Culture

Facciamo spazio al tempo, in casa

Prima le scuole, poi tutti noi. È una situazione nuova, che ci ha colti impreparati. Adesso vale la pena di fermarsi a pensare come starci dentro.

Ti-Press

Venerdì 13 marzo le scuole hanno chiuso: i bimbi sono a casa. Tutti, in realtà, siamo a casa ora. È una situazione molto strana. Perché se da un lato succede anche in giugno con l’inizio delle vacanze estive, sappiamo che queste non sono le ferie, che se tutti gli allievi non vanno a scuola non è certamente qui per qualcosa di bello, anzi. Quello che non sappiamo tanto bene è: come reagire? Tutti a casa, ma in casa. Occhi sbarrati e panico, parola d’ordine: troviamoci subito qualcosa da fare!

Allora inziano a piovere proposte e gruppi, le chat fremono, il web mette a disposizione un’infinità di materiali, ci sono audiolibri e film, documenti e visite virtuali ai musei, idee per lavoretti manuali, corsi gratuiti a distanza, videogiochi educativi, ginnastica alla televisione, e via dicendo. L’offerta è ampia, siamo salvi. L’educazione e la cultura sono assicurate. Il nostro tempo – qui dentro - è riempito.

Devo ammettere di essere stata inizialmente affascinata da tutte queste proposte online, diciamocelo sono occasioni ghiottissime: visitare la Pinacoteca di Brera dal proprio divano, poter accedere agli archivi della Cineteca di Milano, tutti gli audiolibri di RadioRai3, fare un salto al Met di New York e poi accedere alla libreria digitale dell’Unesco. C’è da riempirsi le giornate e i sensi di parole e immagini. Ho subito condiviso a mia volta le informazioni ricevute, e fatto programmi – virtuali s’intende – per le giornate a venire.

Poi però. Mi sono fermata a riprendere il fiato.

Sarà impossibile, con dei bambini a casa, riuscire a fare tutte queste cose. Non per colpa dei bambini s’intende. Impossibile perché se siamo confinati qui è per un motivo ben preciso: perché fuori c’è un virus invisibile che dobbiamo assolutamente fermare, e starcene tranquilli tra quattro mura è la maniera migliore per far sì che se ne vada da solo.

È una situazione nuova, quella in cui ci troviamo, alla quale non eravamo abituati, o preparati. Non è tempo libero, non sono le vacanze. Ma allo stesso tempo non mi va di riempirlo con immagini e parole nuove, non riesco a fare lezione ai bambini.

Il nostro immaginario, è già sovraccarico di stimoli. C’è bisogno di ordine. Forse questa volta vale la pena fermarsi, ma davvero, e capire come starci, dentro questa situazione. Solo poi, con quello che abbiamo intorno, iniziare a muoverci cautamente e prenderci cura delle nostre menti. Il libro lasciato da tempo sul comodino sotto una pila di romanzi, la lettera ai nonni, quelle foto delle vacanze da rivedere, la natura che fiorisce – se si ha la fortuna di averne accesso.

Piano piano, insieme.

Senza mai dimenticare che la vera tragedia, in questi giorni, non è certo il tempo da riempire.

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