Culture

Electric Light Adams

28 ottobre 2015
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Meravigliosi anni 80, quelli di “Cuts like a knife”, “Reckless” e “Into the fire”, con gli ormoni della creatività in splendida agitazione. Forse proprio dall'83 all'87 Bryan Adams ha il suono di Bryan Adams, nelle mani del suo co-produttore Bob Clearmountain, ancor più che in “Waking up the neighbours” ('92), disco firmato John Mutt Lange, produttore degli AC/DC di “Highway to hell”, “Back in Black” e dei Def Leppard di “Hysteria” cui l'album di “(Everything I do) I do it for you” si avvicina per sonorità. L'affidarsi alle mani (meglio sarebbe dire alle orecchie) di altri, nella carriera di Bryan Adams, ha sortito effetti così così. Come in “On a day like today”, prodotto nel '98 da Bob Rock (congedato dai Metallica dopo una petizione on-line di fans in rivolta), il primo flop dai tempi di “Cuts like a knife”. E quando l'incaricato fu David Foster (“Track of my years”, songbook del 2014), il rocker di Vancouver sembrò relegato in un salottino perbene di L.A., perdendo “la botta”.

“Get up”, tredicesimo album di Bryan Adams, è affidato a Jeff Lynne, fondatore della Electric Light Orchestra, barocca e un po' ridondante fusione tra rock e orchestrazioni classiche dalla quale Lynne estrasse un suono capace di contagiare Dylan (nei Travelling Wilburys), Tom Petty, Roy Orbison, Harrison da solo e i tre Beatles di “Free as a bird” insieme. Più che l'album di Bryan, quindi, “Get up” è l'album di Jeff, non fosse per la lista di strumenti suonati dal produttore (chitarre, piano, basso, batteria, cori). Keith Scott, da sempre braccio destro a 6 corde di BA, ha una particina solo in “Go down rocking”, e quando la chitarra non la suona Lynne, ci pensa Jim Vallance, quello della coppia Adams/Vallance di “Summer of '69” ed altri strepitosi successi.

Tornando a Lynne, non è un caso che a Bryan Adams in “Don't even try”, di Orbison gli manchino soltanto gli occhiali, e in “That's rock and roll” e “Do what ya gotta do”, di Tom Petty i capelli lunghi. I singoli “Brand new day” (echi di “Estate del '69”) e “You belong to me” (echi di Eddie Cochran) sono oscurati proprio da “Don't even try” e da “We did it all” (tra Elton e i Fab Four), ballad che di Adams e Vallance riporta in vita il meglio. Le ultime 4 tracce, versioni per voce e acustica delle suddette ballad e dei suddetti singoli, sembrano una specie di autocertificazione, quasi a sottolineare che “è vero, suonano alla Jeff Lynne, ma comunque sono belle, e le ho scritte io”. A Zurigo, ma non subito (2.6.2016), il “Get up World Tour”.

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