Culture

Alla fine del viaggio, addio Guido Ceronetti

Lucida, critica e dissacrante era la voce contro del poliedrico uomo di cultura, che ha eletto la Biblioteca cantonale di Lugano custode delle sue carte

Fondo Ceronetti
13 settembre 2018
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Pessimista e catastrofista, lucido e critico, dissacrante; prosatore e poeta, filosofo e traduttore, drammaturgo e giornalista: un intellettuale a tuttotondo. Ci rifacciamo a un’espressione piuttosto abusata che ci dà però un’unica certezza: Guido Ceronetti è stato un intellettuale difficilmente (e inutilmente, forse) confinabile nel perimetro di etichette. Sicuramente “una mente critica fuori dal coro”, come lo ha descritto Mario Botta in un suo laconico testo dedicato all’intellettuale, quando questi gli chiese di disegnare un teatrino per le sue marionette. Nel suo «labirinto di scritti», come ci dice al telefono l’architetto ticinese, ha trovato le «poche righe, anche affettive» (che riportiamo integralmente nella spalla) che sono «una breve testimonianza» di una collaborazione.
Il pretesto per parlare dell’intellettuale è di quelli funesti: a causa di una broncopolmonite Guido Ceronetti è morto ieri, a Cetona (Siena), all’età di 91 anni.


Ticino, terra prediletta

Il rapporto del pensatore italiano con la Svizzera e il Ticino era forte: benché non ci vivesse, egli vi aveva trovato la terra prediletta: «Da tanti anni, la Svizzera per me non è frontiera – aveva dichiarato in una delle rare (se non unica) interviste televisive, rilasciata a Michele Fazioli nel 2005 –. Un’oasi di calma e [qui; ndr] mi rituffo nell’italianità».

Una delle eredità più importanti lasciateci da Ceronetti è il fondo omonimo (da lui stesso definito scherzosamente “il fondo senza fondo”), facente parte dell’Archivio Prezzolini, custodito dalla Biblioteca cantonale di Lugano. A partire dagli anni Novanta, e in diverse tappe (1994, 1996 e 2003), lo scrittore decise di donare alla Città le sue carte, come ci ha raccontato telefonicamente la responsabile dell’Archivio Diana Rüesch. Probabilmente la decisione è stata dettata in parte dall’affetto che l’autore provava nei confronti del Ticino e in parte anche perché come lui altri intellettuali italiani decisero di donare i propri scritti alla Città, fra gli altri lo stesso Prezzolini, Flaiano, Tomizza. Il corpus è molto vasto e comprende l’opera edita e inedita: sono ad esempio oltre 400 i quaderni autografi che custodiscono poesie, traduzioni, articoli, recensioni eccetera. Vi si legge anche la corrispondenza (di circa seimila pezzi) che Ceronetti aveva intrattenuto. E ancora l’archivio figurativo che custodisce oltre 300 disegni di artisti (Carlo Cattaneo, Stefano Faravelli, Cristina Földes, Manlio Guberti, per citarne alcuni) e opere grafiche dello stesso Ceronetti.

Fra gli importanti contributi alla nostra regione, anche diversi pezzi giornalistici per il ‘Corriere del Ticino’ e il ‘Giornale del popolo’, senza dimenticare la donazione della sua collezione di marionette alla Città di Ascona, nei primi anni Duemila.


Storia di un intellettuale

Nato a Torino il 24 agosto 1927, Guido Ceronetti da molti anni si era ritirato in Toscana dove aveva una casa, a Cetona, per dedicarsi soprattutto alla scrittura. Esemplare il suo ‘Viaggio in Italia’, uscito in volume nel 1983, compiuto a piedi, con treni locali e corriere da Nord a Sud, dal Po avvelenato a “uno dei peggiori luoghi” del paese, Napoli.
Intellettuale contro, grande amico del filosofo e saggista romeno Emil Cioran, che aveva introdotto in Italia, e appassionato dello scrittore francese Louis-Ferdinand Céline, era traduttore dal latino (Marziale, Catullo e Giovenale) e dall’antico ebraico. Poeta oltre che scrittore e drammaturgo, aveva una grande passione per il teatro nata con le marionette, fatte anche con le sue stesse mani, e condivisa con la moglie Erica Tedeschi con la quale nel 1970 aveva dato vita al Teatro dei Sensibili.
Famose le sue interviste impossibili, dialoghi immaginari tra un intellettuale contemporaneo e un personaggio storico, andate in onda nel 1974 sul secondo programma di Radio Rai.
Guido Ceronetti ha partecipato alla Resistenza occupandosi di stampa clandestina e nel dopoguerra ha vissuto scrivendo su vari giornali e riviste, fra cui ‘la Repubblica’ e ‘La Stampa’. Autore lucido e prolifico, ha cominciato a pubblicare libri a partire dagli anni 70 con le case editrici Einaudi e Adelphi, è stato autore di saggistica e narrativa, così come poesie, ma anche traduzioni.


Guido Ceronetti (1927)

“L’ultimo dei no-global? Di sicuro una mente critica fuori dal coro. Ceronetti mi ha chiesto di disegnare un teatrino per le marionette. Una piccola architettura, fragile ed ambulante, con un palcoscenico ricavato nel volume, pronto a narrare storie e sogni. Un teatrino, oggi, non è un oggetto insignificante, al contrario può configurarsi come strumento per una nuova bellezza ed emozione capaci di opporsi all’appiattimento e all’omologazione dell’intorno. Poi, a rappresentazione conclusa il teatrino si ricompone nel proprio guscio, silenzioso e discreto ai margini di uno slargo, in attesa, l’indomani, di ritornare ancora protagonista per altri sogni”.


(Testo gentilmente concesso da Mario Botta)

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