Culture

I molti ‘Paradisi portatili’ di Festate

Prende spunto dalle parole di Roger Robinson, ospite di ChiassoLetteraria, la due giorni di musica, cibo e artigianato di Chiasso, il 16 e 17 giugno

Eliades Ochoa, il 16 giugno
30 maggio 2023
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“È la festa di Chiasso, indipendentemente da dove i cittadini provengano, dall’estrazione sociale e da quello che fanno nella vita”. L’entrata è libera, perché lo scorso anno “le famiglie ferme all’esterno, seppure la quota da versare fosse minima, sono state un segno che in alcuni casi è comunque impegnativa”. Invito, dunque, “rivolto a tutti, per fare parte dell’evento”. Parole del vicesindaco Davide Dosi, in nome e per conto della Cultura a Chiasso, a ufficializzare Festate 2023, 31esimo festival di culture e musiche del mondo, in Piazza del Municipio (davanti e dietro) il 16 e 17 giugno. Prologo il 9 e 10 giugno a Stabio, per ‘Ul suu in cadrega’, festival dedicato alla musica popolare.

‘Paradisi portatili’ è il titolo dell’edizione alle porte, concetto preso in prestito da Roger Robinson, fresco ospite di ChiassoLetteraria. Il poeta londinese, originario di Trinidad e Tobago, intende come ‘paradisi portatili’ i luoghi che ogni persona costretta a lasciare il proprio Paese si porta dentro, i ricordi, i suoni e i profumi che conserva gelosamente, quell’insieme di Inseparabile che costruisce anche la capacità di resilienza. Un bagaglio che include anche la musica. È da quella che partiamo…


Moni Ovadia e Paolo Rocca (RomAraBeat) - prologo del 9 giugno

Prologo

La Masseria ProSpecieRara, a San Pietro di Stabio (in alternativa, il salone dell’ex-Asilo in caso di maltempo), ospita i suoni dal mondo del suddetto ‘Ul suu in cadrega’, aperto il 9 giugno da Odessalavie, il duo italo-belga dai suoni klezmer formato da Aurélie Chraneux al clarinetto e Silvia Guerra alla fisarmonica; nella stessa sera, il progetto ‘RomAraBeat’ celebra le musiche dei migranti di Balcani e Nord Africa insieme a Moni Ovadia. Sabato 10 giugno ‘Mascarimirì – Music For Dancing’, progetto di Claudio ‘Cavallo’ Giagnotti che trasporta la tradizione musicale del Sud Italia in modalità ‘elettro-live’, con l’acustica e l’elettronica a fondersi. Prima di Giagnotti, il Circo Diatonico, insieme di musica e clownerie. Uno per sera, inoltre, gli spettacoli di burattini di Alberto De Bastiani e Mattia Zecchi.

Musiche dal (del) mondo

I nomi di Festate 2023, quelli sul palco principale davanti al palazzo municipale, sono quattro: venerdì 16 giugno apre Valérie Ekoumé, cantante franco-camerounense residente in Francia, ispirata dai suoi “allenatori vocali virtuali” (parole sue) Miriam Makeba e Whitney Houston. Cresciuta a pane, rumba congolese e Michael Jackson, Ekoumé è stata – per otto anni, dal 2004 – la vocalist di Manu Dibango nella Soul Makossa Gang. Poi la carriera solista, all’insegna dell’afropop. A seguire, il grande nome dell’edizione 2023: Eliades Ochoa, “el nieto” (il nipote) dello storico Buena Vista Social Club, del quale è oggi la testimonianza vivente. È Franco Ghielmetti a spiegarne la presenza a Festate: “Gli avevo fatto il filo al tempo di Buena Vista Social Club, il paradiso cubano della musica; gli ho fatto il filo a Parigi, l’ho rivisto due anni fa a Porto, strappandogli una mezza promessa”. A Marsiglia, quest’anno, l’accordo. “Il mio piccolo paradiso – dice Ghielmetti – è averlo qui”.

Sabato 17 giugno sarà la notte dei portoghesi Albaluna del polistrumentista e compositore Ruben Monteiro, per una world music che sa di prog rock, metal, folk e fusion, con la cornamusa, la ghironda e altri strumenti antichi messi in dialogo con batteria e basso elettrico. A chiudere, subito dopo, dalla Svizzera, Da Cruz, band con sede a Berna che ha calcato i palchi – tra gli altri – del Montreux Jazz Festival e del Brasil Summerfest di New York. Cinque i dischi all’attivo, ben recepiti dalle radio universitarie americane.


Da Cruz, il 17 giugno

E tutto il resto

‘Scena Off’ è la proposta dedicata ai musicisti del territorio, sul palco dietro al palazzo municipale, prima o dopo i quattro big. Di venerdì 16 giugno, Big Bang Family + Nx Massakrasta, quattro amici che dividono la passione per rap e hip-hop, e il dj set di Monsieur G; di sabato 17 giugno, Vibes Delivery, miscela di reggae, rap e raggamuffin (a seguire, il dj set di Jemani Jahka Sound). Festate è anche La Giornata del rifugiato, che cade di sabato 17 giugno. In quella data, l’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (Osar) propone ‘Sottoterra. La vita dei migranti durante e in seguito alla procedura d’asilo’, serata dedicata alla vita dei richiedenti asilo durante la procedura e del loro percorso successivo a essa. Dalle 16.30, la mostra del fotografo vodese Yvain Genevay intitolata ‘Les portes de la Suisse’, con le immagini scattate nei vari centri d’accoglienza sparsi in terra elvetica.

Ci sono poi le cucine dal mondo di ‘Sapore di casa’ e il mercatino lungo Corso San Gottardo. Il Festate 2023 inizierà un po’ più tardi del solito, alle 21.30; il programma completo è su www.centroculturalechiasso.ch.


Ti-Press
Armando Calvia

L’intervista

‘Urge un cambio di rotta’

Durante la presentazione di Festate, Armando Calvia – direttore del Cinema Teatro di Chiasso che l’ha ospitata – faceva sapere come tra le righe di ‘Un paradiso portatile’, il libro di Robinson, “abbiamo trovato un popolo in cui vediamo noi stessi”...

Guardando al momento storico, c’è un senso in più in Festate 2023?

I significati di Festate non cambiano di molto. Anche quest’anno andiamo a ribadire concetti che purtroppo, nell’esperienza quotidiana, vediamo massacrati attraverso iniziative di sopraffazione che arrivano sino alla guerra, e l’Ucraina non è il solo posto nel mondo in cui ciò avviene. Vista la situazione esterna, dunque, i concetti di Festate non possono cambiare se non nel senso di essere ribaditi e sottolineati in maniera ancor più forte o in quello di arricchirsi di più attività ed esperienze che vanno oltre la musica, sempre e comunque per favorire il dialogo.

Quanta è ancora la possibilità di dialogo in un posto di confine? La vostra iniziativa annuale mantiene la sua forza?

Io credo di sì. Il dialogo, è ovvio, dev’essere reciproco. È vero che c’è chi ci ha già messo tanto, ma noi che viviamo in una situazione di benessere dobbiamo metterci di nostro. Le condizioni di vita di tante persone non sono più accettabili; indipendentemente dal credo politico, penso che su questo si possa essere d’accordo. Chi, da fuori, viene a vivere in Svizzera o nel Nord Italia vede una situazione migliorativa, ma lo attende uno scontro con mentalità che non accettano per partito preso l’introduzione di altri elementi nel territorio. È, questa, una caratteristica dell’essere umano. Emil Cioran, un grandissimo e arguto filosofo rumeno, diceva che gli esseri umani non sono nati per essere d’accordo ma per prendersi a schiaffi (ride, ndr), e se si guarda a quel che ci succede intorno, si capisce che un minimo di verità nell’affermazione esiste. Le guerre sono l’emblema dello spreco totale di risorse e di tempo. Parliamo di green, di economia pulita e sganciamo bombe che inquinano e inquineranno. Tutto questo ha un senso? È necessario un cambio di rotta. O si cambia, o la nave affonda…

… e smettiamo di suonare. A proposito: la musica aiuta ancora?

La musica aiuta sempre, perché è quell’elemento che, rispetto alle altre arti, entra fisicamente nel nostro corpo e ne modifica gli stati d’animo. Ed è l’unica musa dalla quale prende il nome.

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