Evento

Tra Moncalieri e Basilea, sotto le stesse stelle del jazz

Giovani e special guest nel primo Italian&Swiss Jazz Festival. Dal 10 al 16 maggio, full immersion per sei giovani italiani e svizzeri in live streaming

Italian&Swiss Jazz Festival (grafica ufficiale di Giorgia Molinari)
7 maggio 2021
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Si chiama, non a caso, Italian&Swiss Jazz Festival, perché – detta col piemontese Paolo Conte (e un motivo, al di là della libera interpretazione, c’è) – unisce Svizzera e Italia sotto le stesse stelle del jazz. È una prima edizione e prende il via lunedì 10 maggio dal Jazz Campus di Basilea per concludersi (anche) in streaming domenica 16 maggio alle 16 con un concerto finale, fruibile online in forma gratuita. Protagonisti di questo primo Italian&Swiss Jazz Festival sono sei giovani jazzisti italiani provenienti dall’Italia e dalla Svizzera, con la partecipazione di omologhi professionisti italiani, da tempo sulla scena nazionale e internazionale.

Prima di parlare di jazz, però, il contesto. L’evento nasce dalla collaborazione fra Consolato d’Italia in Basilea e Comites di Basilea, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera e il finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica italiana (Maeci). Il Console d’Italia in Basilea, Pietro Maria Paolucci: «L'11 dicembre 2019, alla Farnesina, ha preso ufficialmente il via la seconda edizione di ‘Air – Artisti in residenza’, progetto ideato da Midj (Associazione Musicisti Italiani di Jazz), realizzato con il sostegno della Siae e con la collaborazione del Maeci. Questa iniziativa, anche grazie alla partecipazione di Europe Jazz Network, nasceva con l’obiettivo di promuovere il jazz italiano all’estero attraverso la creazione di una rete di residenze per giovani musicisti presso le Ambasciate, i Consolati e gli Istituti di Cultura nel mondo». E il ‘collante’ è rappresentato dal Comites di Basilea, illustrato dalla sua presidente, Nella Sempio: «I Comites sono organismi rappresentativi della nostra collettività nel mondo, eletti direttamente dagli italiani residenti all’estero e istituiti della Repubblica italiana nel 1985. Sono la loro voce e la loro rappresentanza, in ogni senso. Sono presidi di libertà, partecipazione e condivisione delle nostre comunità migranti. Favoriscono in primis l’integrazione sociale, culturale, professionale e linguistica nel Paese ospitante, nel nostro caso la Svizzera, e un importante ruolo lo hanno anche nella promozione della cultura e della lingua italiana all’estero e nella promozione delle pari opportunità».

Idea e organizzazione del festival sono stati affidati dal Comites al suo gruppo giovanile interno, il Gir (Giovani in Rete), qui rappresentato da Marianna Sica: «Guardando agli ultimi dati dell’emigrazione italiana nel mondo, dei molti che lasciano il Paese per esigenze stringenti di lavoro, i giovani sono parte cospicua. Dare spazio di espressione, creare canali internazionali di scambio e visibilità e quindi occasioni concrete è anche il messaggio che questo Festival vuole dare. Non dimentichiamo che per gli effetti della pandemia, il comparto dell’arte e della cultura, soprattutto per quanto concerne lo spettacolo dal vivo, ha pagato uno scotto importante. Ripartire con la musica, trasmettendo un messaggio anche di speranza e incoraggiamento, è quanto mai importante ora».

L'ensemble

Tornando all’aspetto prettamente musicale. Il gemellaggio, ancor prima che italo-svizzero, coinvolge due precisi posti nel mondo: Basilea e Moncalieri. Perché Ugo Viola, direttore artistico del neonato festival basilese, è anche il direttore artistico del più adulto Moncalieri Jazz Festival da ventiquattro edizioni. «Si va da Moncalieri a Basilea – ci spiega Viola – perché abbiamo già ospitato in Italia, anni addietro, giovani musicisti del Jazz Campus di Basilea, in occasione di uno scambio patrocinato dal Consolato. Da lì è nata una forte intesa italo-svizzera». Che in questo modo diventa ufficiale: «Il linguaggio musicale è universale, quale cosa migliore se non saldare quest’arte attraverso il confine», con una full immersion di una settimana «a chilometri zero» durante la quale Viola affiderà al compositore e direttore musicale Andrea Ravizza otto brani inediti composti per l’occasione, a uso e consumo del sestetto di giovani che si verrà a formare e relativi special guest: ovvero Claudio Chiara, sassofonista dell’orchestra di Paolo Conte, il trombettista Fulvio Chiara e Attilio Berni, sassofonista, direttore di un Museo del sassofono da 700 esemplari.

In occasione del suo atto finale di domenica 16 maggio, il festival si comporrà anche di arte (la mostra virtuale delle opere pittoriche di Alfredo Laviano dedicate al jazz), del live drawing di Giorgia Molinari (autrice della grafica ufficiale della manifestazione) e, nell'arco della settimana, di workshop: quello di Bernardino Fantini dedicato all’improvvisazione, quello di Adriano Bassanini sul business del musicista, e quello di Viola sul ruolo del direttore artistico: «Per parlare, per esempio, di come un artista si deve proporre a una rassegna». Detto per sommi capi: «Se è un festival di sola musica dixieland e io faccio free jazz, forse non è il caso di proporsi».

Ascoltarsi

Facciamo i nomi degli italiani: dalla più giovane, la 22enne Carmen Lina Ferrante; e poi Vittorio Vicari, trombettista e contrabbassista qui soltanto nella prima veste, e Fabio Gioacchino, giovane pianista già con esperienze europee. E facciamo i nomi dei residenti in Svizzera: Lucio Marelli (batteria), Francesco Losavio (contrabbasso) e Gianni Gagliardi (sax, flauto, clarinetto). Intorno ad essi, secondo i progetti di Viola, nasce l’idea di un nuovo ensemble chiamato proprio Italian&Swiss Jazz, da proporre in Europa. «Moncalieri Jazz li ospiterà il prossimo autunno, e così accadrà a Zurigo e Bruxelles». In Piemonte, in particolare, gli italo-svizzeri saranno in cartellone con Fabrizio Bosso: «Dico sempre che i giovani devono ascoltare i grandi, ma anche che i grandi devono ascoltare i giovani, perché da lì nascono belle simbiosi» (l'intero evento è frubilie sulla pagina facebook dedicata e sui canali YouTube di Consolato, Comites e Radio One Five, media-partner del progetto).

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