Culture

Il Ticino che legge: molti libri e siti web, pochi ebook

L'Osservatorio culturale del Cantone ha pubblicato un rapporto su forme e ritmi della lettura

13 maggio 2020
|

Negli anni Novanta si discuteva della fine della scrittura, ma proprio quando telefono e televisione parevano segnare la vittoria dell’oralità, ecco che questi dispositivi si sono trasformati diventando quasi delle macchine da scrivere: pensiamo al telefono, diventato prima cellulare con gli sms e poi smartphone con i social media. “Non si è mai letto così tanto come oggi, ma allo stesso tempo ci si lamenta che non si è più in grado di leggere” osserva Matteo Viale, professore di Linguistica italiana all’Università di Bologna, intervistato nelle pagine introduttive del fascicolo ‘Forme e ritmi della lettura nel Cantone Ticino’ curato dall’Osservatorio culturale del Cantone Ticino.

Il rapporto è una sorta di istantanea del Ticino che legge: chi sono i lettori, dove, quanto, cosa e come leggono. Una fotografia (precedente la crisi sanitaria attuale che certo avrà influito sulle abitudini di lettura) realizzata, come si dirà meglio più avanti, mettendo insieme varie fonti, ma si è cercato di fare un ragionamento più ampio sulla lettura «che negli ultimi cinquant’anni è cambiata radicalmente: con la digitalizzazione alla pagina si è aggiunto lo schermo» ci spiega Tommy Cappellini dell’Osservatorio culturale, tra gli autori del rapporto. Da qui l’idea di inquadrare il multiforme fenomeno della lettura attraverso quattro interviste a professori – oltre al già citato Viale, abbiamo Giulio Ferroni della Sapienza di Roma, Lorenzo Tomasin dell’Università di Losanna e Maurizio Vivarelli dell’Università di Torino – per vedere come è cambiata la lettura nel tempo. Perché quella del digitale è solo l’ultima di una lunga serie di trasformazioni più o meno profonde: pensiamo alla ‘ruminatio’ medievale, quando i testi venivano meditati più che letti (almeno quelli colti: come ricorda Vivarelli, c’era anche una tradizione di letture per i ceti popolari, scarsamente alfabetizzati), oppure alla rivoluzione della stampa, alla lettura “borghese”… Ma per questo rimandiamo alle quattro interviste contenute nel quaderno.

Digitale sì, ma non l’ebook

Il rapporto ‘Forme e ritmi della lettura nel Cantone Ticino’ è disponibile oltre che in versione cartacea, anche nella Biblioteca digitale del Cantone (*bibliotecadigitale.ti.ch*).

Il che ci porta a quella percepita, a torto o a ragione, come la grande contrapposizione, quella tra carta e digitale, tra libro ed ebook. Se il 79 per cento dei ticinesi legge almeno un libro all’anno (e il 58 per cento più di tre), ad aver letto un ebook è appena il 10 per cento della popolazione e solo il 2 per cento ha letto solo libri elettronici. Ancora peggio degli ebook, gli audiolibri (ma il dato riguarda solo gli utenti delle biblioteche cantonali). Il lettore tipo di un libro elettronico è maschio con meno di 39 anni e formazione universitaria – da notare che tra i lettori di libri in generale le donne sono invece più degli uomini e c’è un maggiore equilibrio sia anagrafico che di livello di studi.

Insomma, la digitalizzazione nella lettura non riguarda gli ebook, o almeno non ancora perché come detto il fenomeno è in continua evoluzione – e val la pena notare che il servizio di prestito digitale del Sistema bibliotecario ticinese è cresciuto costantemente, arrivando a 7’200 unità nel 2018. Ma il vero protagonista delle letture digitali è il web: si tratta del secondo supporto più utilizzato dopo i libri, addirittura il primo se si va a guardare la frequenza di utilizzo.

Il tempo di leggere

Come accennato, i dati contenuti nel rapporto provengono da varie fonti. Innanzitutto abbiamo i dati dell’indagine sulle pratiche di lettura dell’Ufficio federale di statistica, condotta nel 2008 e usata più che altro come base per i confronti con i dati dell’Indagine sulla lingua, la religione e la cultura, sempre dell’Ufficio federale di statistica (gli ultimi dati sono quelli del 2014, ma si attendono i risultati del rilevamento del 2019). Abbiamo poi un sondaggio – realizzato dall’Osservatorio culturale in collaborazione con l’Osservatorio linguistico e l’Osservatorio del turismo — degli utenti delle biblioteche cantonali che entra maggiormente nel dettaglio su come e come si legge, anche se non è ovviamente possibile fare confronti con i dati delle altre due ricerche, avendo un campione completamente distinto.

I frequentatori delle biblioteche cantonali sono in genere forti lettori – un dato che potrebbe non stupire, anche se in realtà la cosa non è affatto scontata: «in biblioteca ci si può andare, e di fatto ci si va, anche per studiare o per le attività culturali, non è scontato che chi per lavoro legge un manuale di ingegneria poi nel tempo libero si legga un romanzo» fa notare sempre Tommy Cappellini.

Già, che cosa si legge in Ticino? Tra le letture per svago, la narrativa domina incontrastata (soprattutto gialli e romanzi storici) ma anche la saggistica non se la cava male, apprezzata da oltre la metà degli utenti del Sistema bibliotecario ticinese. Nella scelta di cosa leggere, determinante paiono essere le recensioni seguite dai consigli di amici e familiari.

Il 60 per cento degli utenti delle biblioteche cantonali legge tutti i giorni: per un confronto, solo il 45 per cento legge quotidianamente i giornali e il 10 per cento le riviste. Coerentemente, quella per i libri cartacei rappresenta, tra le letture, la spesa maggiore (tre quarti degli interpellati spendono più di 100 franchi l’anno. Il tempo medio di lettura, per la maggioranza delle persone, è superiore a un’ora. Si legge prevalentemente a casa (95%) o sui mezzi di trasporto (27%).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE