Una rilettura del regista tedesco a 35 anni dalla sua scomparsa avvenuta in Ticino. A colloquio con Roberto Turigliatto, co-curatore della retrospettiva
In pieno clima primaverile, il cinema guarda già all’estate. Di Locarno75, dal 3 al 13 agosto, iniziano gli annunci a lento rilascio, il primo dei quali è una Retrospettiva che sa, parzialmente, di casa. A 35 anni dalla sua scomparsa avvenuta a Lugano, il Locarno Film Festival si cala sull’opera di Douglas Sirk, regista tedesco celebre per i melodrammi realizzati a Hollywood per la Universal, poi riscoperto dalla Nouvelle Vague, portato in palmo di mano da Rainer W. Fassbinder, primo firmatario di una generale riscoperta e rivalutazione storico-artistica. Sirk è il proseguimento del viaggio del Locarno Festival tra le figure chiave della Hollywood classica, che grazie ai documenti inediti conservati alla Cinémathèque suisse viene riletto “nella sua totalità”. Parole di Giona A. Nazzaro, direttore artistico: “Sirk ha saputo smontare le ipocrisie della società creando alcuni dei melodrammi più fiammeggianti e politici di tutti i tempi. Intellettuale coltissimo, ha lavorato sottotraccia nei generi popolari valorizzando attori come Rock Hudson, Jane Wyman, Dorothy Malone, Robert Stack, Lana Turner, Jack Palance, Jeff Chandler e ha offerto persino a uno sconosciuto James Dean la sua prima opportunità professionale”.
Nato Detlef Sierck ad Amburgo nel 1897, Sirk esordisce nel 1935 con il lungometraggio ‘April! April!’, realizza ‘Schlissakkord’ (Final Accord, 1936) e ‘La Habanera’ (1937) per poi fuggire dalla Germania nazista, cui è riferito ‘Hitler’s Madman’ (1943). Più o meno equamente diviso tra thriller, commedie e, sporadicamente, western, Sierck diventa Sirk negli Stati Uniti; assunto dalla Universal, realizza titoli quali ‘Magnificent Obsession’ (1954), ‘All That Heaven Allows’ (1955), ‘Written on the Wind’ e ‘Imitation of Life! (1959). Al suo ritorno in Europa, sceglie quale buen retiro Lugano, luogo dal quale dirige la ripresa della sua attività teatrale in Germania. Roberto Turigliatto è il co-curatore della Retrospettiva con Bernard Eisenschitz. «La scelta – ci spiega – risale a due anni fa ripensando a Leo McCarey (retrospettiva 2017, ndr), autore di grandi melodrammi hollywoodiani degli anni ’50 del quale lo stesso Sirk aveva parlato come suo omologo, ma dalle diverse caratteristiche. L’idea si è unita all’intenzione di proseguire il viaggio nei classici hollywoodiani e il tutto si è rafforzato nel momento in cui Cinémathèque suisse ci ha comunicato di possedere l’archivio personale di Sirk», ivi depositato dopo la sua morte, messe di materiale che ha imposto la ricerca «più sistematica possibile», tanto da aprire alla realizzazione di un libro. «Sono felice di curare la retrospettiva con Bernard Eisenschitz, grande storico del cinema che torna a Locarno dopo aver curato passate retrospettive. Ne ricordo in particolare una sul cinema russo in relazione al quale venne pubblicato un libro molto bello intitolato ‘Lignes d’ombre’. Sirk è anche occasione editoriale per realizzare un libro importante che lo scorso anno, nel caso di Lattuada, non è stato possibile fare».
Da Turigliatto, un estratto visivo dall’archivio messo a disposizione da Cinémathèque suisse: «Affascinante constatare quanto Sirk tenesse al suo lavoro in teatro negli anni Venti, nell’archivio c’è molto di questo. Ci sono poi progetti irrealizzati e una sezione prettamente letteraria. Un archivio molto vasto, prevalentemente in tedesco, che dimostra come l’autore, tornato in Europa, non avesse mai perso la sua radice fortemente europea». Turigliatto che ‘benedice’ questa unione a tre fra mondo tedesco, hollywoodiano e la Svizzera: “Da un lato – prosegue – riprendiamo la grande esperienza che è stato il cinema degli emigrati europei a Hollywood, in verità più di un’esperienza di cinema, un’esperienza di cultura del Novecento, col cinema innervato d’idee ed energie nuove, che hanno dato qualcosa in più al cinema americano». Nel caso di Sirk, parole del suo curatore, «questa retrospettiva dovrebbe permettere finalmente di vedere la totalità della sua opera, cosa che, d’altra parte, è sempre successa alle retrospettive di Locarno: si va per vedere un grande classico per poi scoprire cose meno conosciute altrettanto belle». Un’ultima, complessiva, riflessione: «Le retrospettive di Locarno ci hanno aperto finestre su autori che si conoscevano poco. Bisognerebbe quasi farne la storia». Una retrospettiva delle retrospettive, verrebbe da dire.
---
La Retrospettiva è organizzata dal Locarno Film Festival in partenariato con la Cinémathèque suisse e la Cinémathèque française, e la collaborazione di numerosi archivi internazionali. Il progetto vede inoltre coinvolte prestigiose istituzioni svizzere e internazionali che assicureranno una circuitazione che farà viaggiare la Retrospettiva dopo la fine dell’edizione. La Retrospettiva integrale dedicata a Douglas Sirk sarà presentata alla Cinémathèque française a partire dal 31 agosto 2022 (per maggior informazioni www.cinematheque.fr).