Culture

La politica: bella o brutta?

Bixio Caprara, presidente Plrt
(Gabriele Putzu)
23 novembre 2017
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 di Bixio Caprara, presidente Plrt - Le riflessioni di Andrea Ghiringhelli non lasciano mai indifferenti (‘laRegione’ del 17 novembre). Premetto che considero il suo approccio intellettuale prezioso grazie agli interrogativi pertinenti proposti con l’approccio critico che lo caratterizza. Tuttavia la sua lettura della realtà, e mi riferisco al piano cantonale, non coincide con la mia. Mi limito a commentare le affermazioni seguenti: “Un concatenarsi di scandali e inadempienze di tale ampiezza non si è mai visto” e “la mediocrità è diventata un modello e il posizionarsi al centro un dogma, espressione di un conformismo dilagante, di un pensiero unico che non incoraggia lo spirito critico”. Innanzitutto vendere l’idea che nel passato fosse tutto bello mentre oggi sarebbe solo un disastro è una tesi piuttosto debole. Basterebbe andare, e Ghiringhelli mi potrebbe essere da maestro, all’elenco degli scandali politici della storia del Canton Ticino che hanno portato anche a clamorose rinunce da parte di consiglieri di Stato. Di fronte all’ultima vicenda nota come Argo 1 le istituzioni hanno reagito nel rispetto delle procedure che il nostro ordinamento prevede e nel rispetto della separazione dei poteri. Va certamente ammesso che vi è stato un progressivo adeguamento degli strumenti messi in campo man mano che si chiarivano le circostanze dopo un avvio in cui non era ben chiara la portata degli eventi. Ma al di là del ruolo indiscutibile avuto dal quarto potere, la magistratura ha fatto e sta facendo il proprio lavoro per gli aspetti di natura penale, il Consiglio di Stato ha incaricato un perito esterno di condurre un’inchiesta amministrativa e il parlamento ha istituito una Commissione parlamentare d’inchiesta dopo che la Commissione della gestione aveva approfondito il suo compito di alta vigilanza grazie agli approfondimenti dell’apposita sottocommissione. Ai cittadini va quindi detto in modo chiaro che le nostre istituzioni funzionano e che gli eventuali errori che verranno constatati, premessa la presunzione di innocenza, porteranno se del caso a delle conseguenze in base a quanto prevedono le nostre normative e le nostre procedure democratiche. Il secondo argomento meriterebbe uno sviluppo molto più approfondito ma mi limito all’essenziale. La democrazia è fatta di decisioni prese in base alla maggioranza di chi si esprime; vale sia a livello di governo che di parlamento. In un sistema maggioritario ideale il definirsi dei fronti è molto netto. Nel nostro sistema democratico proporzionale invece la ricerca della maggioranza, beninteso sempre che la si voglia raggiungere, richiede la capacità di trovare un consenso. In particolare nell’attuale costellazione politica del parlamento ticinese nessun partito è in grado di decidere da solo e dei quattro schieramenti principali (Plrt, Lega, Ppd e Ps) ne sono necessari almeno tre. La concordanza è un valore fondante del sistema politico svizzero ad ogni livello istituzionale e volerla confondere con la mediocrazia mi sembra fuorviante. Il Plrt è fortissimamente legato ai propri valori di riferimento; libertà, coesione e innovazione sono al centro della nostra azione politica. Allo stesso modo prestiamo attenzione alla ricerca di equilibrio tra la responsabilità individuale e la solidarietà sociale. In ogni nostra discussione e riflessione sui temi in agenda questo nostro approccio politico è centrale, consapevoli che sono i valori che hanno permesso al nostro Paese di avere quella qualità di vita invidiataci da tutti. Ci adoperiamo per uno Stato ben gestito, che faccia le cose giuste e le faccia bene, con finanze sane e con prestazioni sussidiarie rispetto ai bisogni della società. Riteniamo che la formazione sia alla base del nostro benessere con però le pari opportunità di partenza e non un’ideologica e illusoria garanzia di egualitarismo dei risultati. Ci preoccupiamo per un mondo del lavoro giusto in cui i numerosi e capaci imprenditori attivi sul nostro territorio trovino lo spazio e le condizioni quadro necessarie a sviluppare attività economiche di qualità. Siamo consapevoli che per essere in grado di aiutare chi è in difficoltà dobbiamo prima fare in modo che la ricchezza possa essere creata senza demonizzarla o addirittura colpevolizzarla. Conosco numerosi amici che ogni giorno si battono per questi principi e per questi valori e lavorano strenuamente alla ricerca della buona soluzione. Succede in ogni comune così come nel cantone. Lo fanno perché hanno a cuore l’interesse generale, il benessere dei nostri cittadini e la qualità di vita nel nostro Paese. È un lavoro faticoso, talvolta estenuante che richiede molte energie. Vi è molta gente perbene che serve la Politica anche senza essere sotto i riflettori e senza manie di protagonismo. Sono uomini e donne che amano profondamente il proprio Paese e preferiscono chiedersi cosa possono fare per migliorare le proprie istituzioni invece di lamentarsi e chiedersi cosa lo Stato potrebbe fare per loro. Credono che ne valga la pena malgrado chi continua a dipingere i politici in modo negativo. Questi cittadini, e sono molti di più di quanto taluni pensano, meritano grande rispetto; la bella politica esiste.

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