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Saltamacchia e Avilés, due sorelle in Zona’B

Un’associazione per sostenere le arti del territorio, e per far rivivere assieme al Teatro Sociale, a partire dall’8 marzo, ‘Territori Festival’

Margherita Saltamacchia (sx) e Raissa Avilés
7 marzo 2023
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Basta una persona per fare il gioco dell’elastico (detto anche ‘dello spago’ e ‘della matassa’), ma a meno che non si sia dotati per natura di più di due arti e relative mani, farlo in più di una persona è assai più divertente. In modo più colto, il gioco dell’elastico è detto ‘Ripiglino’, ma poco importa. Ciò che importa è l’idea di fondo, quella che appare sul manifesto del nuovo ‘Territori’, il Festival di teatro in spazi urbani che torna da un passato non lontanissimo (si fermò nel 2018 dopo avere offerto per cinque anni uno sguardo assai ampio, da molti rimpianto, sulla scena teatrale ticinese, svizzera e internazionale) per riconsegnarsi nuovamente alla popolazione dal prossimo 8 marzo, fino a domenica 12.

«Sì, Gianfranco dice bene, lo abbiamo voluto anche noi di Zona’B». Gianfranco è Helbling, direttore del Teatro Sociale di Bellinzona, e Zona’B (B’Zona al contrario) è l’associazione voluta dalle artiste Margherita Saltamacchia e Raissa Avilés, nata per sostenere gli omologhi del territorio attraverso un lavoro mirato di promozione e consulenza. Associazione che con il Sociale si spartisce questa rinascita.

La rete

È con Saltamacchia (sono sue le parole poco sopra) che entriamo nel merito di Zona’B. «L’associazione nasce nell’ottobre del 2022 grazie a un fondo della Confederazione; Raissa è venuta da me per dirmi che dovevamo creare qualcosa insieme, qualcosa che servisse, che facesse rete. Abbiamo steso la lista dei desideri, quelli che hanno sempre gli artisti, le compagnie indipendenti, e cioè avere chi s’incarica di vendere gli spettacoli, chi è capace di uscire dal Canton Ticino per andare in Svizzera e in Italia». Da cosa nasce cosa: «Un esperto di comunicazione, del mondo social, un grafico, un webmaster. Abbiamo fatto colloqui per 4-5 mesi, nei ritagli di tempo, e incontrato tante persone. Alla fine la squadra è questa». Ovvero, insieme al duo Saltamacchia-Avilés: Michela Mannari, che si occupa della distribuzione degli spettacoli, «deputata ad allacciarsi con i teatri e motivarli»; Samuele Ponzio, l’ufficio stampa, Andrea Del Curto, colui che si occupa di fare i conti, «la persona che ci ha fatto capire se il nostro fosse un progetto utopico o almeno lontanamente fattibile, che ci ha dato il suo apporto professionale in tutte quelle cose che un attore non è detto sappia fare»; e poi Simone Savinelli alla contabilità, Rossella Maspoli per la distribuzione della musica e Marzia Montagna al lavoro su ‘Territori’ (Davide Valdarnini di Print or Dye è quello del ‘Ripiglino’, il logo di Zona’B è di Madball).


Zona’B

Il treno

‘Territori’ è un biglietto di presentazione per Zona’B: «Ci siamo accorti che era un po’ difficile portare singoli operatori a ognuna delle date dei nostri spettacoli. Perché non un evento unico, dunque, che mosti agli operatori cos’è il teatro del Ticino?». Da due, idea iniziale, i giorni sono diventati cinque. «E perché non una collaborazione con il Teatro Sociale, per fare ripartire ‘Territori’, cosa che tutti gli artisti vogliono in Ticino?». Alcuni sono spettacoli che hanno già debuttato, ma ai quali magari la pandemia si è messa di traverso; ci sono anche prime e anteprime. «L’intento è la vetrina, ma anche l’opportunità».

Quanto all’internazionalità delle precedenti edizioni, il problema è secondario: «Sono una persona che va regolarmente a teatro; sono disposta a farmi anche tre ore di treno, e la cosa mi arricchisce. Il confronto internazionale è sempre utile, ma è vero anche che non dobbiamo cadere nella sindrome del brutto anatroccolo, quella che rende tutti bravi quelli che arrivano da fuori, senza accorgerci che di materiale interessante ne esiste anche qua. Ok, è bellissimo che vi sia un festival internazionale, che ci si vada a confrontare con il mondo intero, però ‘Territori’ può tranquillamente ripartire dal territorio». E quindi, siano gli altri, per una volta, a prendere il treno.

Come mi devo vestire?

Teatro Sociale, Officina Nephos e le strade dalla capitale, Piazza Buffi in primis, sede del Centro Festival, sono i luoghi deputati allo spettacolo, destinato anche al pubblico giovane. Si comincia l’8 marzo con una proposta dedicata alle famiglie; a seguire, la musica. «Abbiamo pensato ai giovani in pandemia, a quanti anni avessero nei giorni del lockdown. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello raccontare cos’è il teatro. Loro sono quella fascia d’età che sullo scoprire il mondo ci ha rimesso più di altre». E la tendina in Piazza Buffi, con musica dal vivo fino a mezzanotte, è anche l’occasione per ricordare che il teatro non è una forma elitaria: «Si pensa sempre sia una cosa solo per addetti ai lavori, o solo per ricchi. "Come mi devo vestire?" è la domanda che mi fanno regolarmente. Più che spiegare che ognuno può vestirsi come gli pare, proviamo a metterlo in pratica».

Insieme

Zona’B ora cammina sulle proprie gambe. Cerca sostegno e ringrazia chi ne ha già dato. Ringrazia anche l’Associazione Amici del Teatro, «splendidi volontari che hanno lo spirito per costruire qualcosa di grande, sempre». Le compagnie seguite al momento sono cinque. «Speriamo in futuro di poter allargare questa nave, perché deve essere chiaro che siamo ancora nell’ambito della sfida, e le compagnie che si sono affidate a noi stanno rischiando insieme a noi. Per ora, Zona’B ha prodotto una rete di rapporti molto belli. Resta un’associazione no-profit, non si diventa certo ricchi, ma lo stimolo è molto forte. La sfida è anche politica». Una sfida che poggia su di una forte amicizia, cementatasi nei giorni in cui i teatri si svuotarono: «Con Raissa, in questi anni abbiamo condiviso tantissimo. Un vero peccato, nei giorni del lockdown, non essere appartenute al medesimo nucleo familiare. In quei momenti abbiamo anche pensato di spacciarci per sorelle. Due sorelle, in fondo, lo siamo diventate comunque. Anche nello sconforto, in due è diverso, ci si rialza insieme, quando cado io mi rialza lei e viceversa». Almeno in due, come nel gioco dell’elastico. Vuoi mettere? (programma completo su www.territorifestival.ch e su www.zonab.ch).

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