Culture

Steven Spielberg, 70 anni fra qualità e blockbuster

Il Grande gigante gentile
18 dicembre 2016
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Buon compleanno a uno dei registi più prolifici e influenti della storia del cinema hollywoodiano. Steven Spielberg compie oggi 70 anni. 56 titoli diretti, 22 di cui ha scritto la sceneggiatura, 161 crediti come produttore, successi come Lo squalo, E.T., Jurassic Park, Indiana Jones e Schindler’s List, la carriera del regista di Cincinnati è vasta, varia e iniziata prestissimo.

Risale addirittura al 1959 il suo primo cortometraggio da regista. Aveva tredici anni ed era un ragazzino con la passione per il cinema, scrisse e diresse The Last Gun, corto che raccontava della sete di vendetta di un orfano i cui genitori erano stati uccisi da un bandito. Niente di troppo originale, forse, ma già allora si intravedeva la passione che lo avrebbe portato a scalare la vetta della collina di Hollywood.

 “Usammo uno squalo meccanico che il sale dell’oceano Atlantico ben presto corrose… Si bloccava continuamente e andava sempre a fondo”

Il suo primo lungometraggio è Duel, del 1971, storia di un autista perseguitato da un camionista per le strade d’America, ma il successo planetario arriva a 29 anni, con Lo squalo, thriller che segna l’inizio del moderno blockbuster. Lo squalo è ancora oggi il film di Spielberg che ha incassato di più, eppure quella produzione fu un disastro, come racconta lo stesso regista: “Eravamo una banda di giovani inesperti, finimmo con un centinaio di giorni di ritardo. Andammo fuori budget, rischiai il licenziamento una ventina di volte. Usammo uno squalo meccanico che il sale dell’oceano Atlantico ben presto corrose. Il nostro squalo si bloccava continuamente e andava sempre a fondo”.

Nonostante le difficoltà il film è un successo enorme e gli apre le porte di Hollywood. Due anni dopo gira Incontri ravvicinati del terzo tipo, nel 1981 I predatori dell’arca perduta, primo film della saga di Indiana Jones, che segna l’inizio della collaborazione con Harrison Ford. L’anno dopo arriva E.T. – L’extra-terrestre e nel 1985 gira il suo primo film impegnato, Il colore viola sul tema del razzismo in America.

Ma è nel 1993, con Schindler’s List, che ottiene il riconoscimento della critica e degli addetti ai lavori oltre che del pubblico che ormai lo adora. Con Schindler’s List, Spielberg, di famiglia ebrea, racconta il dramma dell’Olocausto attraverso la storia di Oskar Schindler (Liam Neeson), che nella Seconda Guerra mondiale salvò centinaia di ebrei dalla deportazione. Spielberg, che per quel film non vuole essere pagato, vince tre Oscar, miglior film, regia, sceneggiatura e il film complessivamente porta a casa sette statuette.

Ancora oggi il regista di Cincinnati parla di quel dramma – interamente girato in bianco e nero a sottolinearne la drammaticità – come del suo film della svolta, professionale e personale: "Iniziai a girare, in Polonia, e mi resi conto che quel film avrebbe cambiato tutto, avrebbe cambiato la mia vita".

Poi vennero Jurassic Park, Salvate il soldato Ryan con Tom Hanks, A.I. Intelligenza artificiale, Minority Report con Tom Cruise, Prova a prendermi con Leonardo D iCaprio e ancora Tom Hanks. Quella con Hanks è un’amicizia e collaborazione che produrrà molti film ma anche diverse serie televisive importanti come Band of brothers, Dalla terra alla luna e The Seventies. L’ultimo progetto che li ha visti collaborare insieme è stato Il ponte delle Spie, candidato a cinque Oscar lo scorso anno.

A fine mese uscirà anche in versione italiana GGG – Il grande gigante gentile, poi nel futuro del regista c’è il quinto capitolo della saga di Indiana Jones che dovrebbe vedere ancora una volta Harrison Ford nei panni dell’ormai attempato avventuriero archeologo. 

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