novecento e nuovo millennio e di lui sono appena usciti il poemetto in prosa ‘Utopie’ (Ares, p.150) e ‘Un difficile viaggio’ (Stampa 2009, p.160), comprendente altri quattro poemetti in prosa, che in precedenza erano stati pubblicati separatamente.

Giancarlo Majorino era stato il primo a proporlo in rivista, sul ‘Corpo’, negli anni Sessanta. Poi era apparso nel primo ‘Almanacco dello Specchio’ Mondadori e nel ’76, Giovanni Raboni, nei ‘Quaderni della Fenice’ di Guanda, da lui diretti, faceva uscire L’aspettò occidentale del vestito, opera prima di Neri. Da subito aveva impressionato quella prosa poetica – genere, in fondo, da noi molto poco praticato, almeno allora – nella quale l’autore mostrava un senso della parola e un’eleganza discreta dello stile che ha poi sempre mantenuto, come vediamo nelle opere della sua splendida vecchiaia che ho sopra citato.

Nei primi anni Settanta, ero divenuto amico di quel poeta tanto importante e autonomo quanto schivo, indifferente all’apparire. Tenevo in grande considerazione il suo parere, che era puntualissimo, come è facile immaginare, sul dettaglio, e, appunto, sul valore espressivo della parola. Mi parlava di Dino Campana, considerandolo suo riferimento esemplare, o usciva in frasi decisive che non ho dimenticato, come: “La semplicità non è un punto di partenza, ma un traguardo”. Un traguardo che Giampiero Neri ha sempre saputo raggiungere, con la classe naturale della sua scrittura, nel suo splendido stile antiretorico e privo di sottolineature letterarie.

Ricordo che, dopo le prime pubblicazioni, i più attenti si aspettavano l’uscita di un suo libro. Ma Neri era incerto e restio, e il suo procedere, testo dopo testo, era lento per necessità e desiderio di arrivare a un esito che lui stesso – tanto esigente – potesse ritenere efficace. Eppure, dal punto di vista dei lettori attenti, ciò che realizzava era da considerarsi impeccabile. Tra questi lettori aperti e competenti, c’era appunto Giovanni Raboni, che lo aveva del resto introdotto nel ’72 nell’Almanacco, e riusciva, non senza qualche gentile ma convintissima insistenza, a ottenerne il consenso per L’aspetto occidentale del vestito, uno dei libri di poesia più originali e importanti - oggi potremmo dire anche imitati - del secondo Novecento (e non solo...). Era il 1976 e Giampiero Neri non era propriamente un ragazzino, visto che aveva 49 anni…

Non avrebbe senso, ora, ripercorrere l’intero cammino di un maestro della nostra poesia, che proprio in quest’ultimo periodo della sua vita ha stupito per la continuità con se stesso, nella forma e nell’attenzione viva al reale tra memoria e quotidianità, pubblicando in breve tempo (e dunque con ritmi opposti rispetto agli esordi e alla prima maturità) cinque piccoli, quanto densi e coerenti rispetto al suo intero cammino, libri di prose poetiche. Quattro di questi ho riunito io stesso nel volumetto Un difficile viaggio per le edizioni di Stampa2009, mentre Utopie, ultima testimonianza della sua intatta vena, è uscito poco prima. E di questo, anche, dobbiamo ringraziare Alessandro Rivali, che negli anni ha seguito con dedizione acuta l’opera del nostro.

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