Musica

‘CuiTémpCheTira!’, il lockdown del multimediale Marco Zappa

Libro, cd, dvd, partiture. E i disegni di Adriano Crivelli. È la storia di cantautore e consorte (e un po' anche la nostra). Domenica in streaming dalla Rsi

Con i disegni di Adriano Crivelli
3 dicembre 2020
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Per chi non sapesse com’è fatta la casa di Marco Zappa, a pagina 37 del suo nuovo libro c’è un disegno di Adriano Crivelli che rende l’idea. Il libro si chiama ‘CuiTémpCheTira!’ e così anche l’album d’inediti annesso. Tirando a sorte, partiamo dall’album, dodici tracce che sono la lucida sintesi del lockdown di Zappa e consorte, Elena, da marzo a giugno 2020. Istantanee in cui il Nostro suona tutto il suonabile a eccezione di violino e violoncello, affidati ai figli Daria e Mattia. E la batteria di Oliviero Giovannoni nella riproposta ‘Change’, a chiudere. Un lockdown riccamente documentato nell’omonimo libro, fatto (in quanto libro) innanzitutto di parole: i testi delle canzoni, spiegati dall’autore sin dalla prefazione scritta a quattro mani con la moglie; le parole di Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali ticinesi; quelle della scrittrice Elda Pianezzi. E i disegni di Adriano Crivelli, uno per canzone, sintesi grafica nella sintesi musicale. Chicca per musicisti, il libro porta con sé, di ogni brano, la partitura per voce, violino, violoncello, chitarra e basso, realizzata con l’aiuto del maestro Massimiliano Matesic.

Marco Zappa: ‘CuiTémpCheTira!’ meglio mettere tutto per iscritto…

Sì, ‘CuiTémpCheTira!’ è un libro, un disco, un dvd. Ognuna delle dodici canzoni porta una data precisa e il lettore e l’ascoltatore possono immaginare ciò che hanno vissuto in quel preciso momento. Ora ci troviamo nella seconda, ma dal punto di vista psicologico la prima ondata è stata la più scioccante, perché non si sapeva cosa stava per capitarci. Guardando ai brani, i primi due hanno una certa cupezza, per andare via via verso la speranza. Fermo restando che a giugno non sapevamo quello che ci sarebbe capitato. E che nemmeno lo sappiamo oggi.

Per la quantità di materiale, si può dire che Marco Zappa sa come far fruttare il tempo…

Ho pensato di fare un lavoro completo perché, dici bene, abbiamo sfruttato positivamente le sensazioni provate in questo periodo ma anche il fatto di avere uno studio di registrazione in casa. Insieme a Elena, mia moglie, che mi ha dato consigli preziosi, curando anche la stesura del libro. A causa del Covid-19, come avevo fatto cinquant’anni fa per il primo LP ‘Change’, ho suonato tutti gli strumenti. Ho avuto l’aiuto a distanza dei miei figli, Daria da Kaiserstuhl, al confine con la Germania, e Mattia da Zurigo, uno scambio di partiture e di filmati che poi sono confluiti nei video che documentano come e dove sono nati i brani.

Un’alternanza di stati d’animo che tutti abbiamo vissuto e che tu, bene come solo un cantastorie sa fare, hai catturato e ci riconsegni. Cito il titolo di uno di questi stati d’animo, nato dalle parole di Papa Francesco: ‘SiamoSullaStessaBarca’.

Sì, mi ha fatto molto effetto a marzo vederlo nel vuoto e nell’oscurità di Piazza San Pietro. Mi sono piaciute le sue parole, anche se le ho trovate non del tutto precise. Papa Francesco dice che siamo tutti sulla stessa barca, ma a guardare quel che è capitato forse sarebbe meglio dire che siamo tutti nello stesso mare, perché c’è chi naviga su una grande nave con tutti i comfort e chi sulle scialuppe, o nuota, o addirittura muore. È ciò che abbiamo voluto dire in questa canzone.

Non a caso in 'QuantiDebiti!', traccia 4, si chiarisce il concetto: nei momenti difficili, chi ci va di mezzo sono sempre i più deboli.

‘QuantiDebiti!’ è una canzone molto ironica, ma profonda, ispirata da una storiella che girava su Facebook. Sappiamo tutti che in situazioni del genere c’è chi sta sempre meglio. Pensiamo alle banche che stanno facendo introiti enormi, pensiamo a quanto oro viene venduto, i preziosi che qualcuno si ritrova a dover vendere a prezzo ben diverso da quello d’acquisto. È un passaggio graduale che non è diverso da ciò che accadde nel Medioevo, quando la nobiltà perse il suo potere perché tutto stava andando nelle mani della prima borghesia, dei primi artigiani. ‘Quanti debiti’ è la storia di una banconota da 100 franchi che gira di mano in mano, permettendo a una decina di persone di pagare i propri debiti, ma alla fine torna sempre dov’era partita.

Ci rimettono i più deboli, dici. Che ne pensi dei centri commerciali senza limitazione di accesso e i teatri, detto col Sociale, Zona 30?.

Un controsenso, un paradosso, mi ha fatto molto male. Si è cercato di far capire che la cultura non sarebbe un bene essenziale. Certo, ai nostri tempi i beni essenziali sono i soldi, è dimostrare di avere, è l’automobile, la bella casa. E invece abbiamo visto quanti problemi di ordine psicologico sono nati. C'è gente che non si sente più di vivere. La mia fortuna è stata avere uno studio, ma la musica ha bisogno di pubblico, di trasmettere sensazioni e di riceverle.

È per questo limite che per ora Marco Zappa dal vivo è solo in streaming, domenica 6 dicembre dalle 20 alle 21 alla Rsi, Studio 2.

Sì e mi accompagneranno Oliviero Giovannoni e i miei figli Daria e Mattia. È qualcosa di assolutamente inedito, di mai suonato dal vivo. Avrò come ospite Goran Stojadinovic alla fisarmonica, perché vorrei inserire nel concerto ‘A casa di Kozett’, un brano scritto nel 2015 per una nostra carissima amica morta di Covid-19 solo pochi giorni fa in Albania, un altro colpo duro in quest’anno durissimo.

Hai citato Giovannoni. ‘CuiTémpCheTira!’ si chiude con ‘Change’. Da marzo non è cambiato tanto, ma l’auspicio è quello…

Sì, la speranza è che questa situazione faccia scattare qualcosa nella nostra testa. Anche se dubito. ‘Change’ apriva il nostro primo Lp. La prima parte del pezzo è estremamente ritmica, viva, ed è quello che vivevamo prima del Covid-19. Nel 1974, in modo abbastanza anticipatorio, inserimmo un estratto dall’Eroica di Beethoven che capovolgeva la situazione, portando serietà, profondità strumentale. Poi un colpo di Oliviero restituiva la voglia di vivere. Simbolicamente, è quanto stiamo vivendo ora. Speriamo che la parte conclusiva del pezzo corrisponda al nostro ritorno allo stare insieme. Parlo prima come uomo: la cosa più tragica di questo virus è che l’altro da sé diventa un pericolo. Una cosa durissima da accettare, ancor di più per un musicista.

Un'ultima cosa. Il libro non è di marco Zappa, ma di Marco ed Elena Zappa, e con i disegni di Adriano Crivelli...

Esattamente. ‘CuiTémpCheTira!’ è innanzitutto l’unione a due con Elena, che da quando ci siamo sposati, cinque anni fa, mi sta aiutando, criticando, dando forza. Mi tiene in riga quando ho idee che non stanno in piedi, è bello discutere con una persona che ti capisce, e che io capisco. È lei il collante di questo libro, è lei che l’ha voluto e curato. Non è una musicista, è una docente di matematica, ma è molto vicina ai problemi umani, ai movimenti che aiutano donne e giovani. Il grazie va anche ad Adriano Crivelli che parallelamente al mio lavoro aveva iniziato a fare disegni sulla situazione portata dal Covid-19. Ci siamo sentiti e ci siamo resi conto che i temi delle canzoni corrispondevano spesso a quelli dei suoi disegni. Adriano ci ha fornito queste dodici tavole che vorremmo esporre nei teatri in occasione dei concerti. Ora sono in questo libro multimediale nel quale abbiamo concentrato tutti i nostri sforzi. Nella mancanza di concerti quest’anno potrà esserci d’aiuto.

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