Culture

Émilie Plateau e la giustizia in un fumetto

Intervista all'autrice di ‘Nera. La vita dimenticata di Claudette Colvin’, ospite di Storie Controvento e Babel

La copertina di ‘Nera’ (Einaudi ragazzi)
16 settembre 2020
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Émilie Plateau, autrice di un meritevole fumetto che narra della discriminazione razziale, sarà presto ospite a Bellinzona. Le recenti violenze della polizia statunitense contro gli afroamericani rendono oggi il suo libro, scritto quando ancora la situazione negli Usa era meno tesa, drammaticamente attuale.

L’incontro, curato dal festival Storie Controvento, si svolgerà giovedì 17 settembre alle 18 a Palazzo Civico di Bellinzona nell’ambito di Atlantica, la 15ª edizione di Babel che prenderà avvio proprio con questo evento moderato da Juliane Roncoroni.

Un libro meritevole, dicevamo. ‘Nera. La vita dimenticata di Claudette Colvin’, pubblicato da Einaudi Ragazzi, ha recentemente vinto il Premio Andersen 2020 per la categoria libro a fumetti. Questa la motivazione della giuria: “Per la forza di una narrazione necessaria e urgente, volta a inquadrare vicende storiche sottolineandone però con uguale intensità l’attualità intorno al tema dei diritti civili; per la capacità di rendere accessibile a tutte e a tutti, anche in età evolutiva, una storia poco nota, pure attraverso l’adattamento in letteratura illustrata”. 

Protagonista del libro è la quindicenne di colore Claudette Colvin, arrestata e processata per essersi rifiutata di cedere il posto sul bus a un passeggero bianco. La sua azione di ribellione contro le leggi segregazioniste avvenne prima di quella di Rosa Parks, ma la Storia non fu altrettanto benevola nei suoi confronti.

Claudette, infatti, rimase nascosta e isolata anche all’interno della sua comunità perché – al contrario della Parks, donna onesta e distinta – venne considerata una ragazzina impresentabile e inadatta a rappresentare i movimenti di lotta contro la segregazione razziale. Eppure fu lei la prima, il 2 marzo del 1955 a Montgomery in Alabama, a rifiutarsi di cedere il posto sul bus a una donna bianca, a essere arrestata, a denunciare più tardi la città e a ottenere infine una vittoria giuridica di portata storica.

Una gioventù di coraggio e resistenza rimasta nell’ombra finché Tania de Montaigne ne raccontò la storia, ripresa poi in versione illustrata da Émilie Plateau per le Editions Dargaud e ora tradotta e pubblicata da Einaudi Ragazzi.

Nove mesi dopo, il gesto di Claudette Colvin fu ripetuto da Rosa Parks, e allora la comunità nera di Montgomery, guidata da Martin Luther King, sostenne la protesta boicottando gli autobus per oltre un anno. Finché, nel 1956, la Corte federale stabilì che la segregazione razziale era incostituzionale.

Claudette fu al contempo eroina e vittima. Subì molteplici ingiustizie: perché nera, donna, minorenne e perché, rimasta incinta di un uomo bianco sposato, fu emarginata dalla società per motivi morali, o meglio perché allora la sua condotta non era rientrava negli standard di rispettabilità. Quello scandalo, allora, le impedì di diventare l’icona dei movimenti di lotta antisegregazionisti. La storia attribuì la vittoria sulle leggi razziali a Rosa Parks e a Martin Luther King, personaggi noti e nel frattempo entrambi deceduti. Per Claudette, oggi 80enne, non c’è stato un riconoscimento pubblico, neppure tardivo. Ma ora ecco pagine che finalmente le rendono giustizia. Come ci spiega direttamente l’autrice Émilie Plateau.

Perché ha scelto di narrare la storia di Colette? C’è forse la volontà di riscattare un persona che rischiava d’essere dimenticata?

Quando ho letto il libro di Tania de Montaigne sono rimasta profondamente colpita dalla storia di Claudette, dalla profonda ingiustizia da lei vissuta e con questo fumetto ho voluto renderle omaggio.

Oggi purtroppo vediamo che negli Usa il problema razziale è tutt’altro che risolto. Cosa le suscitano gli episodi di violenza contro i neri avvenuti recentemente nelle strade americane? 

Sono estremamente scioccata e quel che accade negli Stati Uniti mi indegna. Anche l’Europa non è risparmiata dalle violenze della polizia, in continua crescita, e questo è molto inquietante. 

E le conseguenti proteste (Black Lives Matter)?

Le proteste contro la morte di George Floyd sono state mondiali: un segnale forte. In molte città ci sono state vere rivolte per dire stop alla violenza e al razzismo.

Veniamo al libro: lei è sia la disegnatrice che l’autrice dei testi? Lo definisce un fumetto? 

Sì, anche se si tratta dell’adattamento di un libro preesistente e sì, anche senza riquadri e bolle (che non mi piace disegnare) è un fumetto.

Il suo libro è stato pubblicato nel 2019 in francese: qual è stata la sua ricezione nell’area francofona?

 ‘Nera’ è stato accolto con molto favore in queste regioni, dove Claudette Colvin era una sconosciuta. Il libro ha permesso di scoprirla.

Il libro è destinato ai ragazzi. In Belgio, dove lei vive, li ha potuti incontrare? Anche nelle scuole?

Tengo dei laboratori di fumetti indirizzati sia a bambini e adolescenti nelle scuole che ad adulti nelle associazioni. Il libro ha avuto grande eco.

Al momento dei fatti, nel 1959, Colette aveva 15 anni. Ha voluto trasmettere un esempio di coraggio civile per i più giovani? Mostrare che anche una ragazzina può diventare la scintilla che cambia la Storia? Che spesso sono le donne le più coraggiose?

Nella storia di Claudette Colvin mi interessa il fatto che con un gesto così quotidiano, apparentemente blando eppure molto significativo si possa cambiare il corso della Storia. Ho voluto mostrare che le donne hanno avviato il movimento dei diritti civili e che senza di loro tutto sarebbe durato più a lungo. C’erano numerose associazioni di donne che lottavano contro la segregazione a Montgomery. Purtroppo nei libri di storia non se ne parla.

Infine il Premio Andersen 2020: cosa rappresenta?

È un onore e un bel riconoscimento per il mio lavoro. Ed è pure un bell’omaggio a Claudette Colvin. Spero che questo farà in modo che la sua storia sia resa nota.

 

Tutti i dettagli sul festival Babel e gli aggiornamenti riguardo alle normative di sicurezza sono reperibili sul sito www.babelfestival.com. Entrata libera fino a esaurimento posti, con tracciamento obbligatorio.

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