Culture

Un nuovo fondo regionale per la Ticino film commission

Presentato l’Airolo film fund. E il bilancio positivo degli ultimi quattro anni di promozione del cinema in Ticino

6 maggio 2022
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La Ticino film commission ha invitato i giornalisti al confine nord del cantone: la conferenza stampa di bilancio dell’ente che promuove le produzioni audiovisive in Ticino si è infatti tenuta ad Airolo, aggiungendo alle statistiche sui quattro anni appena conclusi la presentazione di un nuovo fondo regionale a disposizione di produttori. L’Airolo film fund nasce sul modello del fondo recentemente messo a disposizione dalla Città di Mendrisio e risponde – come in generale l’attività della Ticino film commission – a una duplice esigenza: da una parte creare indotto economico, dall’altra usare l’audiovisivo per raccontare e promuovere il territorio, aspetto quest’ultimo particolarmente sentito ad Airolo in vista della conclusione del cantiere per il nuovo tunnel autostradale. «Se nel 2030 vogliamo partire con la nuova Airolo, dobbiamo iniziare oggi nel 2022» ha spiegato il sindaco Oscar Wolfisberg. Promozione turistica ed economica di un territorio dalle importanti potenzialità ma, ha aggiunto il municipale Luca Medici, l’Airolo film fund è anche uno strumento di sviluppo culturale e come tale un segnale importante.
In concreto, si tratta di un fondo di 20mila franchi l’anno messi a disposizione dal Comune per sostenere le spese dirette effettuate nel territorio comunale per la realizzazione di un film o una serie tv. Ogni produzione che si avvarrà di servizi o prestazioni nel comune di Airolo, come lavori di falegnameria sul set o alloggi e ristoranti per la troupe, potrà ricevere indietro fino al 30% di quanto speso; la gestione del fondo, come nel caso di Mendrisio, è affidata alla Ticino film commission che si occuperà di esaminare le richieste. «Gli incentivi finanziari sono uno degli strumenti migliori per portare produzioni cinematografiche sul territorio» ha spiegato il direttore della Ticino film commission Niccolò Castelli. Il lavoro di ricerca di location, di aiuto nell’organizzazione e nell’ottenimento dei permessi è certamente importante, ma, ha ricordato Castelli, «quando gli incentivi finanziari erano pochi, una produzione veniva in Ticino solo se era necessario mostrare un luogo specifico che si trova in Ticino, con gli incentivi è invece possibile fare un discorso diverso e risultare più attrattivi anche per produzioni che potrebbero essere realizzate altrove».
La speranza, per non dire l’invito, è che altri enti locali creino fondi simili.

Quattro anni in positivo

Come detto, la conferenza stampa è stata occasione per presentare il bilancio del quadriennio 2018-2021 della Ticino film commission. Trovandoci in ambito cinematografico, i principali dati sono stati presentati in un breve video con spezzoni di film e pubblicità realizzati in Ticino, da Federer a Pieraccioni. Parliamo, sempre per i quattro anni indicati, di 128 produzioni audiovisive di vario genere accompagnate dalla film commission, più del doppio rispetto al quadriennio precedente, con un indotto economico diretto sul territorio passato da 4,6 a 13,5 milioni di franchi. I giorni di riprese sono stati complessivamente 1’300, con 800 professionisti ticinesi impiegati, 9mila pernottamenti e oltre 22mila pasti consumati – e qui Pini ha ringraziato per la collaborazione le associazioni alberghiere e della ristorazione.
I dati principali sono disponibili sul rapporto di attività sul sito ticinofilmcommission.ch. Qui è interessante notare come, nonostante nel quadriennio in esame la pandemia abbia colpito anche le produzioni audiovisive, in quasi tutti i casi sono stati raggiunti e ampiamente superati gli obiettivi indicati nella convenzione con il Cantone. Le produzioni accompagnate dovevano essere almeno 60; sono state, come detto, 128; le location scouting almeno 12 e sono state 25, gli incontri con partner e finanziatori almeno 16 e sono stati 46 e così via. Solo gli incontri formativi sono stati minori del previsto, 6 anziché 8, praticamente saltando il 2020.
Altro dato interessante, il numero di produzioni ticinesi: rispetto al quadriennio precedente sono aumentate, da una trentina a quasi cinquanta, ma in percentuale sono diminuite. «È uno degli aspetti che a me ha soddisfatto di più» ci ha spiegato Castelli, perché significa che «portare più professionisti e più produzioni da fuori cantone ha un effetto anche sulle produzioni nella Svizzera italiana».IAS

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