Culture

Biblioteche, la Braidense di Milano a rischio chiusura

Negli ultimi anni passati da 33 a 2 bibliotecari: mancano le risorse e il direttore valuta anche “la possibilità di chiudere”

L’atrio della Sala Maria Teresa (foto Biblioteca Braidense)
11 novembre 2021
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“Quando si pattina sul ghiaccio sottile si potrebbe anche ballare, e noi balliamo” dice il direttore della Biblioteca Braidense James Bradburne, presentando le prossime iniziative e lanciando l’allarme sulla situazione delle biblioteche che “ovunque in questo paese sono minacciate di chiusura”. Alla Braidense, infatti, nel 2005 c’erano 145 dipendenti di cui 33 bibliotecari, mentre ora ce ne sono 33 in tutto, di cui solo 2 bibliotecari. Aiutati dall’ex direttrice Mariella Goffredo che, nonostante sia andata in pensione a marzo, continua a lavorare da volontaria “perché in due da soli – spiega – non ce la potrebbero mai fare”. Soprattutto ora, con i lavori in corso per l’allestimento dello studiolo di Umberto Eco, che dal prossimo maggio accoglierà i 1’200 libri antichi donati dallo scrittore. Nella sala che li ospiterà, a fianco di quella manzoniana, i volumi saranno disposti secondo lo stesso ordine in cui erano a casa dell’autore di ‘Il pendolo di Foucault’. L’anno prossimo ci saranno anche da catalogare varie donazioni, dalla Prutscher, con libri illustrati da Vienna all’inizio 900, alla Rizzardi con libri d’artista contemporanei. E poi ci sono le mostre, i concerti, gli incontri, come quelli di Bookcity.

Per portare avanti tutte queste attività, servono quelle risorse umane che in questo momento scarseggiano a dir poco. “Siamo stati abbandonati” dice esplicitamente Bradburne, spiegando che essendo la biblioteca statale non è possibile assumere qualcuno in autonomia. “Non è un problema della Braidense ma delle biblioteche nazionali, alcune delle quali – sottolinea – rischiano di chiudere per sempre”. Per lui, l’unica soluzione sarebbe “lasciare le assunzioni all’autonomia delle biblioteche, con concorsi locali”. Un progetto che “non si fa in un anno ma in 10” ma che è necessario perché “è troppo tardi per una risposta cerotto”. “Franceschini è consapevole di questo problema, ma – dice il direttore di Brera – non è sulla sua agenda né su quella di Brunetta. Grazie al turismo posso mettere pressione sulla Pinacoteca, ma purtroppo le biblioteche in questo Paese non sono considerate meritevoli di sostegno: ci sarebbe bisogno di una figura come Eco per dire che non possiamo abbandonare il libro e la lettura”. Se al momento “non vedo una possibilità politica”, Bradburne sta pensando a varie opzioni come “la possibilità di chiudere, con il consenso del personale” e a un coordinamento con le altre biblioteche statali passate sotto la direzione Musei, come l’Estense di Modena e la Reale di Torino. Nonostante tutto “stiamo ancora facendo un bel lavoro, non siamo morti, anche se – conclude – la situazione è critica”.

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