Culture

I 25 di Radio Ticino, Matteo Vanetti: ‘Sempre avanti coi tempi’

Oggi in via Varenna si spengono 25 candeline. Era il 21 marzo 1997 e il futuro direttore bigiava scuola per assistere all’avvio delle trasmissioni

Speaker
(Michelle Frischkopf Photography)
21 marzo 2022
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Matteo Vanetti è a Radio Ticino dal giorno in cui in via Varenna, 25 anni fa, qualcun altro per lui aprì i microfoni: «Facevo il liceo – racconta il direttore – e quella mattina avevo bigiato per assistere all’avvio delle trasmissioni. Bazzicavo nella radio ma non ci lavoravo, ero uno che nella vita voleva fare la radio e rompeva le scatole a tutti». Poi il ‘rompiscatole’ è cresciuto. «Sono cresciuto io, e pure la radio».

Il 21 marzo 1997, Radio Ticino vinceva la concessione per il Sopraceneri; nel 2008 avrebbe poi allargato il suo bacino di ascolti al Sottoceneri; sarebbe diventata per un po’ Radio Fiume Ticino per tornare, nel 2018, all’antica denominazione. «Nel 1997 – spiega Vanetti – la concessione venne data a noi perché il nostro progetto era strutturato e prevedeva una redazione, un’impostazione meno ‘pionieristica’». La concessione, per la precisione, fu data all’Associazione giovanile Diario e/o Tazebau, in seno alla quale si era creato un progetto editoriale-redazionale guidato da Oscar Acciari, co-fondatore insieme a Marcello Tonini e Fabio Bacchetta-Cattori allora presidente dell’associazione giovanile locarnese. «Fu il salto nel vuoto di chi non aveva alcuna esperienza radiofonica ma si affidò a esperti come Duilio Parietti, il direttore artistico dei tempi, che arrivava dal mondo della radio. E in questi 25 anni abbiamo sempre cercato di essere avanti coi tempi: nel 1997 eravamo già con una radio interamente digitale, niente cd; a fine Novanta facevamo i podcast malgrado qualcuno si chiedesse a chi mai sarebbero interessati».

Radiovisione

Sull’identità del primo pezzo trasmesso da Radio Ticino esistono differenti scuole di pensiero: «Andò in onda Mark Owen con ‘Clementine’», garantisce Vanetti. Senza troppo orgoglio: «Avrei preferito ‘Video Killed The Radio Star’ come MTV negli anni 80». I Buggles di Trevor Horn sarebbero stati più profetici rispetto all’ex Take That, oggi che Radio Ticino è la prima radiovisione con i videoclip della Svizzera: «Non abbiamo mai avuto una visual radio prima, per scelta. Inquadrare in tv una persona che parla in radio, soprattutto vederla mentre aspetta l’intervento successivo, a me pare una cosa fine a sé stessa. Durante il Covid, invece, con un po’ di tempo a disposizione, abbiamo finalmente studiato il progetto». Così, nell’ottobre 2021, si arriva a Radio Ticino Channel: «Ha l’impostazione della MTV degli anni 90 e lo speaker va in video solo ed esclusivamente quando parla. Un’occasione per scoprire gli artisti che suoniamo ma anche per rivedere videoclip dimenticati, vere e proprie chicche ». Per gli appassionati di tecnologia: «Abbiamo adattato un programma di messa in onda di un’azienda franco-americana leader nel campo delle radio. Da questo progetto è nato un software che avrà presto una branchia dedicata al visuale, nata proprio dagli sforzi locarnesi».

‘È cambiata la radio’

Da Mark Owen, a Radio Ticino ne è passata di musica sotto i ponti: «Dalla pandemia in avanti il nostro stile è cambiato: il parlato lungo è diventato breve, niente più aria fritta, più spazio a un parlato di contenuto. Questo ci ha portato ad avere lo share più alto di sempre. C’entra anche la musica, diretta più verso il pubblico più generalista». Detto in sintesi: «Abbiamo alzato il target del nostro pubblico, la programmazione più adulta ci ha premiato».

Il cambiamento non riguarda solo Radio Ticino: «Non c’è più il pubblico giovane, il parlato lungo ora è sui podcast, è cambiata la radio in generale, che ora deve garantire musica ma anche informazione. Un tempo in redazione avevi i giornalisti da una parte e gli speaker dall’altra, oggi si hanno programmi gestiti interamente dai giornalisti». Nel cambiamento, un punto fermo: «Abbiamo sempre fatto e continuiamo a fare radio e non televisione, e la radio la puoi ascoltare in FM, col DAB, con una app, Alexa e ora con la televisione, con la differenza che in tv, al posto di sentirla con un logo che gira, hai videoclip 24 ore su 24 e news sempre aggiornate. La tv è un mezzo aggiuntivo, ma anche quello primario per chi a casa nemmeno ha più un apparecchio radiofonico. Prioritari erano per noi i decoder e non solo internet. È lì – chiude Vanetti – che puoi essere trovato facilmente accanto ai canali tv classici». È lì, anche, che oggi Radio Ticino va in onda. Un’onda lunga un quarto di secolo.

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