Locarno Film Festival

Un pardo che ruggisce a 5mila persone

A colloquio col direttore operativo Raphael Brunschwig sulle nuove capienze: 'Continuiamo a lavorare a un festival il più normale possibile'

Raphaël Brunschwig, direttore organizzativo (Ti-Press)
26 maggio 2021
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«Buone e inaspettate le notizie giunte oggi da Berna», esordisce così a laRegione Raphaël Brunschwig, direttore operativo del Locarno Film Festival, dopo aver appreso che il Governo ha deciso di allentare le restrizioni per i grandi eventi. Infatti, a partire dal primo luglio, si passerà da 3mila a 5mila spettatori all’esterno, con l’ammissione limitata però a tutti coloro che sono stati completamente vaccinati, guariti o negativi al test.

Raphaël Brunschwig, cambierà qualcosa nel vostro modo di organizzare il festival, ora che è aumentato il numero degli spettatori che potrete ospitare?

In realtà non cambierà moltissimo, essendo sempre stati dell’idea che, con le dovute misure di sicurezza sanitaria, saremmo riusciti a gestire un aumento anche importante del numero di persone. Un cambiamento lo si avrà più da un punto di vista economico: si alleggerirà infatti una parte di pressione finanziaria, che prima degli allentamenti era stimabile con un deficit di circa un milione di franchi. Adesso si tratterà di capire, sia in base alle informazioni trasmesse oggi sia in base a quelle che verranno ancora discusse da qui alla seconda metà di giugno, quali saranno in concreto le implicazioni pratiche. Ovviamente ci sono degli aspetti che ancora ci preoccupano: c’è bisogno che la campagna di vaccinazione prosegua a pieno regime, assicurando una corretta applicazione del passaporto vaccinale. Inoltre ci sono varie questioni come la gestione degli accessi o dei ricevimenti ufficiali. Dovremo valutare anche la gestione della Rotonda: nonostante la possibilità di ospitare fino a 3mila persone, la stiamo comunque pianificando per un numero massimo di mille persone. Cerchiamo di lavorare a un festival il ‘più normale possibile’ anche se, dal punto di vista organizzativo, è inevitabilmente differente rispetto alle edizioni degli anni passati.

Siete pronti per la ripartenza, com'è l’umore all’interno del vostro gruppo?

Siamo molto entusiasti e anche grati, perché è un compito meraviglioso quello di poter dare un rilancio alla cultura nel nostro Cantone, in tutta la Svizzera e anche a livello internazionale. Dopo Cannes saremo il secondo grande festival del cinema ad avere luogo: certo, questo porta molto impegno e responsabilità in tutti noi. In un certo senso abbiamo dovuto smontare tutto e rimontarlo di nuovo, in modo differente, senza essere attrezzati a farlo, perché è la prima volta che ci troviamo tutti confrontati con questa situazione ‘eccezionale’. 

La situazione pandemica vi ha portato a fare dei cambiamenti dal punto di vista concettuale del festival?

In parte sì. Il nostro compito è sempre stato quello di realizzare ogni anno il festival migliore possibile, sapendo che saremmo stati valutati in base al gusto dei diversi pubblici, dall'importanza della rassegna e dalle cifre economiche. Ma oggi tutto questo è cambiato: viviamo in un mondo dove gli eventi sono diventati ibridi, dove alla “tradizione” del festival proiettato in piazza Grande vi è ora anche una componente digitale sempre più presente ma che non è assolutamente sostituiva del Pardo. Possiamo dire che sia complementare e ha lo scopo di far vivere lo spirito del Festival lungo tutto l'arco dell’anno e non solo ad agosto o nei  mesi antecedenti all'evento.

Può fare qualche esempio di questi progetti ‘complementari’?

Recentemente abbiamo lanciato circa una dozzina di progetti pilota che vanno in questo senso. Tra i tanti, per quanto riguarda i cortometraggi, abbiamo le Locarno Shorts Weeks dove vengono proiettati diversi film di breve durata che vengono guardati da 5mila persone durante i giorni del festival, mentre online già adesso riusciamo da averne 25mila, quindi cinque volte tanto e con costi ridotti. A dimostrazione di come ci sia voglia di cinema e di Pardo!

Il festival è anche caratterizzato dalla presenza di celebrità che arrivano nel nostro Cantone per seguire l’evento. Dobbiamo aspettarci qualche grande nome?

Intanto alcuni sono già stati annunciati e presto ne seguiranno altri. Tuttavia è innegabile che ci siano incertezze dovute alla situazione e alla gestione pandemica di altre nazioni che stanno rendendo più complicato invitare grandi nomi del cinema. Quello che è certo è che con il presidente, il nostro nuovo direttore artistico Giona Nazzaro e la squadra stiamo cercando di organizzare un festival il più normale possibile. È quindi impensabile un festival del cinema senza i protagonisti delle pellicole, dando loro la possibilità di presentare le loro opere al pubblico locarnese. Non dimentichiamo che ciò che rende speciale il Festival è anche la possibilità di questi incontri, che presuppongono quindi la presenza fisica.

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