Culture

C'è tutta la Straordinaria nel Raccontalatour

Il bando, tredici progetti per un viaggio audiovisivo nella Torre: scelti (e proiettati) quelli di Alessandra Müller, Lisa Barzaghi e Patrick Botticchio

La Torre sta per chiudere
(Ti-Press)
25 marzo 2023
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La Tour Vagabonde, torre itinerante conosciuta anche come La Straordinaria, a Lugano da tre mesi, ha permesso l’incontro, grazie alla moltitudine di eventi che ha proposto, tra molti ticinesi, di diversa estrazione sociale ed età. Il Raccontalatour, come evidenzia il nome, è un progetto incentrato sul racconto, attraverso le immagini, dell’esperienza che questo spazio ha suscitato nei suoi frequentatori. Un bando di concorso aperto, in cui sono pervenuti 13 progetti e che ha premiato tre di questi, scelti da tre giudici: Alessandra Müller (Grsi/Ard/Ssa), Lisa Barzaghi (Tfc) e Patrick Botticchio (Afat). Un’ottima possibilità per giovani creativi che ha coinvolto molte persone e permesso un viaggio audiovisivo attorno e all’interno della torre, una scommessa partita da idee su carta e che ha trovato un ottimo riscontro, sia dagli artisti, sia dagli spettatori presenti alla proiezione.

‘Sopra i miei occhi’

La serata di giovedì scorso si è aperta con ‘Sopra i miei occhi’, di Andrea Palamara e Veronica Astrid Wolff, un documentario d’intervista che ha offerto uno spaccato di ciò che pensano i giovani riguardo le possibilità che sentono esclusive per loro. A una mezza dozzina d'intervistati è stato chiesto quali fossero i loro desideri, per quanto riguarda attività organizzate e vita notturna nel territorio, una sorta di breve resoconto sui loro pensieri, che non nascondono una certa frustrazione: per alcuni si tratta di una città fantasma, altri vorrebbero un’alternativa all’ambiente della discoteca e, in generale, tutti sono d’accordo sul fatto che, in questo momento post-covid che ci ha isolati gli uni dagli altri, urge la necessità di trovare luoghi di riferimento per i giovani, per riallacciarsi in un qualche modo alla comunità o anche solo per avere uno spazio in cui poter assistere a qualcosa d'interessante e interagirvi. Girato a chilometro zero, il documentario fa riflettere su che cosa sia effettivamente destinato ai giovani, tra le difficoltà di mettere d’accordo interessi e gusti diversi, evidenziando la loro stessa volontà d'impegno per reinserirsi socialmente nonché la richiesta, alle istituzioni, di venir loro maggiormente incontro.

‘Quello che resterà’

Il secondo cortometraggio, ‘Quello che resterà’, di Branislava Trifkovic e Nadir Paltenghi, è un documentario focalizzato sulle immagini e accompagnato da voci fuori campo che raccontano la torre, narrando il suo manifesto, spaziando per il ruolo che questo edificio ha ricoperto in questi mesi e affrontando le conseguenze positive che può determinare per gli spazi autogestiti e i luoghi d’incontro sociali. Le voci non hanno un volto e parla la città, parla La Straordinaria, anche stavolta senza nascondere una certa frustrazione, derivata da una forte volontà di maggiore coinvolgimento e di mancanza di organizzazione di attività più eterogenee, indipendenti e differenti da quello che offre il panorama dello svago a Lugano. Ciononostante vi è la consapevolezza della temporaneità della torre, che non può quindi risolvere i problemi di rilancio delle realtà indipendenti, ma che può essere il seme per far nascere un modo diverso di concepire la comunità.

In un contesto politico che tende a emarginare un certo tipo di attività e persone, come il recente abbattimento del Molino, La Straordinaria vuole dimostrare che lo spazio autogestito non solo è possibile ma ricercato da molti, con circa 65 serate organizzate che hanno dato alla luce 40 concerti, 22 perormance, 9 proiezioni, 3 esposizioni e tanto divertimento per giovani, adulti e famiglie. In alternanza alle immagini reali, dei vetrini di microscopio che mostrano un piccolo mondo, un piccolo ecosistema, mentre il suono riprende eventi passati del luogo, tra il chiacchiericcio delle persone ai tavoli fuori della torre, le urla durante i concerti, la gioia dei bimbi.

‘Cosmic Latte’

Ultimo ma non meno interessante è il cortometraggio ‘Cosmic Latte’, dalla forte identità sperimentale, di Alan Koprivec, girato in pellicola con il super 8. Immagini caratterizzate da quella patina suggestiva che da sempre appassiona ogni buon cinefilo che si rispetti e che trascina con se una gaia malinconia. Un viaggio cosmico, spaziale, alienato e allo stesso tempo vicinissimo alla torre, alle sue assi di legno, alle sue scalinate e ai volti di alcuni tra coloro che ne hanno fatto parte, dall’interno. Un linguaggio disturbante che è anche più di un semplice esperimento; una sorta di Via Lattea costituita, proprio come la nostra galassia, da frammenti di vita e dettagli che, nella loro semplicità, nascondono a loro volta altri piccoli universi, in un gioco di luce e suoni che ricorda l’infanzia. Un progetto di cui inizio e fine sono andati perduti, a causa di imprevisti durante lo sviluppo della pellicola ma che, forse proprio per questo, ha trovato la propria identità e genuinità.

Un bilancio estremamente positivo per questo terzultimo giorno di vita per La Straordinaria, che chiuderà i battenti domenica 26 marzo, dopo aver lasciato in molti una certa soddisfazione, ma anche un po’ di rammarico, per la sua fine. Chissà che progetti come questo, che sono vera e propria linfa vitale per la città di Lugano, non possano essere davvero un punto di partenza per un cambiamento che, da un punto di vista sociopolitico, pare auspicabile, se non addirittura necessario.

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