Arte

Villa dei Cedri, natura e identità di un museo

Tra valorizzazione del territori e apertura all'internazionale, presentata la stagione espositiva 2021 del museo di Bellinzona

Irma Blank, Eigenschriften, 1968
28 ottobre 2020
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Mentre l’esposizione ‘Hortus conclusus’ si avvicina alla chiusura – il finissagge, con visita guidata, è previsto domenica 8 novembre; info: *www.villacedri.ch* – il museo di Villa dei Cedri di Bellinzona guarda al futuro. Alle due mostre in calendario nel prossimo anno, ma più in generale all’identità che il museo si è costruito negli ultimi anni e che ha convinto la Fondazione del giubileo della Mobiliare a sostenere il progetto ‘Paesaggi a confronto’. Si tratta, ha sottolineato la direttrice del museo Carole Haensler, di un riconoscimento importante, conclusione di un percorso iniziato nell’agosto del 2017 con un primo incontro tra Haensler e Dorothea Strauss, Head of Corporate Social Responsibility della Mobiliare.
Si diceva dell’identità di Villa dei Cedri: un tassello importante è certamente l’attenzione alle opere d’arte su carta, ma il museo, sempre parole di Haensler, è stato attento a mantenere l’equilibrio tra valorizzazione della collezione e del territorio da una parte e apertura all’internazionale. Pensiamo, per il locale, alle esposizioni dedicate a Fernando Bordoni o ai 100 anni d’arte grafica in Svizzera, e per l’internazionale a ‘Burri-Fontana-Afro-Capogrossi’ o la recente esposizione su Josef Albers’ e il suo ‘Omaggio al Quadrato’. Senza dimenticare il ‘genius loci’ di Villa dei Cedri, i cui limiti espositivi possono essere fonte d’ispirazione artistica.

Blank e Paesaggi a confronto

La prima esposizione, in programma dal 19 marzo al 1º agosto, è dedicata all’artista tedesca, ma milanese dagli anni Cinquanta, Irma Blank. Un progetto internazionale, curato da Johana Carrier e Joana Neves, che porta a Villa dei Cedri il “ciclo sensoriale totale” dell’artista, la sua ricerca di un idioma universale, senza parole, trasformando le lettere dell’alfabeto in segni universali in cui la componente cromatica diventa centrale. Il percorso espositivo, si legge nella presentazione, si concentrerà proprio sui colori, in dialogo con l’architettura della villa e del parco.
Il secondo appuntamento espositivo, previsto nell’autunno del 2021, è il già citato ‘Paesaggi a confronto: arte, natura e società in Svizzera 1850-1920’. L’idea della mostra è percorrere, attraverso l’arte, i cambiamenti sociali, economici legati all’industrializzazione e all’urbanizzazione. Le trasformazioni del paesaggio, dalla nostalgia per l’ideale incontaminato del Settecento al richiamo della modernità, e al contempo gli scambi culturali con le realtà artistiche europee. Interessante i nomi degli artisti esposti: da Arnold Böcklin a Giovanni Segantini, da Luigi Rossi a Ferdinand Hodler, e poi ancora Cuno Amiet, Filippo Franzoni, Félix Valloton e altri ancora.

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