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Star Wars: dove eravamo rimasti?

Tanto tempo fa, in un cinema lontano lontano.... (a 24 ore dal nuovo capitolo, ‘L’ascesa di Skywalker’, un utile vademecum alla saga di tutte le saghe)

OMG (‘L’ascesa di Skywalker’, domani nelle sale)
17 dicembre 2019
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Domani nelle sale arriva ‘L’ascesa di Skywalker’, capitolo conclusivo della trilogia successiva a quella originale poi diventata di mezzo. Se avete avuto bisogno di rileggere un paio di volte la frase precedente, ecco un utile riepilogo della popolare saga cinematografica – e si specifica “cinematografica” perché qui ci si atterrà ai film, tralasciando fumetti, serie animate, romanzi e ‘Holiday Special’ (e se non sapete che cosa è lo ‘Star Wars Holiday Special’, beh, è una fortuna).

Tutto ebbe inizio nel 1977, quando nelle sale arrivò uno strano film di fantascienza: dopo anni di futuri apocalittici con l’umanità che si è autoannientata (‘Il pianeta delle scimmie’ di Franklin Schaffner) o comunque messa male (‘Soylent Green’ di Richard Fleischer, ‘Rollerball’ di Norman Jewison, eccetera eccetera eccetera), arriva George Lucas con principesse, imperatori, cavalieri con poteri magici (ok, la Forza sarebbe un campo di energia mistica, ma ci siamo capiti), e una storia ambientata “tanto tempo fa”. Insomma, una fiaba nello spazio – e infatti Lucas si è anche ispirato agli studi sulla mitologia di Joseph Campbell – che evidentemente era quello che ci voleva, perché ‘Guerre stellari’ è stato un successo. Merito del complesso universo creato da Lucas, che aveva immaginato e in parte scritto molti più eventi di quelli narrati in quel film, ma anche degli effetti speciali, della colonna sonora di John Williams. E anche del montaggio, perché le prime versioni del film erano avvincenti quanto il diaporama del viaggio di nozze dello zio alcolizzato; poi Lucas decise di ascoltare la moglie, Marcia Lucas, che lo aiutò nel montaggio definitivo, spostando intere scene e inserendone di nuove, insomma salvando il film.

Molti alti e qualche basso

Perché diciamocelo, per ‘Guerre stellari’ vanno riconosciuti due meriti a George Lucas: il primo è aver creato un incredibile universo a cavallo tra fantasy e fantascienza; il secondo è aver lasciato lavorare gli altri, anche se purtroppo non sempre. Del resto il secondo film della serie, ‘L’Impero colpisce ancora’ del 1980, è il migliore dell’intera saga e quello in cui Lucas ha fatto meno cose. Già nel terzo, ‘Il ritorno dello Jedi’ (1983), abbiamo i pelosetti Ewok che sconfiggono il malvagio Impero galattico lanciando pietre e tronchi – che già così scuoti la testa; quando poi scopri che dovrebbe essere una metafora del Vietnam, la testa (la propria o meglio ancora quella di Lucas) la vorresti rompere colpendo ripetutamente un muro.

Comunque, tra molti alti e qualche basso è così andata la trilogia originale di Guerre stellari, con il giovane Luke Skywalker che scopre di essere figlio di un cavaliere Jedi passato al lato oscuro e divenuto Darth Fener (come scopriamo, colpo di scena, nel secondo film), di avere una sorella principessa e di dover affrontare il malvagio imperatore Palpatine che alla fine muore (forse, ma ci arriveremo). Tre film che, per quanto non perfetti, sono a ragione considerati dei classici.

Solo che nell’universo immaginato da Lucas molta roba è rimasta fuori e così col nuovo millennio ecco nei cinema una nuova trilogia che racconta gli antefatti, insomma come il padre di Luke Skywalker è diventato Darth Vader. Sì, prima era Fener, adesso Vader: perché nel frattempo è cambiato il doppiaggio e non solo si è passati da ‘Guerre stellari’ a ‘Star Wars’, ma anche molti personaggi hanno cambiato nome – non per complicate questioni filologiche, ma per non dover rifare il packaging dei giocattoli e degli altri gadget, fonte di reddito più importante dei biglietti del cinema.

L’annosa questione

In ordine abbiamo 'La minaccia fantasma' (1999), o meglio ‘Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma’ perché bisogna iniziare a mettere i numerini se no ci si perde. Qui Lucas fa fondamentalmente quello che gli pare – il che vuol dire tutto tranne le cose giuste. Dalla Forza trasformata da energia mistica a parassitosi a personaggi imbarazzanti come Jar Jar Binks, difficile trovare qualcosa di buono, in quel film. Tra un obbrobrio e l’altro, abbiamo modo di scoprire l’infanzia di Anakin Skywalker/Darth Vader e di nutrire qualche sospetto circa la presunta saggezza dei jedi – che sarà il senno di poi, ma abbandonare la madre di Anakin in stato di schiavitù in un pianeta senza legge non pare una grande idea. Un po’ meglio ‘Episodio II – L’attacco dei cloni’ (2002), dove almeno abbiamo un antagonista degno di questo nome (il Conte Duku, interpretato dall’ottimo Christopher Lee) e incontriamo un Anakin adulto che passa metà del film a stalkerare la bella Padmé Amidala la quale – dimostrando una saggezza degna di un jedi – si innamora di lui nonostante confessi candidamente di aver sterminato un villaggio di predoni perché arrabbiato.

E finalmente ‘Episodio III – La vendetta dei Sith‘ (2005), nel quale Anakin diventa finalmente Darth Vader. L’idea di Lucas è di per sé interessante: è la paura di perdere Amidala a spingere Anakin verso il lato oscuro della Forza; il risultato però è trasformare uno dei più suggestivi cattivi cinematografici di sempre in un ragazzino lagnoso e manipolabile – ma almeno conosciamo meglio il vero cattivo, l’imperatore Palpatine, quello che abbiamo visto morire (forse) nel 1983. Il che apre all’annosa questione: in quale ordine guardare questi film? Di realizzazione, partendo dal primo ‘Guerre Stellari’ ribattezzato ‘Star Wars: Episodio IV’ (per l’occasione arricchito di effetti speciali e altri maquillage che lasciamo perdere) seguendo la numerazione, con la vicenda in ordine cronologico? L’opzione più saggia è una via di mezzo: IV, V (con colpo di scena Anakin/Dart Vader), poi I (se proprio vogliamo), II, III e infine VI per il gran finale con la morte (?) dell’imperatore.

Mentre il mondo discuteva di quale ordine seguire, George Lucas decideva di vendere tutto al vero Impero galattico dell’industria del divertimento: la Walt Disney Company, con i fan divisi tra “oddio cosa succederà adesso alla nostra saga preferita” e “vabbè, peggio di ‘La minaccia fantasma’ è impossibile”. Insieme ad alcuni film singoli (il riuscito ‘Rogue One’ nel 2016 e il deludente ‘Solo’ nel 2018), viene annunciata una trilogia sequel, e nel 2015 abbiamo ‘Star Wars: Il risveglio della Forza’ di J.J. Abrams. E non è male, ma più che altro perché è un remake del primo ‘Guerre stellari’ con alcune aggiunte di ‘L’impero colpisce ancora’. Poi c’è chi prova a nobilitare la trama rispolverando inconsapevolmente Borges, quando immaginava uno scrittore (Pierre Menard) che riscriveva parola per parola il ‘Don Chisciotte’ di Cervantes ma, argomentava con arguzia Borges, facendolo in un’altra epoca la sua opera assumeva un significato completamente diverso dall’originale. Comunque abbiamo lo stagionato cast dei primi film insieme al cattivo Kylo Ren che prende il posto di Darth Vader, all’ancora più cattivo Snoke che prende il posto dell’imperatore, e all’eroina Rey che prende il posto di Luke Skywalker.

Cosa dobbiamo aspettarci?

Nonostante le perplessità, questo nuovo film pone premesse interessanti per il resto della trilogia. Non fosse che per il secondo film di questa trilogia arriva Rian Johnson con ‘Gli ultimi Jedi’ (nel caso abbiate perso il conto: episodio VIII) manda tutto all’aria. Chi sono i genitori di Rey? Non importa. Chi è il malvagio Snoke? Non solo non importa, ma lo facciamo pure morire. Dov’è finito Luke Skywalker? Su un’isola a mungere leoni marini. E così via. Intendiamoci, di per sé va benissimo così – il problema è che a dirigere ‘L’ascesa di Skywalker’ è tornato J.J. Abrams per cui: che cosa dobbiamo aspettarci? Quello che sappiamo è che la trama ha subito qualche rimaneggiamento per la morte di Carrie Fischer (la Principessa Leia sorella di Luke) e che tornerà l’imperatore Palpatine – no, evidentemente non era morto del tutto. Il che fa temere un gustoso remake di ‘Il ritorno dello jedi’. Lasciamoci stupire.

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