Culture

L'opera torna a Lugano

La prossima stagione del Lac si aprirà con il ‘Barbiere di Siviglia’ diretto da Fasolis e Rifici: una nuova sfida con cui proporsi sulla scena internazionale.

12 maggio 2018
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Martedì a Lugano si respirava un certo entusiasmo. Si è parlato di una «sfida importante », del frutto di una «virtuosa sinergia artistica», dell’inizio di «una nuova avventura teatrale». In effetti, in accordo con i molti relatori che si sono succeduti nel Teatrostudio, potremmo definire il momento come storico. La prossima stagione del Lac – unendo i destini di LuganoMusica e di LuganoInScena – si aprirà infatti con un’opera lirica, ‘Il Barbiere di Siviglia’ di Gioachino Rossini (quattro repliche fra il 3 e il 9 settembre). Non solo, lo spettacolo sarà interamente prodotto qui, con la direzione di Diego Fasolis e la regia di Carmelo Rifici, con I Barocchisti e il Coro della Radiotelevisione svizzera e l’interpretazione, fra gli altri, di Edgardo Rocha (Conte d’Almaviva), Riccardo Novaro (Bartolo), Lucia Cirillo (Rosina) e Giorgio Caoduro (Figaro).

Insomma, proprio nell’ambito della forma di spettacolo produttivamente più costosa e impegnativa, a Lugano si vuole certificare il  raggiungimento di una nuova «maturità artistica» (Lorenzo Sganzini). Il Lac si propone dunque sulla scena svizzera e internazionale dell’opera scegliendo Rossini nel 150° dalla sua morte. E lo fa con la collaborazione della Fondazione Rossini di Pesaro, che ha messo a
disposizione di Fasolis gli spartiti originali del ‘Barbiere di Siviglia’.

Una cosa normale

Ieri, dopo una serie di appassionate manifestazioni di giubilo per un «evento inimmaginabile anche solo tre anni fa» (Badaracco), Fasolis ha pensato bene di bacchettare un certo spirito ticinese incline alla sorpresa e all’autocelebrazione. L’opera? «Non dovrebbe essere una cosa straordinaria, anche perché s’inserisce in una tradizione di lunga data. In una città come Lugano dovrebbe essere del
tutto normale avere un luogo come il Lac in cui si produce l’opera». In altre parole, l’anomalia era piuttosto il contrario.

Fasolis, poi, avrebbe preferito proporre un’opera del repertorio barocco, magari di Händel, meno nota ma più qualificante te, e alla richiesta di qualcosa di più “popolare” ha buttato lì il ‘Barbiere’ quasi come una provocazione. Per poi scoprire, come ha spiegato ieri, che ci sono ancora molte scoperte da fare. Come si legge nei suoi appunti, «la provocazione è diventata convinzione trovandoci di
fronte a uno dei capolavori assoluti della creazione musicale occidentale». E così, se a teatro verrà proposta la versione originale
– ma realizzando «la prima registrazione discografica integrale e televisiva con strumenti storici» – per quanto riguarda la  «registrazione discografica proporremo per la prima volta la versione di Bologna del 1816 dove il personaggio di Rosina si era impossessato di una scena del tenore e aveva ricevuto da Rossini una nuova aria».

Se la Rsi farà la sua parte – con la diretta e gli approfondimenti radiofonici, le riprese tv e un “docufilm” che promette di raccontare il mondo del Rossini più “burlone” e godereccio, diviso fra musica e cucina – la scelta di Fasolis e di Rifici è quella di non indugiare sui luoghi comuni che circondano il compositore di Pesaro. Dunque, come spiegato dal regista e direttore di LuganoInScena, nessun
abusato cliché «buffonesco», né la facile adesione alle forme dell’opera buffa o romantica.

Rifici e Fasolis promettono dunque di portare in scena la comicità di Rossini in una forma più complessa e «crepuscolare», avvolta dalle ombre che segnarono la vita non facile del compositore.

Come spiega Rifici nelle sue note di regia, ‘Il Barbiere di Siviglia’ è un capolavoro perché «supera sia la struttura dell’opera buffa che dell’opera romantica, rovesciandole in un’astrazione che sfiora il surrealismo, creando un genere che non ha precedenti: una comicità assoluta, fuori dai concetti del buffo ed estranea ai sentimenti del romantico. Un’opera feroce ». Da queste considerazioni, la scelta di
una scenografia che evita il realismo per «un’accezione quasi metafisica» (come si può vedere nell’immagine in alto). La sfida, dunque, lungo questa via, sarà quella di aggirare gli stereotipi dei ruoli dei classici, per trasformarli «in personaggi a tutto tondo, strappandoli alla gabbia del ruolo preconfezionato».

Le riprese tv saranno affidate dalla Rsi ad Andy Sommer, esperto di regia musicale a livello internazionale. La prima è in programma per lunedì 3 settembre alle 20, con repliche mercoledì e venerdì alle 20, e domenica alle 15 (sono escluse repliche supplementari). La prevendita si apre oggi alle 12: biglietteria del Lac, luganolac.ch o Ticketcorner.

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