È stato dichiarato uno dei borghi più belli d’Italia, un luogo d’altri tempi dove (ri)scoprire il valore delle cose fatte a mano.
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
Cammino nella via incastonata tra vecchie case calpestando ciottoli plasmati da centinaia d’anni di storia. È uno stretto corridoio illuminato solo dal fuoco che brucia dentro le lanterne appese sugli edifici del paese. Stasera sono tutte illuminate. Sento in lontananza il vociferare di gente che si è radunata dentro un locale al pianterreno di un’abitazione.
Mi avvicino e vengo raggiunta dall’odore di pelle. Un conciatore sta lavorando sotto gli occhi vigili di alcuni osservatori e risponde alle loro domande continuando concentrato la sua attività. Vado avanti attirata da un rumore più forte che proviene dal fondo di una scalinata. Rumore d’acqua e di pietra. È un mulino funzionante che macina il mais. Dentro l’edificio su cui si muove la ruota spinta dal riale, alcuni bambini salgono su una scala di legno per osservare dall’alto la pesta in azione che trasforma i chicchi in farina.
«Andiamo in piazza, tra poco iniziano gli spettacoli», dice qualcuno. E d’istinto li seguo anch’io. Sorpassiamo uno dei punti di ristoro dove i visitatori si stanno gustando la cena. Porzioni di ravioli caserecci e di strinù – una salamella arrostita servita in mezzo a una pagnotta – ci passano accanto. Da piazza Santa Maria giungono note di musica dal vivo e per l’occasione mi fermo in un cortile lì vicino a salutare Lucio. Sta intrecciando le strope, dei vimini di salice che andranno a formare un cestino. Lo si può trovare all’opera qui quasi tutto l’anno. Non vale lo stesso per la maggior parte degli altri artigiani che partecipano alla Mostra mercato di Bienno, una fiera dell’artigiano all’aperto che si svolge ogni anno durante l’ultima settimana di agosto in questo Comune bresciano della Valle Camonica elencato tra i Borghi più belli d’Italia. Un evento che è sinonimo di trasformazione: immaginate un villaggio tranquillo con poco più di 5mila abitanti che per 9 giorni all’anno accoglie nel centro storico – per lo più in garage e cantine svuotate per l’occasione – una manifestazione che nel 2017 ha accolto il numero record di 240mila visitatori.
Bienno è una realtà formata da contrasti. Situato tra le aspre cime dell’Adamello e le dolci rive del Lago d’Iseo, questo luogo può essere tanto genuino grazie ancora alla forte presenza del settore primario, quanto creativo grazie al progetto «Borgo degli Artisti». Ogni anno il Comune apre infatti un bando di concorso rivolto ad artigiani, artisti e creativi che desiderino risiedere e realizzare qui le loro opere per un periodo – che può durare da alcune settimane ad alcuni mesi – mettendo a disposizione un alloggio e un luogo dove lavorare. Chi si aggiudica un posto è tenuto ad aprire le porte dell’atelier in modo da mostrare al pubblico la propria «bottega d’artista» in attività: una sorta di museo a cielo aperto in mutamento su tutto l’arco dell’anno. I vincitori potranno inoltre esporre gratuitamente alla Mostra mercato accanto a loro colleghi provenienti da tutt’Italia e non solo. Oltre a mostrare pubblicamente il proprio lavoro, in cambio di alloggio e atelier, al termine del soggiorno gli artisti o artigiani lasciano inoltre in regalo alla collettività una loro opera con l’obiettivo di arricchire il patrimonio culturale della regione.
Bienno è anche il borgo dei magli, con una forte tradizione basata sulla lavorazione del ferro. E proprio in una fucina (Parada) durante l’edizione numero 28 della fiera (18–26 agosto) verrà allestito uno spazio dedicato al gemellaggio tra Valle Camonica e Basilicata: la prima conosciuta come Valle dei Segni per le migliaia di iscrizioni rupestri visibili ancora oggi, e la seconda per il fascino dei Sassi di Matera. Due patrimoni Unesco che insieme mostreranno al pubblico i propri artigiani e prodotti, con concerti ed eventi a tema. Tutto il resto della Mostra Mercato sarà un tripudio di quadri, mobili, prodotti culinari, gioielli, cosmetici ecc. con la presenza di centinaia di espositori. Difficile non portarsi a casa qualcosa, in particolare l’esperienza di un viaggio nel tempo e nella passione di chi condivide qui la propria arte. Se non materiale, è possibile portare via anche un ricordo fotografico. Il 2018 segna infatti la settima edizione del concorso fotografico «Ritmi e rapsodie» a cui tutti i visitatori possono partecipare. Per chi invece è più social, è stato lanciato un contest su Instagram con l’hashtag #biennoinmostra2018: impossibile trovare un borgo medievale più moderno di così!