Arte

Di notte, nel paese del Sol Levante

I racconti di Lafcadio Hearn nell'ultima raccolta di Adelphi

13 luglio 2018
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Se in Occidente il racconto dell’orrore, o più precisamente quello di fantasmi, è rimasto relegato ai margini della tradizione letteraria – il genere della ghost story è considerata, purtroppo, narrativa di serie B – in Giappone la posizione che occupa è ben altra.

Del resto, se consideriamo che la lingua giapponese ha più di dieci vocaboli diversi per indicare differenti tipi di “spettro” è facile comprendere quanto i fantasmi siano importanti nelle tradizioni religiose e folkloriche nipponiche. Quasi tutti i grandi della letteratura giapponese si sono cimentati in questo tipo di narrativa, attingendo soprattutto alle leggende dei periodi Heian e Kamakura (dal 784 al 1333 d.C.).

Ma il libro che vi consigliamo questa settimana ha qualcosa in più da raccontare, oltre alle sue storie narrate con stile elegante ed essenziale: Ombre giapponesi di Lafcadio Hearn è una raccolta di ghost stories (ma non solo!) del Sol Levante scritte però da un uomo che veniva dall’Occidente.

Nato in Grecia a metà Ottocento, Hearn visse in Irlanda, in Inghilterra, negli Stati Uniti, finché non si innamorò del Giappone.

Ne studiò le tradizioni e decise di “viverle”, naturalizzandosi giapponese nel 1890 e diventando Koizumi Yakumo, nome con il quale è principalmente noto in Giappone. La sua produzione letteraria e giornalistica è tra le più interessanti di fine Ottocento, soprattutto perché si tratta già di un fenomeno globale ante litteram. Ad aprire la raccolta curata da Ottavio Fatica, infatti, una lettera di Hugo von Hoffmannsthal scritta all’indomani della morte di Lafcadio Hearn ne sottolinea l’importanza.

Un libro che ci trasporta direttamente nel kokoro (cuore) del Giappone.

Ombre giapponesi
di Lafcadio Hearn
Adelphi, 2018
302 pagine

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