Culture

Le parole e le case: Paolo Pagani e i luoghi del pensiero

Da Spinoza a Thomas Mann, sabato al Lac Pagani racconterà il suo viaggio attraverso case, città e pensieri che hanno rotto con il passato.

Una cartografia delle idee che hanno fatto l’Europa
10 gennaio 2020
|

Nelle storie del pensiero, i luoghi in cui l’autore ha vissuto sono di solito liquidati in pochi paragrafi iniziali; spesso anche le biografie dedicano scarsa attenzione a città, strade ed edifici. Non così Paolo Pagani che nel suo ‘I luoghi del pensiero’ (Neri Pozza 2019) parte proprio dal territorio, per ripercorrere la vita di alcune importanti figure della cultura europea, da Spinoza e Cartesio a Thomas Mann passando per Newton, Marx, Darwin, Keynes, Wittgenstein, Heidegger e altri, come racconterà domani alle 11 nella Hall del Lac di Lugano per le “Colazioni letterarie” promosse da PiazzaParola e Lac edu, in collaborazione con Lac shop.

Come è nato questo ‘interesse geografico’ per il pensiero?
L’idea nasce dall’aver osservato il momento sciagurato che stiamo attraversando in Europa: mi sono domandato cosa rischia di andare perduto, cosa avremmo rimpianto, cosa ci sarebbe mancato. Insomma, mi stavo chiedendo da dove venga la grandezza dell’Europa e sono andato alla ricerca dei valori su cui secondo me l’Europa è stata costruita.
Ho quindi individuato dei luoghi legati a letture che mi hanno appassionato e che ritengo importanti. Perché mi sono fatto l’idea che certe idee – quelle idee su cui appunto è fondata l’Europa, e si tratta di idee soprattutto culturali, non politiche, non economiche, ma culturali – potevano nascere solo lì dove effettivamente sono nate. Andare alla ricerca di case, officine di scrittura, qualche volta addirittura tombe, perché quei luoghi evocavano dei pensieri che potevano nascere solo lì. Idee legate a dei luoghi, luoghi che raccontano quelle idee.

Un espediente narrativo o davvero visitando un luogo si comprende meglio il pensiero di un autore?
Certamente è stato un espediente narrativo, perché i luoghi mi hanno fornito il modo e il pretesto per raccontare delle vite filosofiche nella forma di un reportage intellettuale, evitando di scrivere un saggio accademico.
Ma non è stato solo un espediente narrativo perché alla base c’è la convinzione che le idee che ho scelto non si potessero separare dai luoghi. Inoltre, fin dall’inizio ho avuto la convinzione che ci fosse un filo rosso tra gli autori scelti: la rottura rispetto alla rottura del passato. Li ho definiti “costruttori di mondi”, perché sono tutti autori rispetto ai quali c’è un prima e un dopo…

Davvero in un’altra regione, nazione o continente Spinoza o Thomas Mann non avrebbero pensato quello che hanno pensato?
Non esiste controprova, naturalmente. Quello che mi ha affascinato è vedere come certe vite filosofiche – vite che hanno espresso una profonda coerenza tra biografia e pensiero – si siano sviluppate in luoghi propizi alla coerenza tra vita e pensiero. L’Olanda di Spinoza era un po’ la New York del Seicento, dove si mescolavano esperienze culturali, la tolleranza religiosa… e il filosofo della libertà e dello sganciamento dai dogmi religiosi nasceva proprio lì! E così anche per altri: Darwin, dopo il viaggio sul Beagle, non poteva concepire l’evoluzionismo se non nella quiete campagnola e un po’ aristocratica di questa Down House del Kent… Nessuno può dire se Darwin a Boston avrebbe fatto la stessa cosa: sta di fatto che lui lì l’ha fatta. Un’altra clamorosa corrispondenza tra luogo e pensiero è la ‘Hütte’ di Heidegger nella Foresta nera: non sarebbe nato ‘Essere e Tempo’ se Heidegger non si fosse messo a scrivere in quella capanna. Era il luogo propizio per l’accadere di questo evento culturale: in via Solferino a Milano – dove casualmente mi trovo adesso – cosa sarebbe accaduto?

Abbiamo citato Milano: quali sono i luoghi di Paolo Pagani?
La domanda è molto gentile e generosa, ma non mi sento all’altezza di essere identificato con un luogo, come se il mio genio potesse esprimersi solo lì. Direi che i miei luoghi sono quelli dei miei autori, luoghi che contengono un’aura, un alone particolare: non perché lì esprimo qualcosa, ma perché lì cerco di tirare fuori qualcosa.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE