Libri

Al 'Bonfiglio Liborio' di Remo Rapino il Campiello 2020

La storia di un matto 'che riesce a comprendere il mondo' mette in fila Frizziero, Zeno, Guccini e Cavalli. Nei Giovani vincono le 'Meduse' di Michela Panichi

6 settembre 2020
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L'ampio distacco sul secondo classificato fa di Remo Rapino il trionfatore del Premio Campiello 2020 assegnato sabato scorso in Piazza San Marco a Venezia. Con 92 voti su 264 espressi dalla Giuria dei Lettori Anonimi lo scrittore abruzzese s'è aggiudicato la 58esima edizione col suo 'Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio' (minimum fax). Alle sue spalle, Sandro Frizziero con 'Sommersione' (Fazi, 58 voti) e Ade Zeno con 'L'incanto del pesce luna' (Bollati Boringhieri, 44 voti). Descritto dal suo autore, Bonfiglio Liborio è "una figura simbolica che tende con la sua follia a rovesciare le nostre certezze, tra Don Chisciotte e Forrest Gump. Ho ascoltato i suoi passi, la sua voce, con un linguaggio che è un flusso parlato, fatto di ombre di luce, in una lingua un po' bastarda. I romanzi si fanno con le voci, bisogna dialogare" sottolinea Rapino, che ha insegnato filosofia nei licei, vive a Lanciano dove è nato nel 1951, è al suo secondo romanzo ed è autore di poesie e racconti. 

"Cosa vuoi fare da grande? Lo scrittore"

"Caro babbo, so quanto tieni a questo premio perché hai sempre voluto essere scrittore più che cantautore ma stasera, che tu vinca o che tu perda, sarai sempre l'incredibile mago di parole che tutti noi amiamo e ammiriamo senza che un premio lo debba sancire". Questo l'augurio di Teresa Guccini figlia di Francesco, giunto ancor prima dell'esito del concorso. Il Maestrone si è piazzato al quarto posto con 'Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto' (Giunti), dove il paese al tramonto è la sua Pavana, sede del mulino di famiglia, a cavallo tra Emilia e Toscana. Trentanove i voti raccolti, otto in più di quelli di Patrizia Cavalli, quinta con il suo primo libro di prose 'Con passi giapponesi'. "Siamo in ripresa fino a un certo punto. C'è ancora pericolo di Covid in giro. Spero sia un momento di ripartenza" aveva dichiarato Guccini a poche ore dalla premiazione, negando l'aver scritto canzoni durante la pandemia e confermando che "No, non ne scriverò più perché non me ne vengono più". Quanto al Guccini in libreria: "Se mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande rispondevo sempre 'lo scrittore'. È molto più difficile scrivere una canzone che un libro, sempre che il risultato sia buono. Con le canzoni devi associare le parole alla musica, comporre versi, trovare un argomento di narrazione. Mentre con la prosa mi metto lì e vado come un treno".

Come si cambia

Ventenne, di Napoli, Michela Panichi ha vinto il Campiello sezione 'Giovani' – tra i 15 e i 22 anni – con il racconto 'Meduse', basato sui rapporti familiari e su come la maturazione cambia il modo in cui un giovane guarda i propri genitori. Panichi lo fa attraverso il rapporto fra due fratelli e una madre nuovamente incinta, senza la presenza di un padre. "Dedico il premio a mia nonna, che non è potuta venire qui", ha dichiarato la vincitrice. "Quando tornavo a casa da scuola imparavo sempre qualcosa da lei". Tra i cinque racconti arrivati in finale, 'Meduse' è stato scelto dalla Giuria dei Letterati presieduta da Paolo Mieli.

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