Arte

Scuole di musica, bande e cori 'suoneranno' insieme

Firmata una 'Carta d'intenti': una collaborazione più stretta, pensando sia alla popolazione, sia alle istituzioni

L'unione fa la musica (foto: Archivio Ti-Press)
25 ottobre 2018
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Non poteva che essere firmata su un pianoforte a coda in un’aula di musica del conservatorio, la carta d’intenti che unisce la Fesmut (Federazione delle scuole di musica ticinesi), la Febati (Federazione bandistica ticinese) e la Ftsc (Federazione ticinese società di canto), rappresentate rispettivamente da Matteo Piazza, Fiorenzo Rossinelli e Flaminio Matasci.
Scuole di musica, bande e cori uniscono quindi le forze. O meglio le uniranno, visto che la carta, essendo appunto “d’intenti”, apre un futuro di collaborazioni tra queste federazioni. Collaborazioni ma non unioni perché – come ha sottolineato Matteo Piazza che è stato il promotore di questa carta – «lo scopo non è fondere queste federazioni e neppure unificare i metodi di insegnamento o le tradizioni che rimangono una ricchezza da conservare».
Se le tre federazioni continueranno a fare quello che hanno fatto finora, che cosa cambia, in concreto, con la firma della carta di intenti? Sostanzialmente, la consapevolezza, per ognuna delle federazioni, di poter contare sulle altre per perseguire obiettivi comuni. Cosa, a parte qualche collaborazione puntuale come il progetto della Rsi “Bande e cuori” che ha coinvolto Febati e Ftsc, finora non accaduta. Per capire qualcosa di più, occorre guardare in due direzioni diverse: da una parte verso le istituzioni, dall’altra verso la popolazione.


Di concerto

Iniziamo dal pubblico, partendo dalla constatazione di Rossinelli (Febati) che «c’è una ricchezza di eventi, in Ticino, a volte esagerata, il che lascia molte volte le sale vuote». Ecco che una maggiore collaborazione sulla comunicazione dei concerti è quindi benvenuta se non necessaria – senza dimenticare la possibilità di unire le forze per organizzare eventi comuni, mettendo insieme bande, cori e scuole. E già si guarda alla Festa cantonale della musica che si terrà il prossimo giugno…
E durante la conferenza stampa che ha preceduto la firma della carta d’intenti, si è anche accennato a possibili sinergie a livello di formazione – sempre nel rispetto delle peculiarità di ogni federazione il cui lavoro, come ha sottolineato il “padrone di casa” Luca Medici, direttore della scuola di musica del conservatorio, «si dipana lungo una linea del tempo: le scuole di musica lavorano molto con bambini e ragazzi, ma con l’obiettivo che una persona continui tutta la vita a fare musica: da solo in casa, ma anche nelle bande e nei cori… perché la musica è una cosa bellissima che può accompagnarti per tutta la vita».
Un interlocutore unico
Per quanto riguarda il fronte istituzionale, il concetto è semplice: agire insieme per raggiungere, mettendo insieme le forze, obiettivi comuni. E che da soli spesso si faccia fatica, lo ha spiegato Flaminio Matasci, sottolineando le difficoltà che incontrano come Ftsc a valorizzare il canto nelle scuole.
Ma quali potrebbero essere questi obiettivi comuni alle tre federazioni? Matteo Piazza: «Una delle esigenze è un chiaro riconoscimento delle autorità del lavoro svolto, meritevole perché no di un mandato». Si tratta, ha aggiunto, di creare quelle condizioni perché la musica diventi «un lavoro a tutti gli effetti, e non una attività accessoria» e questo perché «inutile nasconderlo, queste attività stanno in piedi grazie al volontariato e ai finanziamenti ricevuti».

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