Culture

Rsi dopo-Canetta, abbiamo un concorso

Pubblicato il bando per il nuovo direttore della Rsi. Pedrazzini: cerchiamo una persona in grado di guidare l'azienda in tempi difficili

Luigi Pedrazzini, presidente Corsi, e sulla destra il direttore uscente Maurizio Canetta (Archivio Ti-Press)
2 luglio 2020
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Puntuale, è arrivato il concorso per il futuro direttore, o direttrice, della Rsi: come annunciato poco dopo le dimissioni di Maurizio Canetta, a inizio luglio la Corsi, Cooperativa per la Radiotelevisione della Svizzera di lingua italiana, ha pubblicato il bando – scadenza il 3 agosto, inizio del lavoro tra marzo e giugno 2021, in modo da affiancare il direttore uscente che dovrebbe lasciare l’incarico tra un anno.

Della selezione si occuperà, come peraltro già avvenuto in passato, una società di consulenze esterne che avrà anche il compito, si legge nel bando, di identificare possibili candidati “tramite ricerca attiva”. «È una prassi per incarichi di questo livello: oltre al concorso vero e proprio avvalersi dei cosiddetti “cacciatori di teste”, per rafforzare le chance di trovare qualcuno all’altezza della situazione» ci ha spiegato il presidente della Corsi Luigi Pedrazzini.
Da notare che nel 2013 il precedente concorso per la direzione della Rsi era stato inizialmente annullato proprio per scarsità di candidature. Timori che si ripresenti una situazione simile? «No, non è un timore, ma una chance in più che vogliamo darci».
In un’intervista pubblicata domani sul sito della Corsi, Pedrazzini ha inoltre precisato non solo che la scelta non sarà politica – “anche se qualcuno continuerà ad affermare il contrario” –, ma anche che non ci sono pregiudiziali verso candidati interni o esterni all’azienda.

Come sette anni fa, sono diversi i nomi che circolano – alcuni addirittura gli stessi di allora – e del resto è comprensibile l’interesse per la scelta che farà la Corsi (la nomina ufficiale spetta al Cda della Ssr, ma appunto su proposta del Consiglio regionale della Corsi), data l’importanza della Rsi all’interno del panorama economico e mediatico della Svizzera italiana.
A essere cambiato, in questi anni, è proprio questo ruolo: pensiamo non solo all’iniziativa per l’abolizione del canone e ai dibattiti che ne sono seguiti sul ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo, ma anche al calo delle entrate pubblicitarie e alle nuove abitudini di consumo di media. Nel bando troviamo traccia di tutto questo. I “profondi cambiamenti nella programmazione e nelle modalità di diffusione dell’offerta” e soprattutto il “contesto di limitazione delle risorse a disposizione”. Con queste premesse, le capacità “di negoziazione, di mediazione” indicate come requisiti possono far pensare che si cerchi un manager che sappia come e dove tagliare. «Ma non nel senso di una persona che smantelli il servizio pubblico» ci ha spiegato ancora Pedrazzini. «È un dato di fatto che le risorse a disposizione del servizio pubblico si sono ridotte e quindi è importante trovare una persona in grado di mediare tra i vari interessi in gioco».

Tra cui, ovviamente, gli interessi dei dipendenti della Rsi. Il Sindacato svizzero dei massmedia Ssm, da noi contattato, deve ancora avviare una riflessione su quelle che per il personale dovranno essere le caratteristiche del direttore o della direttrice della Rsi del futuro. Sulla nomina sono tuttavia già emerse alcune sensibilità, oggetto di una lettera che Pedrazzini dovrebbe ricevere prossimamente. Un primo tema è la parità tra uomo e donna, sia a livello salariale sia di opportunità di lavoro, e più in generale l’attenzione alle tematiche di genere: il che non vuol dire necessariamente una futura direttrice invece di un possibile direttore, ma una sensibilità e attenzione alla questione. E poi, l’empatia: si vorrebbe qualcuno in grado di comunicare, di ascoltare e di farsi apprezzare dal personale. Che insomma abbia quell’autorevolezza importante soprattutto quando si prospettano cambiamenti importanti come quelli che affronterà la Rsi. Il riferimento qui è a certi “scadimenti di tono” avvenuti in passato, con licenziati accompagnati alla porta dal personale di sicurezza e da questo punto di vista le capacità di negoziazione citate nel bando non stupiscono il sindacato.

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