Culture

Sherlock Holmes, Woolf, Hemingway liberi da diritti d’autore

Nel 2023 scade il copyright delle opere pubblicate nel 1927, fra gli altri anche il film ‘Metropolis’ di Lang. Nel 2024 toccherà al primo Topolino.

Una ricostruzione dell’ufficio di Sherlock Holmes a Lucens, nel Canton Vaud
(Keystone)
30 dicembre 2022
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Dopo l’Orsetto Pooh e il Grande Gatsby, anche Sherlock Holmes è finalmente libero da copyright: gli ultimi due racconti che hanno come protagonista il detective creato da Arthur Conan Doyle entreranno il primo gennaio nella sfera del pubblico dominio essendo passati 95 anni dalla loro pubblicazione.

Anche musica e cinema

Con lo Sherlock di ‘L’avventura dell’inquilina velata’ e ‘L’avventura di Shoscombe Old Place’ (l’ultima avventura dell’investigatore) saranno liberi dai vincoli del diritto d’autore migliaia di libri usciti nel 1927 tra cui ‘Gita al faro’ di Virginia Woolf, ‘America’ di Franz Kafka, ‘Il tempo ritrovato’, l’ultimo volume di ‘Alla ricerca del tempo perduto’ di Marcel Proust, nell’edizione originale francese, ‘La morte viene per l’arcivescovo’ di Willa Cather, ‘Uomini senza donne’ di Ernest Hemingway e ‘Zanzare’ di William Faulkner. Libere anche dal primo gennaio le parole e la musica di ‘Puttin’ on the Ritz’ di Irving Berlin.

Tra i film, ‘Metropolis’ di Fritz Lang, ma anche ‘The Jazz Singer’, il primo dell’epoca del sonoro con dialogo sincronizzato.

Terremoto annuale

Il terremoto è annuale e con profonde conseguenze, perché permette non solo di leggere gratuitamente le opere svincolate su piattaforme web come Google Books, ma anche di dar vita a nuove versioni senza pagare royalties e senza che i nuovi autori diventino bersaglio di cause legali. È andata così con l’Orsetto Pooh, una delle più redditizie franchise della Disney, dopo esser stato svincolato l’anno scorso assieme ad altri amici del Bosco dei Cento Acri: un cineasta esordiente lo ha trasformato nel protagonista di un film dell’orrore ‘Winnie-the-Pooh: Blood and Honey’ che uscirà a febbraio 2023 (negli Stati Uniti). Nel film il personaggio di Christopher Robin parte per il college. I suoi due amici zoomorfi si sentono abbandonati e cominciano così a commettere indicibili atrocità contro gli esseri umani.

Steamboat Willie

Intanto si prepara la ‘liberazione’ del primo Topolino: il prossimo anno il Mickey Mouse dello short animato ‘Steamboat Willie’ compirà i fatidici 95 anni essendo uscito il 18 novembre 1928 col risultato che sarà incluso il giorno di Capodanno 2024 tra le ‘icone’ del pubblico dominio.

La Disney ha un ruolo di primo piano nella difesa a oltranza del diritto d’autore. Tutto nasce dalla legge del Congresso che ha prorogato di vent’anni, da 75 a 95, il diritto di copyright. Ribattezzato dagli scettici il ‘Mickey Mouse Protection Act’, il provvedimento era stato approvato dietro le pressioni del colosso di Anaheim per tenere sotto diritto d’autore più a lungo possibile le creazioni dei suoi artisti partendo proprio da ‘Steamboat Willie’.

Nel 2024 scadrà solo il copyright su quella versione del topo (naso a punta da ratto, occhi senza pupille, lunga coda), mettono in guardia gli esperti legali di fronte ai fermenti dei tanti creativi che sperano di approfittarsi della liberazione del personaggio della Disney: restano protette infatti tutte le altre versioni di Mickey tra cui quello con i pantaloncini rossi e i guanti bianchi con cui è più familiare il pubblico di oggi.

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