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Con Mahler nella modernità

L’Orchestra della Svizzera italiana, Markus Poschner e il baritono Christian Gerhaher, solista: cronaca di un giovedì stupefacente

Poschner (sx) e Gerhaher
(© OSI / L. Sangiorgi)
27 novembre 2022
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Un programma esteso dagli anni Ottanta dell’Ottocento agli anni Trenta del Novecento nel concerto dell’Orchestra della Svizzera italiana diretta da Markus Poschner con solista il baritono Christian Gerhaher.

‘Blumine’ (1884), tempo di una sinfonia e otto Lieder della raccolta ‘Des Knaben Wunderhorn’ (1888-1901) di Gustav Mahler (1860-1911), la Sinfonia ‘Mathis der Maler’ (1934) di Paul Hindemith (1895-1963).

‘Blumine’, che si traduce "raccolta di fiori", è un andante, secondo tempo di un poema sinfonico in cinque tempi, scorporato da Mahler, quando trasformò il poema sinfonico nella sua prima sinfonia dall’organico gigante. Sono dieci minuti di musica risparmiati da questo gigantismo, certamente una introduzione appropriata ai programmi sinfonici anche per orchestre dall’organico quasi cameristico come la nostra, che giovedì, leggermente squilibrata all’inizio con i fiati che prevaricavano gli archi, guidata dall’eccellente tromba solista ha occupato progressivamente lo spazio sonoro ed è giunta in equilibrio perfetto alle note finali pizzicate dall’arpa.

I Lieder eseguiti sono stati: ‘Der Schildwache Nachtlied’, ‘Wer hat dies Liedlein erdacht?’, ‘Rheinlegendchen’, ‘Das irdische Leben’, ‘Wo die schönen Trompeten blasen’, ‘Revelge’, ‘Der Tamboursg’sell’, ‘Urlicht’. Nel bel programma di sala, sotto il titolo ‘Con Mahler nella modernità’, Christian Gerhaher scrive che in queste opere il compositore "esprime nel modo più drastico e compiuto le sue convinzioni umanistiche". Penso allora a Theodor W. Adorno che scrisse: "Qui Mahler trasse dalla sua nevrosi la forza di un’espressione la cui serietà superò ogni limitazione estetica". È intrigante pensare a testi elaborati all’inizio dell’Ottocento dagli scrittori Achim von Arnim e Clemens Brentano, rivestiti da una musica che si proietta nel Novecento. È stato affascinante vivere l’esecuzione di giovedì. Solo i veterani delle sale da concerto che hanno conosciuto Dieter Fischer-Dieskau o Thomas Quasthoff hanno già ascoltato dal vivo interpreti di Lieder dello stesso livello di Christian Gerhaher. E ci ha inorgoglito la constatazione che il direttore e l’orchestra erano assolutamente al suo livello. L’esecuzione degli otto Lieder è durata cinquanta minuti in una sala calata in un silenzio assordante e, quando si è spenta l’ultima nota Poschner con la mano destra alzata ha prolungato il silenzio per forse un minuto.

"Mathis der Maler" è Matthias Grünewald l’autore intorno al 1515 del Polittico di Isenheim, custodito adesso nel museo di Colmar. È il titolo di un’opera alla quale lavora Paul Hindemith, quando sta per essere travolto dall’avvento del nazismo, che lo costringerà a lasciare la Germania. L’opera avrà infatti la sua prima esecuzione allo Stadttheater di Zurigo. Riuscirà invece ad avere ancora una prima esecuzione a Berlino diretta da Wilhelm Furtwängler la Sinfonia estratta dall’opera, che è piuttosto una Suite in tre tempi ispirati a tre pannelli del polittico: ‘Concerto degli Angeli’, ‘Deposizione’ e ‘La tentazione di Sant’Antonio’.

Markus Poschner e l’Orchestra della Svizzera italiana ne hanno dato un’interpretazione stupefacente, con contrasti dinamici, scelte ritmiche, colori timbrici originali e curatissimi, che hanno lasciato gli ascoltatori esterrefatti.

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