Il 14 e 15 ottobre a Biasca entra nel vivo il primo Festival della letteratura per l’infanzia della Svizzera italiana. Ce lo illustra Fosca Garattini.
Il piacere di leggere può prendere il volo anche mordicchiando un volumetto o tentando di strapparne le pagine, come fanno i bebè nonostante i simpatici rimbrotti dei genitori. A loro, dei piccini, discolpa e per consolazione dei grandi, tatto e gusto sono tra i primi sensi attraverso i quali un bimbo si avvicina ai libri. Oltre all’ascolto, grazie alla narrazione di fiabe o racconti; ben prima della vista, intesa come capacità di decifrare le lettere. Poi c’è chi, adulto, tra le pagine affonda il naso, capace perfino di rinunciare a un acquisto perché il libro non sa di buono. Ma questa è un’altra storia.
È ai più piccini che è dedicato ‘Con le ali’, il primo Festival della letteratura per l’infanzia nella Svizzera italiana. Dopo una giornata rivolta agli insegnanti il 16 agosto, l’evento entrerà nel vivo venerdì 14 e sabato 15 ottobre e tra gli ospiti sono annunciati Stefano Bordiglioni, Luigi Dal Cin, Albertine e Germano Zullo, Giovanna Pezzetta, Cristina Petit, Gionata Bernasconi, Eva Francescutto. Ce ne parla Fosca Garattini, organizzatrice insieme a Daniele Dell’Agnola, Orazio Dotta e Gionata Bernasconi, con il coinvolgimento di Bibliomedia Biasca, Circolo di Cultura Biasca, Ispettorato Scuole comunali e Istituto Svizzero Media e Ragazzi di cui Garattini è direttrice.
Com’è nata l’idea di ‘Con le ali’?
Da una collaborazione tra più persone che già lavorano nell’ambito della letteratura. Alla base c’è la volontà di portare ancora più forte il messaggio dell’importanza della lettura fin dalla prima infanzia, visti i numerosi benefici che può trarne il bambino. Per questo il festival è dedicato all’istituzione scuola, in particolare ai docenti, oltre che ai bambini e alle famiglie. Riteniamo che così si arrivi a sensibilizzare in maniera più ampia e diretta.
La lettura comporta numerosi benefici fin dalla più tenera età, diceva. Ce ne illustra alcuni?
I giovamenti sono molteplici. A livello emotivo si può citare il rapporto che si instaura con il libro fin da piccolissimi: un bebè al quale un adulto legge, si abitua a questo oggetto, che inizialmente scopre attraverso i cinque sensi. Così come l’abitudine all’ascolto e, di riflesso, a comprendere; a capire che le lettere messe insieme formano delle parole, che formano delle frasi, che formano dei concetti, che formano una storia. Da qui, nel bimbo può nascere il desiderio di andare più avanti a scoprire da solo, dei mondi che portano a viaggiare con la fantasia. Un altro beneficio è la relazione che si crea con la persona di riferimento che legge ad alta voce; può essere un genitore, un nonno, un fratello, un parente o un amico. Attraverso l’emozione di questo dono fatto al bambino, lo si abitua a un momento privilegiato di condivisione e attenzione. È qualcosa che il bambino associa a un momento piacevole e, crescendo, andrà a ricercare queste sensazioni vissute da piccolo legate al libro. Per questo il libro verrà associato a qualcosa di positivo, a situazioni che hanno fatto stare bene.
A livello cognitivo c’è indubbiamente tutto il côté legato all’arricchimento del vocabolario, all’imparare una serie di parole che non necessariamente vengono usate nella quotidianità. E pure il riconosce le abitudini giornaliere, grazie in particolare ai libri per i più piccolini (quelli che raccontano ad esempio di un bimbo che mangia la ‘pappa’ o di quello che riconosce un cagnolino, o di determinate azioni come lavare i denti e andare a dormire e così via) che permettono al bimbo di riconoscersi come personaggio già dalla tenera età che ne accentuerà, crescendo, il piacere di riconoscersi immedesimarsi in storie o personaggi. È una passione che bisogna imparare perché, come diceva Gianni Rodari, non si nasce con l’istinto alla lettura come invece si nasce con quello di mangiare. L’esempio che può dare l’adulto di riferimento è importante e noi ‘grandi’ abbiamo tra le mani un potere immenso da poter donare al bambino, per dotarlo di questi strumenti.
Perché avete optato per un evento dedicato ai giovani solamente fino alle elementari?
Perché a livello di festival non c’era qualcosa dedicato a questa fascia di età; mentre per i ragazzi di medie e superiori l’offerta è già ricca, sia in termini di festival che di altro (cito ‘La notte del racconto’, ‘Nati per leggere’, ‘Storie controvento’). Di conseguenza ci è sembrato interessante destinare un evento ai più piccoli, anche sensibilizzare le persone di riferimento, su quanto l’avvicinamento al libro fin dalla tenera età sia importante.
Fuor di generalizzazioni è possibile dire che un bambino che legge, sarà poi un adulto che legge?
Io amo la citazione ‘Un bambino che legge sarà un adulto che pensa’ dello psicologo statunitense Jerome Bruner. Leggere dà davvero la possibilità di riflettere, di costruire mondi paralleli, di pensare ad altre tipologie di realtà alle quali si può accedere. Ovviamente non è scontato che chi legge da piccolo, lo farà anche da adulto; ma ci sono più possibilità che lo faccia. Perché, ripeto, la lettura viene ricollegata a qualcosa che ha fatto star bene e quindi nel libro si ritrova a vivere un’esperienza piacevole. Può essere che, per vari motivi, nel percorso di crescita si accantoni la lettura, però col tempo la si riprende. Al contrario non è detto che chi non legge o ascolta storie ad alta voce da giovanissimo, non diventi un lettore da adulto. Perché magari trova o si appassiona a una tipologia di libri, come possono essere il fumetto o il giallo, e dunque a un determinato modo di raccontare che può coltivare.
Cosa verrà proposto il 14 e 15 ottobre a Biasca?
La giornata di venerdì è indirizzata alle scuole ed è attesa la partecipazione di milletrecento bambini. La sera (ore 20, Bibliomedia Biasca)è prevista una tavola rotonda aperta al pubblico, tendenzialmente adulto, durante la quale Letizia Bolzani intervisterà gli autori presenti al festival. Si parlerà dunque di letteratura per l’infanzia vista da diverse angolature e differenti modi di scrivere, di approcciarsi ai bambini, di illustrare. Sabato la giornata è aperta a tutti, anche alle famiglie, e propone incontri e atelier, una mostra, lo spettacolo ‘Il coraggio di amare’ di e con Christian Pezzatti e il piccolo Nael, presentato dal teatro TAN di Biasca. Il programma completo si trova su www.festivalconleali.ch, l’iscrizione non è necessaria.