Culture

La passione di Ammann per i ponti di New York

Nelle sale ticinesi il documentario dedicato alla vita dello sciaffusano emigrato nel 1904 per realizzarsi come ingegnere

20 settembre 2019
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Si guarda con curiosità il bel documentario ‘Gateways to New York: Othmar H. Ammann and his bridges’ – da ieri nelle sale ticinesi – in cui Martin Witz, regista e sceneggiatore, ci porta attraverso la scoperta di un personaggio ai più ignoto, a ripercorrere la storia degli Stati Uniti, dal primo Novecento agli anni Sessanta dello scorso secolo, dal punto di vista civile e sociale. Protagonista è l’ingegnere civile Othmar H. Ammann che, per subito spiegare, è colui che ha progettato i ponti di Verrazzano e George Washington a New York, oltre ad altri quattro nella metropoli, e sovrainteso al Golden Gate di San Francisco firmato dal collega Joseph Strauss.

Il regista ci racconta la vicenda pubblica e umana di questo uomo nato a Sciaffusa il 26 marzo 1879, laureatosi al Politecnico di Zurigo ed emigrato nel 1904 in America per realizzarsi come ingegnere, e capace di riuscirci per il suo talento e la sua ingegnosità. Ma Ammann non è da solo sotto i riflettori: attraverso filmati d’epoca e interviste, il regista costruisce intorno a lui un fronte interno degli Stati Uniti, lontano dai fragori delle guerre mondiali e di Hollywood; quel fronte fatto dagli operai che lavorano alla costruzione dei ponti, delle strade, delle case, gente che talvolta paga con la vita il lavoro.

Witz ci porta allora in una cittadina, Kahnawake, abitata dai nativi Mohawks: veniva da lì la maggior parte dei lavoratori del Quebec Bridge che crollò nel 1907. Othmar H. Ammann fu chiamato nella commissione d’inchiesta, fu l’inizio della sua splendida carriera e insieme la presa di coscienza che le sue idee senza chi le realizzasse materialmente con impegno e serietà sarebbero rimaste sulla carta nonostante i finanziamenti. Sono gli Stati Uniti che crescono come potenza, costruendo ponti e strade, aprendo le porte delle grandi città.

Mai il film cede in tensione, e alla fine oltre ad aver conosciuto Othmar H. Ammann, riusciamo a capire meglio il cammino di un Paese, e pensando a quei ponti come linee nel blu, che da decenni campeggiano nei paesaggi americani, si ripensa al ponte di Genova, all’incuria, ai sensi di marcia di un Paese rispetto all’altro. Othmar H. Ammann morì nella sua New York il 22 settembre 1965.

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