Terza pagina

Parole&vocaboli come meteore

Di astronomia e di semantica, di eredi naturali spentisi come stelle cadenti e terminologie che hanno fatto altrettanto.

'Che cosa sei, che cosa sei...'
19 maggio 2020
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Le meteoriti sono un fenomeno che interessa soprattutto gli astrologi. Grazie a uno slittamento semantico, tuttavia, qualche meteora se l’è vista passare vicinissimo anche chi non ha dimestichezza con il cannocchiale o l’astrolabio. I fan della musica pop pensavano d’aver trovato in Barry Ryan, una voce a metà tra Paul McCarthy e John Lennon, l’erede naturale – addirittura – dei Beatles. Però nel 1969 è scomparso con la sua Eloise. I cinefili speravano in Tom Hulce, il Wolfang Amadeus di Milos Forman, ma da quando Salieri gli fregò l’Oscar sotto le mentite spoglie di F. Murray Abraham sembra si sia rinchiuso in un eremo per scrivere una nuova sinfonia che stiamo aspettando ancora oggi. Tra gli appassionati di ciclismo faremmo fatica a trovare chi si ricorda del belga Benoni Beheyt, campione del mondo nel 1963, quando mise il suo palmer davanti a quello del connazionale Ryk Van Looy, mettendo fine al dominio di quest’ultimo (due maglie iridate in bacheca).

Qualcosa di simile accadde e accade pure nella semantica, tra parole e vocaboli filati via come meteore. Quando Papa Paolo VI (tre lauree in bacheca) parlò in una sua omelia di “Weltanschaaung”, ecco che il vocabolo tedesco -intraducibile con un solo lemma nella pur ricca lingua italiana, costretta a ricorrere alla locuzione “visione del mondo” – divenne popolarissimo anche tra i giornalisti italiani, all’epoca parecchio a disagio con le lingue straniere. Giornalisti azzurri che poi definirono “picconatore” il presidente Cossiga. Oggi nessuno usa più questo termine, sebbene sopravvivano tanti aspiranti picconatori: l’ex rottamatore Matteo Renzi vs il governo Conte, Gigetto di Maio vs il buon senso (non s’è ancora spento l’eco delle risate sollevate da quel suo solenne “Abbiamo sconfitto la povertà”!). Fu invece una serie di inondazioni a resuscitare il verbo “tracimare”, subito scomparso col calare delle acque. Sembrava indispensabile anche il sostantivo “sinergia”: oggi chi lo usa rischia un epiteto (sfaticato) o un’ingiunzione (comprati un buon vocabolario dei sinonimi). Last but not least, ecco “implementare”: sconosciuto sino a un lustro fa, oggi al limite dell’abuso con il sostantivo implementazione. “Parole… parole… parole…” (Mina e Alberto Lupo).

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