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Daniele Dell’Agnola, due sorelle e ‘La luna nel baule’

È in tre lingue il nuovo romanzo dello scrittore, musicista e docente ticinese, nato da due profonde ‘paginette’ dell’80enne Jolanda Giovanoli

Daniele Dell’Agnola
17 novembre 2021
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“Non ho nulla di speciale. Mi chiamo Jolanda. Ho chiesto a un amico narratore di aiutarmi a scrivere due paginette di memorie che avrei voluto lasciare alle mie due figlie. Solo che ho iniziato a parlare… lui ascoltava e io parlavo. E la storia non finiva più”. Nel 2019, a settantanove anni e un cuore che è “come un tamburo che fa un corteo di carnevale”, chiuso dopo 54 anni il suo ristorante Val d’Arca a Stampa, in Bregaglia, Jolanda Giovanoli chiede a Daniele Dell’Agnola, scrittore, musicista e docente ticinese, di raccogliere suoi istantanei ricordi di vita, cose mai raccontate perché non ne aveva mai avuto il tempo. Le due paginette sono diventate quella “storia che non finiva più”, come narra l’incipit di ‘La luna nel baule’, l’ultimo romanzo di Dell’Agnola, cinque anni dopo ‘Anche i bruchi volano’ (Gabriele Capelli).

‘Voglio vuotare il mio sacco’

«Ero in produzione con il Teatro Sociale, come musicista, con Margherita Saltamacchia per ‘Il fondo del sacco’», racconta l’autore. «Ascoltavo la voce di Margherita, la voce dell’opera, e in quel momento mi si presenta Jolanda dicendomi che avrebbe voluto svuotare lei il suo sacco, affidandomi un’oralità che mi sono ritrovato a trasformare in una pagina letteraria». Jolanda coinvolge la sorella Vera, “una vita tanto bella, ma difficile, ho sofferto con lei in silenzio”, racconta la donna in un’intervista su lanostrastoria.ch, svelando parte di un racconto personale, che diventa collettivo e include gioie e tragicità, ma che ha soprattutto la forza delle piccole cose, come rubare la fragole dall’orto di Alberto Giacometti, vicino di casa, o spiare nel suo atelier la sua “giostra di mostri abbozzati” (e anche romperli, “a pensarci c’era da prenderci tutti a sberle…”). In un’alternanza tra passato e presente, le ‘paginette’ di Jolanda coprono quattro generazioni di una famiglia bregagliotta la cui storia corre parallela agli avvenimenti storici. Con una particolarità che fa del libro un caso pressoché unico: ‘La luna nel baule’ è pubblicato dalla Pro Grigioni italiano e Armando Dadò editore in tre lingue: italiano, tedesco (a tradurre è Chasper Pult) e romancio (Anna-Alice Dazzi Gross).

«Mi sono subito accorto che i frammenti orali appartenevano a una voce profonda. Jolanda, col tempo, mi ha raccontato altri brevi episodi. Non è una narratrice, ma mi ha fornito occasionalmente esperienze di vita del suo quotidiano», da integrarsi nella ‘missione’ complessiva: «Le parole chiave di questo libro sono osservare il contesto della Bregaglia, le persone, i dettagli; ascoltare Vera e Jolanda per qualche mese, per poi trasformare nel gioco narrativo, in immagini, questa esperienza. Mi trovo per la prima volta a lavorare su del materiale reale, a trasformare in un mondo possibile, come la letteratura fa» – spiega Dell’Agnola. «Sino a oggi avevo lavorato sulla fiction, cogliendo sì dall’esperienza degli altri in quanto docente, ma qui c’è un aspetto ancor più delicato, perché nel libro si toccano anche i drammi di una persona, di una famiglia. Un lavoro delicato, e un’esperienza che mi sta insegnando qualcosa».

Itinerante

‘La luna nel baule’ ha un’altra particolarità. Porta con sé un apparato didattico creato appositamente per le scuole secondarie di primo e secondo grado, affidato allo scrittore e docente della Supsi, dove Dell’Agnola si occupa di letteratura, narrazione e didattica nella formazione delle future e dei futuri insegnanti della scuola elementare, e alla commissione letteraria della Pgi, presieduta dalla professoressa Tatiana Crivelli (Unizh). «L’apparato didattico prende il via domani mattina, quando entrerò per la prima volta con questo libro in tre classi di diversi licei zurighesi. Non so come la cosa sarà recepita, per me è tutto nuovo. Vorrei parlare alle studentesse e agli studenti di come ho lavorato con le parole, con gli oggetti, con la struttura narrativa. E mostrerò esempi di lavori simili svolti con miei allievi 15enni confrontatisi con le memorie dei propri familiari: nel 2019 hanno trasformato piccole interviste in piccoli racconti, che con la loro autorizzazione mostrerò come esempi di questo lavoro sulla parola».

Il centinaio di pagine scritte da Dell’Agnola, ci si metta anche il suo essere a proprio agio in ambiti teatrali, chiamano una versione teatrale che pare già scritta. Una lettura scenica in tre lingue si è già svolta lo scorso 2 ottobre in Bregaglia grazie alle attrici Ioana Butu (italiano), Sara Francesca Hermann (romancio) e Sarah Speiser (tedesco). «… tre attrici insieme strepitose! Sto preparando un altro adattamento con altre scelte, ma la via più praticabile pare proprio la lettura scenica. L’esperienza fatta come musicista con Margherita, e con Laura Curino in ‘Natasha ha preso il bus’, per esempio, mi porta in questa direzione, al limite tra la lettura a libro e la rappresentazione, con un vantaggio anche in ottica di trilinguismo».

Dai margini al centro

Detto che in due mesi la prima tiratura di ‘La luna nel baule’ – ‘Der Mond in der Truhe’, ‘La glina en l’arcun’, per completezza d’informazione – è stata venduta, e detto anche che la prima ristampa esce oggi, le ultime parole sono per Vera e Jolanda. «In una comunità in cui tutti noi abbiamo paura di dire, ci troviamo davanti a due donne cresciute ai margini e poste al centro della narrazione, come protagoniste, cosa che ritengo non scontata e atto che presuppone molto coraggio. Da parte mia, per la delicatezza che mi si è richiesta, e da parte loro. Jolanda ha anche dovuto lottare, facendo una profonda riflessione prima di aprirsi, in una comunità nella quale nessuno, di norma, si mette al centro a raccontare la propria storia». Per Daniele Dell’Agnola è «un piccolo seme della letteratura che porta al centro qualcosa che è ai margini. Del potere ci ricordiamo tutti, di queste storie no ed è interessante che la parola lasci un segno».

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