Culture

Usi e Festival guardano al futuro del cinema da una cattedra

L'Università della Svizzera italiana avrà un "Locarno Film Festival Professor for the Future of Cinema and Audiovisual Arts"

27 luglio 2020
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Da una parte l'Università della Svizzera italiana; dall'altra il Locarno film festival. In mezzo, il "Locarno Film Festival Professor for the Future of Cinema and Audiovisual Arts", la nuova cattedra della Facoltà di comunicazione, cultura e società presentata oggi, una figura che unirà l'attività di ricerca e di insegnamento all'Usi con una costante consulenza alle iniziative del festival.

Non è la prima collaborazione tra università e festival: le sinergie sono anzi state numerose, negli ultimi anni, iniziando dalla Documentary Summer School e proseguendo con l’accordo Locarno Media City che porterà tra l’altro alla valorizzazione degli archivi del Locarno film festival. «Già la preparazione dell'ultimo messaggio al Gran Consiglio, con una documentazione interessantissima, è frutto di una collaborazione diretta con l'Usi» ci spiga il presidente del festival Marco Solari. «Quel rapporto è stato un po' il banco di prova: da li è arrivata la proposta, nata all'interno del consiglio direttivo e del consiglio d'amministrazione, di istituire questa cattedra congiunta. Iniziativa ammirevolmente accolta dal rettore Boas Erez».

Per quanto riguarda il ruolo che il o la titolare di questa cattedra avrà all'interno del festival, «dobbiamo essere in chiaro: il festival è come una spugna, riceviamo volentieri tutto ciò che arriva, che viene consigliato o raccomandato. Ma è chiaro che la strategia è definita dal consiglio d'amministrazione e la libertà artistica e operativa del festival non è toccata. Il ruolo è importante per lo sviluppo del festival, ma non è decisionale».

Questa cattedra, ci spiega il rettore Boas Erez, si inserisce nella politica universitaria che ha alla base «i tre assi del consolidamento, della coesione accademica e del servizio al territorio, in sinergia con lo stesso».  Questa iniziativa, inoltre, è «un’opportunità per essere maggiormente presenti a Locarno – finora avevamo solo l’Istituto di ricerche solari, affiliato all’Usi».
Preoccupazioni per l'autonomia accademica? «In realtà, quella col festival non è una collaborazione che presenta problemi di autonomia della ricerca: il festival dà un contributo finanziario ma, come dicono i francesi, ci mettono “il burro sugli spinaci”, la pietanza rimane dell’Usi. Per noi quello del festival è un aiuto importante che ci permetterà di fare di più, ad esempio nell’organizzazione di seminari ed eventi, e del resto sarebbe stato impensabile avviare un progetto accademico sul cinema e l’audiovisivo in Ticino senza coinvolgere il festival, ma rimane una cattedra dell’università, inserita nella Facoltà di comunicazione, cultura e società. E il nostro statuto d’altra parte parla chiaro sul fatto che, in questi casi, l’autonomia scientifica è conditio sine qua non».  

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