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Aprire una libreria in era digitale. ‘La gente cerca cose vere’

Un nuovo ‘luogo di libri’ s’aggiunge agli oltre venti riuniti nell’Associazione librai ed editori della Svizzera italiana. La scelta di Paola Pascarella

La nuova libreria BelloMondo a Giubiasco
(Ti-Press/Massimo Piccoli )
21 dicembre 2022
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Un telefono rosso a rotella (pregasi eventuali lettori giovani di googlare ‘telefono a rotella’ sul loro cellulare senza più nemmeno i tastini per farsi un’idea dell’iconico oggetto risalente al millennio scorso, quando le chat non si digitavano ma si facevano spesso attaccati proprio alla cornetta del suddetto oggetto), una credenza scovata per caso in una cantina «mentre cercavo altro», un divanetto in velluto. Entrare nel BelloMondo di Paola Pascarella non è però fare un salto nostalgico nel passato, perché nella realtà degli Instagram, dei TikTok e dei Facebook aprire una libreria è il più moderno dei gesti; al pari di continuare a tenerne aperta una. Inaugurata il 29 ottobre in centro a Giubiasco è l’ultima nata delle oltre venti che esistono e resistono sotto il cappello dell’Associazione librai ed editori della Svizzera italiana; un numero testimone della vivacità del settore.

Educatrice sociale di formazione, Pascarella dopo avere lavorato in quell’ambito per quindici anni in particolare con i bambini e ragazzi dai tre mesi ai diciott’anni, «forte anche della mia passione per la lettura, mi sono lanciata».

Però non tutti gli appassionati lettori aprono un negozio di libri. Perché farlo, in un’epoca in cui si sta sempre più online e non di rado l’attenzione si limita al titolo o alle prime righe di un articolo?

Più che ai possibili fattori negativi, ho pensato a tre cose: volevo stare bene con un mestiere che mi rendesse felice; me come cliente (ho sempre cercato librerie fisiche e i librai che mi consigliassero); al fervore che a mio parere esiste ancora nonostante tutto.

L’e-book è una minaccia per la carta o il digitale può spostare lettori verso il libro fisico? Oppure i due modi di leggere si rivolgono a due pubblici diversi?

L’e-book è un modo diverso di accedere alla lettura. Se torno a me come cliente, l’e-book non sostituisce il cartaceo però mi rendo conto che per taluni o in certe occasioni (come le vacanze) è comodo. C’è chi fa uso di entrambi: l’e-book per, chessò, acquistare serie che i figli ‘si mangiano’ leggendone un volume in due giorni, e poi acquistando i libri fisici che si vuole avere in casa. È indubbio che le persone cerchino ancora il cartaceo e la persona che consiglia, e apprezzano lo scambio di idee e l’accoglienza. Che è poi il bello delle librerie.

Si può dire che una libreria sta alle vendite online come una sartoria all’industria del fast fashion?

I paragoni possono essere fatti su più livelli. Trovo che negli ultimi tempi si sia andati (o tornati, a seconda dei punti di vista) verso una ricerca di prodotti curati; alla scoperta o riscoperta delle cose realizzate a mano o uniche, piuttosto che ai prodotti in serie sì meno cari ma anche di minor fattura e pregio e magari, tornando all’esempio dei vestiti, di minor durata.

Sappiamo che gli ultimi anni non sono stati facili e le difficoltà hanno influito sul potere d’acquisto; però il libro, rispetto ad altri oggetti, rimane un ‘investimento’ che ci si sente o si ha voglia di fare. Più che un oggetto è considerato un bene. Certo si può vivere anche senza, però la mia percezione è che sia una piccola coccola dentro cui si trovano pezzi di vita.

Generalizzare lascia sempre il tempo che trova e i gusti sono tanti quante sono le persone che leggono. Ma dal suo osservatorio di cosa hanno voglia? Quali contenuti cercano?

Se parliamo degli adulti la prima cosa che mi viene in mente è che cercano leggerezza. Moltissime persone mi dicono che leggendo, vogliono svagarsi. Per ciò che concerne i bambini, invece, la richiesta da parte dell’adulto che acquista per loro è che si tratti di un testo educativo. Mentre loro, i bambini, spesso arrivano già con idee chiare, entrano, ‘puntano’ o prendono direttamente questo o quel volume, gli adulti tendono a cercare per i loro figli (o nipoti o conoscenti) contenuti che insegnino qualcosa. La letteratura per bambini e ragazzi oggi propone davvero tanto: libri che forniscono degli spunti, altri che insegnano qualcosa, altri che lasciano più domande di quante se ne aveva prima di leggerli. E poi, esattamente come è il caso per la letteratura per adulti, ci sono libri che sono ‘semplicemente’ divertenti.

Perché sfatiamo un mito: un volume non dev’essere per forza un insegnamento. Può essere un passatempo che non deve richiedere studio o eccessivo impegno. Vale per i grandi, che appunto non a caso chiedono leggerezza; e vale per i più giovani.

Lettori si nasce, per così dire, o si può diventare in là nel tempo? Se non ci si avvicina alla lettura da piccoli, poi c’è il rischio di ritenere il libro un ostacolo troppo ostico?

Da parte di chi non sta col naso tra le pagine da quando è giovane c’è un po’ ancora, a mio modo di vedere, l’idea o il timore che un libro richieda un impegno non indifferente e che quindi in tal senso non sia per tutti. La mia opinione è che, come è il caso per altre cose, superata una certa fatica iniziale si possa e si sia in grado di ‘imparare’ a leggere a qualsiasi età. Se ci si inizia ad allenare, si può diventare appassionati di jogging anche se da piccoli non si è praticato l’atletica. Ecco: anche leggere, se diventa un’abitudine che si allena, è fattibile.

Quali sono le qualità e le competenze che deve avere un libraio oggi, per poter consigliare?

Nel mio caso mi stanno aiutando parecchio la mia formazione e le relative competenze acquisite, che mi hanno insegnato ad accogliere l’ascolto. A volte in negozio entra una persona che chiede qualcosa di un certo genere ma, sentendo cosa dice, capisco che sta in realtà cercando altro. Il mio pensiero è che se si ascolta bene, si consiglia bene; e peraltro se si consiglia bene, è più facile che il cliente tornerà.

Poi sicuramente più autori, editori e libri un libraio conosce in maniera più o meno approfondita, più riesce a individuare cosa proporre. E siccome non si può aver letto ogni volume che esce, ovviamente si fa capo ai cataloghi, alle recensioni e, perché no?, alle conoscenze degli altri librai. Specie per chi come me ha appena iniziato, tutte quelle persone che sono assai competenti sono fondamentali.

Una nuova libreria in un panorama tutto sommato ristretto come il Ticino, come è accolta da quelle già presenti?

Direi bene. In generale credo che chi lavora tra i libri sia contento di vedere altri luoghi di libri. Con diverse librerie mi sento, mi confronto, chiedo consigli e pareri; trovando parecchia disponibilità.

Un buon libraio sconsiglia un titolo, a costo di non venderlo?

Sì – senza esitare e con una risata –. Decisamente, sì.

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