Culture

Cinema Teatro Chiasso, 'Genesi' di una stagione

Svelato il cartellone e insieme il tema del Centro Culturale. Dopo il lockdown, al via la stagione 2021-21. ‘Ma non ci siamo mai fermati’, spiega Armando Calvia

Un 2020-2021 da novembre a giugno (foto: Davide Onesti)
4 ottobre 2020
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Tutti a Chiasso di domenica mattina per la conferenza di presentazione della stagione 2020-2021. Ci sono tutti al Cinema Teatro, non solo la stampa, per una presentazione aperta al pubblico, con mascherina obbligatoria. Esattamente come accadrà dal 24 novembre in poi, primo evento in cartellone. Al contrario di altri teatri, a Chiasso si è deciso per la totale fruibilità della sala, previo l’obbligo di ‘mascherarsi’, previo tracciamento, previo accessi differenziati alla platea e alla balconata (e così per l’uscita), cosa che garantirà la piena capienza della sala. Con un invito: quello di ritirare il biglietto il giorno prima.

Congedata (con applauso) Milica dello staff del teatro, che da pensionata guarderà gli spettacoli dalla platea, raccolto il saluto del sindaco Bruno Arrigoni, il palco è tutto del direttore Armando Calvia e di Anna Martano, assistente di direzione. E prima che alle loro spalle scorrano le clip di molti dei 19 spettacoli in tabellone – Festival di cultura e musica jazz (11, 12, 13 marzo) e 30esimo Festate (18 e 19 giugno) a parte – è Nicoletta Ossanna Cavadini a introdurre il tema dell’anno del Centro Culturale tutto, quel filo conduttore che lega Cinema Teatro, m.a.x. museo, Spazio Officina e Biblioteca, già deciso prima della pandemia e in qualche modo premonitore: ‘Genesi’. «Dal confine, visione metaforica dello scorso anno – spiega la direttrice del m.a.x. museo – ci siamo trovati di fronte a un confine vero». ‘Genesi’ è inteso come «origine di tutte le cose, guardando a un’origine nelle discipline artistiche. Con riferimento a un’opera d’arte in senso lato, vie e modi attraverso i quali la sua prima concezione è venuta alla mente dell’artista. Un guardare all’interno della creazione».

Al via con l'Osi

«Abbiamo deciso di non proporre una parte di stagione, ma una stagione intera, come segno di speranza e della possibilità di andare oltre», annuncia Calvia, ricordando il Cinema Teatro Casa Mia (gli spettacoli resi disponibili online durante il lockdown) e ‘Voci e not(t)e’, rassegna open air svoltasi in estate e pronta per diventare un appuntamento fisso. La stagione alle porte inizia in musica il 24 novembre con ‘Alla genesi della perfezione’, l’omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli a 100 anni dalla sua nascita: con l’Osi diretta da Pietro Mianiti ci sarà Giuseppe Albanese, giovane stella italiana del pianoforte. Legati al pianoforte sono anche due recital: per la classica, Arcadi Volodos (15 dicembre), che da Muzio Clementi ('liberato' dalle sonate e sonatine per principianti dello strumento) andrà verso Brahms e Schubert e, in ambiti jazz, 'Improvvisazione di piano solo’ di Danilo Rea (10 febbraio).

La musica recupera il Naghash Ensemble (17 gennaio) guidato dal newyorkese John Hodian, formazione che propone la tradizione della canzone armena contaminandola con la classica, il rock e il jazz. In ambiti di teatro musicale stanno ‘La città’ (30 aprile), spettacolo del bellinzonese Gianluca Grossi, e ‘L’odissea di Kubrick’ (20 maggio) con Federico Buffa.

Teatro, brillante ma non solo

In ambiti prettamente teatrali, il 28 novembre il Cinema Teatro recupera il ‘Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show’ con band diretta da Gabriele Comeglio; Gioele Dix in ‘Vorrei essere figlio di un uomo felice’ (16 gennaio) prende l’Odissea come spunto di partenza per il suo monologo; ‘Orgoglio e pregiudizio’ (30 gennaio) è l’opera di Jane Austen ‘sintetizzata’ per il palcoscenico da Arturo Cirillo (di e con); ‘La mia vita raccontata male’ (5 e 6 febbraio) è Claudio Bisio che attinge dal patrimonio letterario di Francesco Piccolo, Premio Strega 2014; in ‘Scusa sono in riunione… Ti posso richiamare’ (26 febbraio), storie di 40enni con Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta; in ‘A spasso con Daisy’ (27 marzo), l'opera di Alfred Uhry torna dal cinema al teatro (e Jessica Tandy e Morgan Freeman diventano Milena Vukotic e Timoty Martin). ‘Maria Stuarda’ (24 aprile) è Schiller reso più ‘femminile’ dalla rilettura di Dacia Maraini (con Lina Sastri).

Comicità è il ‘Tutto Teo’ di Teo Teocoli (12 dicembre). Danza mista ad acrobazia è invece ‘The Black Blues Brothers’ (29 gennaio), su colonna sonora del 'classico' di John Landis. ‘Serata Bach’ (25 marzo) è il tributo al compositore messo in scena dalla compagnia Rioult Dance New York; ‘L’ombra della sera’ (5 dicembre) è danza ispirata alla vita di Alberto Giacometti, evento collaterale alla mostra allestita al m.a.x. museo; così come la proiezione del film di Stanley Tucci ‘Final portrait’ (6 gennaio), con Geoffrey Rush nei panni dell’artista svizzero. A metà tra spettacolo e conferenza sta, infine, Piergiorgio Odifreddi in ‘Sul cammello e all’ombra del bastone, ovvero la matematica dei greci da Pitagora ad Archimede’ (10 dicembre).

Chiusa la conferenza, prova generale delle uscite (riuscita) e qualche battuta con il direttore...

C’è una definizione anche per Chiasso?

Userei, un concetto: “Si riprende, ma non abbiamo mai smesso”, perché abbiamo da subito reagito, prima online, non facile, ma con un lavoro che ci ha permesso di essere visti in 32 paesi del mondo. E poi la rassegna estiva, i primi nel Canton Ticino a proporre l’incontro fisico con il pubblico. Abbiamo creato questo nostro format, unico, utilizzando la struttura del teatro come elemento scenografico, con un progetto luci e una parte tecnica realizzata appositamente per l’evento, un format che riproporremo l’anno prossimo. Dunque, nella sventura si reagisce creando nuove idee, nuove positività. E anche la stagione di quest’anno vuol essere una spinta ad andare oltre a quanto fatto, che già aveva un substrato di positività che non nasconde i problemi che non neghiamo ci siano, ma che risolviamo in un modo o nell’altro. Anche la risposta di questa mattina, la molta gente in sala significa che c’è voglia di partecipare. Si tratta di condizioni di sicurezza e controllo, cosa che abbiamo fatto e faremo, così che la gente possa passare la sua serata al Teatro di Chiasso e se ne torni a casa contenta e più riflessiva.

alla ‘leggerezza’. O meglio, uso parole sue, “sdrammatizzazione”…

La sdrammatizzazione di cui parlo è da leggersi in questo senso. È evidente che le persone su con l’età siano più timorose. Quelli che sono più baldanzosi e disponibili a uscire sono i giovani. Una stagione un po’ più portata alla commedia brillante con personaggi di richiami come Bisio, Incontrada, crediamo possano essere da stimolo per un pubblico nuovo, più giovane, insieme ai nostri abituali abbonati che, comprendiamo possano avere ancora qualche preoccupazione. Ma il teatro classico non manca, penso a ‘Maria Stuarda’, a ‘A spasso con Daisy’, a Gioele Dix in un testo non esattamente da cabaret.

Quella che prende a novembre è a tutti gli effetti una stagione completa, pensata sino a giugno. Perché non programmare per tappe?

Perché crediamo sia una visione nel futuro positiva, si è visto già da questa mattina che è fattibile. È vero che l’andamento di questa pandemia è un po’ altalenante, però dobbiamo vedere il futuro filtrato dagli occhi della medicina che ci dice che si va verso una soluzione. La cosa importante è comunque il rispetto delle regole di sicurezza. Dove esiste questo rispetto, dove c’è serietà e l’impegno a fare questo, i risultati in termini di fruibilità ci sono tutti.

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