Musica

What a feeling: Tatum Rush dal Brasile con 'Too Late'

Il singolo estivo, immersione (anche perché è girato a Rio) nei suoni anni 80: 'Ringraziate madre natura per qualsiasi fotone solare che vi si posa sulla pelle'.

Vacchiano
21 aprile 2021
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Il comunicato stampa è intrattenimento puro come la canzone, ‘Too Late’, immersione rapida nei suoni anni Ottanta di classe, tra pop, disco e r&b. “E anche una canzone di Gino Paoli”, recitano le note accompagnatorie, anche se noi, al minuto 00:19, ci abbiamo sentito anche gli ottoni di ‘Love Boat’ ("Mare, profumo di mare“, per intenderci). Con attitudine “consapevolmente vacchiana” (da Gianluca Vacchi, simbolo del Nulla Cosmico, ndr), “come un Rocky Balboa ossigenato” che fa joggin sul lungomare di Rio “come se non ci fosse un domani” – sempre parole dal comunicato – Tatum Rush, “il Vittorio Alfieri dell’R&B” (parole di Rockit) torna con un singolo estivo e un messaggio: “Fate del benessere fisico-mentale la vostra nuova religione e fatelo senza prendervi troppo sul serio”. Tra molti gustosi rimandi – su tutti, la Jennifer Beals brasiliana in scaldamuscoli divisa tra i passi rapidi di ‘Maniac’ e il provino di ‘Flashdance… What a Feeling’ – l’italo-svizzero-americano Giordano Rush si produce in un signor pezzo la cui genesi è: “Saranno stati quei manuali di sviluppo personale californiani fine anni ottanta trovati in solaio, o quelle serate trascorse a guardare innumerevoli Rocky in accappatoio ma mi sono addentrato nel territorio delle hit senza tempo in compagnia dei Village People, dei Survivor o persino degli ABBA, dove la canzone pop diventa inno alla vita e all’amore e manifesto bellico di chi non molla mai”.

Detto di persona

Le note accompagnatorie potrebbero pure bastare a rendere il clima di ‘Too Late’, ma qualche parola di persona con Rush, a qualche mese di distanza dalla musica balsamica di Tiger&Balm, era necessaria: «Quando dico vacchismo, da Gianluca Vacchi – ci spiega – mi riferisco a quell'attitudine ultra positiva e ottimista, da allampanato sportivo ricco ‘showoff’ tipica di una certa cultura profondamente Usa, ma (e questo è importante) catapultata in una cultura più sofisticata e capricciosa come quella Europea, più precisamente quella Italiana, creando una sorta di corto circuito emotivo-cognitivo nel pubblico. L'intenzione è di provocare un reset in tempo per l'estate e per la riapertura». È una/un constatazione/consiglio post-pandemica/o? È ciò di cui abbiamo bisogno ora? «In verità è un consiglio anche pre e durante pandemia, ma non c'è miglior momento per cominciare a farsi del bene che l'istante presente, quindi spegnete il Tg, tiratevi su dal divano, state su dritti, bevetevi almeno un succo di sedano prima di un toast al prosciutto e ringraziate madre natura per qualsiasi fotone solare che si posa sulla vostra pelle». Come si arriva a Rio, o come ci arrivi tu? «Sono andato inizialmente per altre ragioni, ma ho dovuto presto ammettere a me stesso che non sarei ripartito senza rubare un po' di quel posto. Le riprese risalgono alle prime settimane di Febbraio di quest'anno». E per finire, libero gossip da studio di registrazione: «Il brano l'ho prodotto nello studio Undamento a Milano a quattro mani con Ceri, che ormai si sta affermando come uno dei produttori più pericolosi d'Italia. Abbiamo chiesto al mio amico sassofonista Rafael Schilt di mandarci un solo un po' alla ‘Bill Clinton’, che ha capito perfettamente di cosa stavamo parlando».

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