Culture

Woody neanche in libro: editore e regista nella bufera

‘Tradimento’ è l’accusa lanciata alla casa editrice Hachette dalla figlia Dylan Farrow. Ma il caso di abusi contro Allen è tutt’altro che chiaro.

A Cannes nel 2016 (Keystone)
6 marzo 2020
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Il movimento #MeToo non perdona. E, purtroppo, non va tanto per il sottile: che si tratti di casi acclarati, di accuse non confermate o addirittura smentite da più parti, la parola d’ordine è messa al bando totale. Così Woody Allen è nella bufera non solo per i suoi film, ma anche per la sua autobiografia. Intitolata ‘Apropos of Nothing’, uscirà in aprile con Grand Central, una divisione della casa editrice Hachette. Dylan Farrow, che continua ad accusare il padre adottivo di averla molestata da bambina negli anni Novanta, ha definito “sconvolgente” la pubblicazione in contemporanea mondiale (in italiano con La Nave di Teseo) il 7 aprile del memoir, mentre Ronan, l’unico figlio biologico di Woody Allen e Mia Farrow – che con Hachette ha pubblicato il bestseller ‘Catch and Kill’, in cui racconta proprio le inchieste giornalistiche che hanno portato al caso Weinstein e la nascita del movimento #MeToo – ha annunciato che non lavorerà più con la casa editrice.

“Ronan ha dato voce a molte sopravvissute di molestie sessuali da parte di uomini potenti”, ha detto Dylan, parlando di un “tradimento” mentre il giovane Farrow ha scritto al Ceo di Hachette, Michael Pietsch: “Mentre lavoravamo assieme a ‘Catch and Kill’, un libro che parla anche del danno fatto da Allen alla mia famiglia, negoziavate segretamente per pubblicare un libro di una persona che ha commesso quegli atti di abuso sessuale. Onestamente non posso più lavorare con Hachette. Immagina come sarebbe stato se fosse capitato a tua sorella”.

Il problema è che non è affatto chiaro che cosa sia capitato: le indagini svolte dalle autorità hanno ripetutamente smentito che vi siano stati abusi e, insieme alle testimonianze di Ronan e Dylan, occorre citare quelle di Moses Farrow che non solo ritiene Woody Allen innocente, ma incolpa la madre Mia Farrow di aver assoggettato i figli durante la turbolenta separazione. Tornando al libro di Allen, come ha spiegato l’editore racconta la vita, personale e professionale, del regista e attore, “attraverso il suo impegno nel cinema, a teatro, in televisione, nei nightclub e nella stampa”. Nell’autobiografia Allen affronta anche “il suo rapporto con la famiglia, gli amici, e gli amori della sua vita”. Dylan ha detto di non esser mai stata contattata direttamente dai “fact checkers” di Hachette per verificare le affermazioni del padre adottivo. “Questo ci dà un altro esempio del profondo privilegio consentito dal potere, il denaro e la fama. La complicità di Hachette dovrebbe essere denunciata per quel che è”.

Il libro era stato fatto circolare l’anno scorso ma non aveva attirato offerte da parte delle grandi case editrici a causa del clima creato dal già ricordato scandalo Weinstein. E, come accennato, i problemi non riguardano solo i libri: pur considerato uno dei grandi registi viventi, autore di capolavori come ‘Io e Annie’ e ‘Manhattan’ e vincitore di quattro Oscar, nel 2018 Amazon si era tirata fuori da un accordo multimilionario di produzione e distribuzione mentre attori come Colin Firth, Greta Gerwig e Timothée Chalamet avevano annunciato che non avrebbero mai più girato con lui. Quanto agli ultimi film, ‘A Rainy Day in New York’ è uscito in alcuni Paesi europei ma non negli Usa, mentre l’ultima produzione, ‘Rifkin’s Festival’ con Christoph Waltz e Gina Gershon, girato la scorsa estate, è ancora in attesa di un distributore.

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