Arte

Un ufficio quasi perfetto

Un libro tanto sconosciuto quanto sorprendente

28 febbraio 2020
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Il protagonista di questo libro, Bjorn, è un impiegato che desidera dare il meglio di sé, imponendosi una disciplina ferrea sugli orari di lavoro ed evitando addirittura chiacchiere con i colleghi e momenti di socializzazione se essi non portano effettivi benefici alla sua carriera e alla sua (auspicabile) scalata professionale. Non è in grado né desidera omologarsi. Talvolta, per una pausa tra due lavori oppure per svolgere al meglio un compito, si chiude in una stanza situata al lato opposto degli uffici: "tra l'ascensore e i bagni", ripete a chi glielo chiede. Questa stanza però, questa specie di ufficio perfetto, importante e necessario per Bjorn, i colleghi non la vedono. O così dicono. E ogni volta che Bjorn ci entra succede una cosa. E quella cosa non piace a nessuno.

Attraverso questo breve romanzo l'autore parla della difficoltà dei gruppi, come quello formato dai colleghi, di accettare comportamenti non convenzionali, difficilmente comprensibili, anche quando questi non recano danni a nessuno. Parla dello smarrimento e del timore che è facile provare davanti alla messa in discussione di un metodo collaudato, dell'autorità, della prassi e delle norme. Del disagio che si prova di fronte a fatti (o persone) che risultano in un certo modo disturbanti perché per essere compresi richiedono uno sforzo maggiore di quello a cui si è abituati.

Parla del bisogno di taluni individui - molti, in realtà - di trovare uno spazio "galleggiante" dove riuscire a respirare, uno spazio in cui ogni cosa è necessario si trovi al proprio posto, ferma pulita e intoccabile. Sempre lì, sicura e certa. Stabile, raggiungibile ed eterna come la solitudine nella quale è suggellata.

Una lettura tutta d'un fiato, una narrazione veloce a mezzo di un linguaggio pulito, tanti spunti di riflessione e un finale che rimette tutto in discussione. Anche noi stessi.

La stanza
di Jonas Karlsson
Isbn Edizioni, 2014
153 pagine

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